“La civiltà universale dei nostri giorni è paragonabile al più complesso arazzo che sia mai stato tessuto; ora ci rendiamo conto che a lungo andare la struttura portante di questo arazzo - la soggettività che vuole accaparrarsi il dominio sul mondo - rovinerà il disegno che vi è riprodotto. Riusciremo a separare questo disegno dalla struttura portante senza distruggere la sua meravigliosa complessità? Questo è il compito dinnanzi al quale oggi ci troviamo; comunque sia, una cosa si può affermare: abbiamo raccolto una sfida intellettuale, morale e politica di cui forse non siamo all'altezza, ma che per lo meno non ci dà la sensazione di essere inutili.” (p. 170)
L'universalizzazione del modello di vita occidentale non è attuabile senza il collasso ecologico della terra. Ciò significa che il tenore di vita dell'Occidente non è morale. La crisi ecologica ha per soggetto l'Homo Sapiens che quindi può lamentare una crisi di saggezza dovuta al crescere smisurato della razionalità tecnica, che è prerogativa dell'uomo, e alla confusione tra razionalità rispetto allo scopo e razionalità rispetto al valore, confusione che si afferma nell'epoca industriale.
Tre sono gli elementi fondamentali della società industriale:
1. la scienza moderna
2. la tecnica moderna
3. l'economia capitalistica.
1. La scienza deve liberarsi della contrapposizione soggetto/oggetto, ma deve anche spiegare in che cosa consiste la particolarità evidente dell'uomo. La scienza moderna si è costruita a partire dal dualismo cartesiano. Cartesio assolutizza il soggetto, annulla l’altro, contrappone la natura come res extensa contrapposta alla res cogitans e intesa come macchina priva di interiorità. E quindi smontabile, quantificabile e materializzabile implica che la natura è sottomessa al dominio dell'uomo.
2 la dialettica della Tecnica:
- dimostra la superiorità dell'uomo sulla natura
- superiorità che dipende dalla capacità dell'uomo di usare le cose per i propri fini, vedendole per diverse da ciò che sono
-la tecnica porta una soddisfazione dei bisogni ma in realtà ne differisce la soddisfazione
3. Nell'economia capitalistica il destino e il ruolo del singolo non è pre-determinato, e il valore di scambio prevale sul valore d'uso. Non si risolve la crisi ecologica senza l'apporto di tecnica ed economia. Il problema è che l'economia moderna è solo quantitativa e amorale. Il locomotore del mondo moderno è l'economia:
"Ma qual è il locomotore del mondo moderno? è certamente l'economia appunto il suo principio propulsivo, la sua molla sono però i valori e le categorie, ormai popolarizzati, della filosofia moderna: il mito della fattibilità, l'aspirazione a superare ogni limite quantitativo, la mancanza di scrupoli nei confronti della natura e quindi una filosofia per la quale la responsabilità non sia un concetto vuoto dovrà cercare in primo luogo di creare valori nuovi e in secondo luogo di trasmettere alla società e agli esponenti di punta del mondo economico, dovrà cercare di farlo il più rapidamente possibile. Perché il tempo stringe. " (71)
Etica e crisi ecologica
La crisi ecologica rende necessaria uno sviluppo dell'etica universalistica Kantiana: sostenere che la legge morale costituisce il principio del mondo empirico e dunque che anche la natura è oggetto di doveri morali (versus Kant) implica che l'etica universalistica deve essere ritoccata in funzione di esigenze nuove, il diritto a generare per esempio va controllato se vogliamo salvaguardare l'umanità.
La domanda è: come ci si deve comportare con l'egoismo che è il motivo fondamentale del capitalismo se si vuole realizzare un ordine sociale moralmente accettabile? Ma l'egoismo non si può estirpare.
Conclusione: è necessaria un'economia ecologica sociale di mercato, il suo strumento è una politica fiscale adeguata e la fine di sovvenzionamenti ai settori inquinanti.
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