Certamente chi è transitato seriamente nella Consulenza Filosofica ha scoperto l'esistenza di uno spazio che in realtà già conosceva, che era già lì ma ignorato, e spesso filosoficamente frainteso. Entrare nel mondo-della-vita come si entra in uno spazio nuovo che in fondo è la nostra casa, ma come se non l'avessimo mai vista davvero, mai sentita come nostra. Prima di ogni definizione scientifica, prima di ogni idealizzazione, vi sé questo rapporto immediato con le cose, con i propri desideri e credenze, con i fatti, con i sentimenti, con i rapporti, con i poteri, con i conflitti... E' un mondo quotidiano ove molto di ciò che accade non è d'un soggetto ma è di una neutralità plurale che quella del si dice, si fa, si ritiene, ...
Quotidianità senza soggetto e senza oggetto, perché ivi il mondo è un sistema di possibilità, di ostacoli, di pertinenze, di alterità, di contatti, di commerci, di scambi...
Quotidianità spesso senza logica, perché già la logica costituisce un processo di idealizzazione, una sostruzione (costruzione su) come direbbe Husserl. Il quotidiano, lo sappiamo bene, spesso è incoerente, ambivalente, ambiguo, soggetto al malinteso e all'errore. Ma è proprio questo il nostro quotidiano, è questo il mondo-della-vita con cui ci dobbiamo confrontare.
Ecco, forse lo stare nella Consulenza Filosofica ci ha dato l'opportunità di fare esperienza di questo spazio vissuto, che ci appartiene, anche quando non lo sappiamo. E' in questo spazio che bisogna saper penetrare. Anche qui c'è un intero mondo da ri-scoprire.
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