Louis Althusser, Filosofia per non filosofi, Dedalo 2015, pp. 246
Il libro, uscito postumo, risale agli anni '70 e si sente nel tono generale e in una certa ostinazione a voler risolvere i problemi teorici di un marxismo in crisi, rispetto al quale per altro, Althusser risulta un eretico. Tuttavia l'autore è profondo e la sua scrittura ha il pregio di una coerenza estrema amplificata dal desiderio di chiarezza che caratterizza un testo rivolto, come dice il titolo, al "non filosofo".
Per quanto le problematiche della lotta di classe e dei conflitti ideologici appaiano oggi ferri vecchi del pensiero, il volume di Althusser ha il merito di pensare in profondità il tema delle pratiche (produttiva, scientifica, politica, psicoanalitica, artistica, filosofica) riconducendole ad una contrapposizione storica essenziale, quella tra idealismo e materialismo. Ma i due termini non sono ridotti alle formule superificiali spesso in voga quanto piuttosto riferiscono alla capacità o meno dei sistemi ideali di tradursi in pratiche sociali.
Mi preme chiarire: non faccio uso di questa terminologia, ma quando parlo di filosofia del quotidiano penso proprio a ciò che Althusser chiamerebbe filosofia materialistica.
"Ciò che la pratica filosofica trasforma sono le ideologie sotto le quali le differenti pratiche sociali producono i loro effetti specifici." (195) E' sufficiente una affermazione come questa per comprendere il tipo di riflessione cui il testo ci chiama.
Un libro da leggere e da meditare.
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