Forse, oggi, è giunto il momento per una vera e propria Rivoluzione Copernicana nel mondo delle pratiche filosofiche. E' un'operazione che si rende necessaria a fronte di tutto ciò che sto dicendo in questa pubblica e aperta riflessione, partita da una messa in questione del "professionismo", e passata attraverso un rigetto del dualismo psicologistico, per approdare ad alcuni temi ancora molto rozzamente delineati, quello della complessità e quello della quotidianità del mondo-della-vita.
Tutto questo insieme tematico necessita appunto, a mio modo di vedere, di un rovesciamento di prospettiva, rispetto al modo in cui fino ad oggi è stata vissuta - per lo più - la pratica filosofica e in particolare la Consulenza Filosofica: dall'essere una pratica rivolta ad altri, e quindi presentabile come una pratica-di-cura, ad una pratica per me, cioè intesa come il percorso che mi consente di ritornare filosoficamente al mondo-della-vita.
Questa vera e propria Rivoluzione Copernicana, naturalmente, avrebbe molte conseguenze rilevanti. Ne elenco confusamente alcune: l'abbandono del modello professionale della cura, del servizio offerto a; l'allontanamento da ogni forma di relazione d'aiuto; la focalizzazione sul proprio percorso personale - di singoli, singolare plurale - ; l'approfondimento dei temi relativi al nostro essere nel mondo-della-vita, oppure con altre parole, della vita filosofica.
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RispondiEliminaGrazie Stefano. Grazie per non farmi più sentire solo nel pensare che prioritario nell'agire nel mondo sia soprattutto la tendenza al vivere filosoficamente. La direzione ci viene data dalla nostra passione per la filosofia, la strada però deve essere attraversata e senza questa presa di consapevolezza ogni nostra altra ambizione viene meno. Un caro saluto, Fabio Di Gennaro
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