L'esperienza della Consulenza Filosofica rimonta, in Italia, ai primi anni del 2000, sono una quindicina d'anno di lavoro, e non sono pochi. Ciò che mi chiedo oggi è: che cosa abbiamo appreso dall'esercizio reale di questa pratica? Certo all'inizio si è trattato soprattutto di mettere a punto condizioni, metodi, strutture, contesti, si è trattato di portate a superiore chiarezza un'attività in parte sconosciuta, si è trattato di rispondere a domande che nascevano dalla pratica stessa e che si rispecchiavano poi nella pratica, contribuendo ad affinarla, a portarla ad una maggiore consapevolezza teorica e operativa.
Ma questo nella prima fase. C'è stata poi una fase seconda, nella quale gli operatori, i filosofi, hanno avuto la possibilità di porsi nuove domande, non più interne alla pratica e ad essa funzionali, ma piuttosto rivolte a ciò che dalla pratica come tale era possibile estrarre. La pratica della filosofia, la filosofia come "consulenza", mette in situazione noi come filosofi, la filosofia come tale, l'esistenza delle persone, le ragioni, i valori, le idee che danno forma alla vita singolare e collettiva.
Bene, dal nostro stare in situazione cosa abbiamo imparato? Sarebbe interessante cominciare a confrontare le nostre risposte a questa domanda generale e verificare ciò di cui io sono convinto, e cioè che questa pratica ci mette in condizione di fare straordinarie scoperte proprio in quella zona ancora ampiamente esplorabile del rapporto tra il singolo, la collettività, il mondo. C'è tutto un lavoro da fare, e comincia adesso.
Sono pienamente d'accordo. Quando, dove e come cominciare?
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