DIAZ. Un film da non perdere, per chi ha dimenticato, per chi non c'era, per chi ancora ricorda. Il racconto di come un paese civile e democratico può trovarsi da un giorno all'altro fuori della civiltà e della democrazia. Gli uomini che hanno guidato e compiuto quel massacro hanno fatto carriera. E questo ci offende. A noi tutti spetta il compito di difendere un futuro di democrazia e di civiltà. La tragica domanda è: come?
A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico
domenica 22 aprile 2012
martedì 3 aprile 2012
L'uomo in alcune grandi religioni
Scuola Popolare di Pratica Filosofica
Ciclo di incontri di pratica filosofica
L’Uomo in alcune grandi Religioni.
Le Antropologie filosofiche nella Relazione
con il Sacro, il Religioso e il Teologale.
Dal “Frammento divino” alla “Persona”:
Induismo, Buddhismo, Giudaismo, Cristianesimoe Islam.
Conduce Renato Pilutti (filosofo e teologo)
Calendario degli incontri:
Mercoledì 11 aprile ore 20.30-22.00 circa
Mercoledì 2 maggio ore 20.30-22.00 circa
Mercoledì 9 maggio ore 20.30-22.00 circa
Gli incontri si terranno presso il Centro Civico di Viale S.Marco 187 a Mestre
Per iscrizioni e informazioni scrivere a :
o tel. al 333 161 99 03
lunedì 2 aprile 2012
La stella che non c'è
Il film di Amelio con Sergio Castellitto è davvero molto particolare (e questo è un giudizio positivo in un periodo di convenzionalismi, omologazioni e luoghi comuni), perché rovescia le parti, questa volta è un operaio italiano, probabilmente disoccupato che va in Cina, per una sua ostinazione personale, perché vuol ribadire la dignità del lavoro e del lavoratore, perché lui sa come rimediare il difetto nell'impianto che i cinesi hanno acquistato dalla sua fabbrica dismessa. Ma la Cina che appare è diversa da come ce la immaginiamo, è un paese di grandi povertà e di lavoratori sofferenti, perché forse proprio qui sta il punto, da un continente all'altro, da un paese all'altro, la sofferenza del lavoro non cambia, comune è la fatica, la disperazione, la sventura personale che segna esistenze e destini. E' un film lento di una lentezza che prende.
domenica 1 aprile 2012
Fine di un grande giornale. La scelta di campo di Repubblica.
sono un lettore di "Repubblica" fin dal primo numero, ho sempre pensato che fosse un vero giornale d’informazione prima di essere giornale di “tendenza”, ma d’altra parte essere democratici ha sempre significato credere nella forza della verità, dei fatti, delle cose, e quindi non poteva esserci conflitto tra il desiderio di fare un buon giornale d’informazione e quello di rappresentare l’opinione pubblica democratica del paese.
Così almeno fino ad oggi. Non mi sono sorpreso che il fondatore Scalfari si sia schierato apertamente con il governo Monti, in fondo è un uomo d’altri tempi, appartiene ad una generazione che fatica a comprendere le svolte del nostro tempo, ed è rimasta ancorata a modelli di pensiero ormai privi di qualsiasi capacità di presa sul reale, ma è comunque una sua opinione legittima che io non condivido, ma rispetto. Quel che però sta accadendo ora è diverso, la sensazione, infatti, è che la presa di posizione del fondatore e dei vertici del giornale stia condizionando pesantemente il modo di dare le notizie, fino al punto di deformare la realtà per farla coincidere con le proprie aspettative, non aver quasi dato la notizia delle recenti proteste in Spagna, aver quasi ignorato tutto quel che sta accadendo da mesi in Grecia, avere relegato la notizia della Occupy Piazza Affari di ieri nell’edizione locale, come fosse un banale incidente stradale, va oltre la legittima arbitrarietà nella scelta delle notizie, diventa piuttosto contraffazione: nel loro insieme certe assenze, certe sottovalutazioni, diventano gesto politico vero e proprio. Ma un giornale che falsifica la realtà dei fatti per farla corrispondere alla propria occasionale scelta di campo, non può pretendere di rappresentare l’opinione pubblica democratica.
Mi spiace davvero tanto, mi spiace per tanti opinionisti che mi hanno aiutato a riflettere in questi anni, mi spiace per Serra, Augias, Zucconi, Maltese e tanti altri che hanno alzato in questi anni di berlusconismo volgare le bandiere della correttezza, della trasparenza, dell’onestà. E mi chiedo come possano accettare di restare in un giornale che non ha più nel desiderio di rappresentare la realtà com’è, il proprio lume direttivo.
Come lettore invece mi resta una sola possibilità, comprare un altro quotidiano.
martedì 27 marzo 2012
L'autore si presenta

In questo video presento il mio ultimo libro: Alberto Savinio e la filosofia. Materiali per una vita filosofica, edito da Ipoc:
http://youtu.be/Iq9l_b7lGbE
domenica 25 marzo 2012
Paradiso amaro
L'inizio del film sembra un concentrato di banalità, sembra qualcosa di ampiamente già visto, un incidente che interrompe un matrimonio, la scoperta del tradimento... Però il seguito non prende la strada che ci si aspetterebbe, e persino George Clooney riesce a non fare il solito gigione e sembra una persona normale, si comporta come una persona normale, e affronta un momento difficile come forse lo affronteremmo tutti noi. E' proprio questa normalità che colpisce molto positivamente, e riscatta il film pur molto semplice, ma anche molto vero. Alla fine la sensazione è davvero piacevole, di uno spaccato di realtà. Restano le immagini da poster delle Hawaii e una giovane attrice Shailene Woodley di cui sentiremo ancora parlare.
Io sono il numero quattro
Per gli amanti del genere fantascienza facile, direi fumettara, un film come "Io sono il numero quattro" merita una visione perché risponde perfettamente a tutti i canoni del genere, senza particolare originalità, ma d'altra parte un film di genere non deve essere originale, altrimenti esce dal genere, e diviene opera d'arte. E questo certo non è il caso. Quel che lascia stupiti, direi quasi comicamente, è la mancanza di qualsiasi pudore nella costruzione della trama, palesemente immaginata per un percorso a puntate, non c'è infatti un finale, è solo un episodio, il protagonista Numero 4 incontra un altro personaggio il Numero 6, e il regista forse si aspetta che lo spettatore si chieda: ma che fine avrà fatto il Numero 5? Io non sono riuscito a chiedermelo, e forse mi eviterò anche la fatica di vedere i prossimi episodi.
martedì 20 marzo 2012
La scena perduta
Considero Yehoshua uno dei più grandi scrittori viventi, mi sono emozionato leggendo il "Viaggio alla fine del millennio", sono riuscito a vincere la fatica di pagine non facili e non certo amichevoli con il lettore come quelle de "Il signor Mani", eppure questo ultimo romanzo di Yehoshua risulta terribilmente vuoto, faticoso, stiracchiato, la prima metà del libro racconta di una retrospettiva cinematografica cui è invitato un anziano regista (lo scrittore stesso? metafora della crisi dell'ispirazione?)che assiste a vecchi film che non ricorda nemmeno, tradotti in una lingua che non conosce. E la narrazione si accanisce sul racconto di trame oscure, inconcluse, e inconcludenti. Alla fine l'unica sensazione che resta è proprio quella dell'inconcludenza di un racconto superfluo, di uno scrittore che non ha niente da dire. Peccato.
lunedì 19 marzo 2012
La kriptonite nella borsa
Il film di Ivan Cotroneo con Luca Zingaretti e Valeria Golino vorrebbe riprodurre il clima degli anni '70 e riesce solo a ricavarne una macchietta ridicola, con costumi che sembrano disegnati da uno stilista ubriaco, scene hippies da repertorio del luogo comune (amore libero, nudità, lsd,ecc.), lo sguardo di un bambino un po' "diverso" che non elabora mai la propria diversità, qualche puntatina surreale, poi alla fine, stringi stringi, la storia è quella di una tradimento e nient'altro, e il povero Zingaretti con quei suoi maglioncini improbabili ha l'aria di chiedersi ad ogni scena "ma dove mi trovo"?
mercoledì 14 marzo 2012
Provare la consulenza filosofica
A tutti coloro che avessero voglia di provare la consulenza filosofica ricordo che possono contattarmi all'indirizzo mail s.zampi@libero.it .
Che cos'è la consulenza filosofica? Si ha consulenza filosofica quando un filosofo aiuta una persona a ragionare sulla propria vita. In base al principio che pensare bene serve a vivere meglio.
Che cos'è la consulenza filosofica? Si ha consulenza filosofica quando un filosofo aiuta una persona a ragionare sulla propria vita. In base al principio che pensare bene serve a vivere meglio.
lunedì 12 marzo 2012
Quasi amici
L'avvio del film "Quasi amici", storia di un giovane di colore che diventa il "badante" di un tetraplegico, fa temere la banalità di una storia prevedibile e già sentita, ma lo sviluppo si riscatta facendo emergere la complessità di un personaggio abbastanza forte, attraverso il quale si vedono emergere le contraddizioni della banlieue, cioè della periferia degradata francese. Il film poteva suscitare pietismi lacrimosi, e invece fa ridere spesso e di cuore, e lascia una sensazione di positività molto piacevole. Da vedere.
CICLO DI INCONTRI RI-PENSARE IL LAVORO
Continua il ciclo di incontri di pratica filosofica dedicati al tema: RI-PENSARE IL LAVORO
Mercoledì 14 marzo ore 20.30
(conduce Silvia Meneghin)
Lavorare insieme
“Amici? No, colleghi!”
Mercoledì 28 marzo ore 20.30
(conduce Andrea Modesto)
Io e il lavoro
Lavorare per vivere o vivere per lavorare?
Gli incontri si terranno presso il Centro Civico di Viale S.Marco 187 a Mestre
INGRESSO LIBERO
Per iscrizioni e informazioni scrivere a :
o tel. al 333 161 99 03
Iscriviti a:
Post (Atom)