Libretto suggestivo per chi ha sensibilità spiritualiste in cui Panikkar elabora il concetto di ecosofia, che così definisce: "la tradizionalissima consapevolezza che la Terra è un che di vivente, tanto nelle sue parti quanto nell'insieme." (13) è la saggezza della Terra: "la Terra non è una mera fornitrice di materie prime per l'umanità; e ben più del palcoscenico dell’habitat dell'uomo. È il corpo esterno dell'uomo stesso, il suo spazio vitale, la sua casa." (14)
L'uomo tecnologico ha perduto il contatto con la terra, con i ritmi della natura, e imposto un ordine artificiale.
9 tesi dell'ecosofia da un punto di vista interculturale:
1. la crisi attuale riflette il venir meno dei nostri enunciati culturali di fondo:
il mondo degli Dei
il mondo dell'uomo
il mondo della natura
Viviamo in un mondo artificiale. La crisi è rivelazione del cosmo;
2 solo una trasformazione potrà salvarci;
3 tale trasformazione e l'esperienza cosmoteandrica:
Realtà trinitaria: divina - umana – cosmica. La realtà è come un testo in cui si intrecciano le dimensioni cosmica divina umana. ("Uso l'aggettivo «divina» come sinonimo di «libera infinita» nel senso del «mistero», ossia qualcosa che non è suscettibile di manipolazione né permeabile all'intelletto." (17)
4. la natura reale non è un oggetto;
5. le categorie della scienza naturale sono inadeguate per rapportarsi alla natura;
6. conoscere la natura significa diventare consapevole della nostra coappartenenza cosmo teandrica.
7. l'arte (tekne) di prendersi cura della natura si chiama ecosofia;
8. la natura è il nostro terzo corpo:
a) corpo materiale
b) umanità = secondo corpo
c) La terra è uguale al terzo corpo
9. per quanto inizialmente dolorosa l'emancipazione della tecnocrazia è il compito liberante del nostro tempo.
Panikkar è scettico rispetto a termini come ecologia e anche ecologia profonda, perché "non è la Terra ad aver bisogno di noi. Siamo noi i malati. Abbiamo bisogno di ecosofia.” (32)
"la natura è viva e noi dobbiamo prestarle ascolto." (43)
"Dal punto di vista filosofico, direi che la vera essenza del tempo consiste nel ritmo. La realtà e ritmica. Il ritmo non va da nessuna parte non ha alcun telos." (52 53): la danza è l'incarnazione del ritmo (Cfr. Shiva, Nietzsche).
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