A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico
Visualizzazione post con etichetta ideologia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ideologia. Mostra tutti i post

martedì 30 agosto 2022

LETTURE, RILETTURE E SCOPERTE Althusser, Filosofia per non filosofi

 Louis Althusser, Filosofia per non filosofi, Dedalo 2015, pp. 246


Il libro, uscito postumo,  risale agli anni '70 e si sente nel tono generale e in una certa ostinazione a voler risolvere i problemi teorici di un marxismo in crisi, rispetto al quale per altro, Althusser risulta un eretico. Tuttavia l'autore è profondo e la sua scrittura ha il pregio di una coerenza estrema amplificata dal desiderio di chiarezza che caratterizza un testo rivolto, come dice il titolo, al "non filosofo". 

Per quanto le problematiche della lotta di classe e dei conflitti ideologici appaiano oggi ferri vecchi del pensiero, il volume di Althusser ha il merito di pensare in profondità il tema delle pratiche (produttiva, scientifica, politica, psicoanalitica, artistica, filosofica) riconducendole ad una contrapposizione storica essenziale, quella tra idealismo e materialismo. Ma i due termini non sono ridotti alle formule superificiali spesso in voga quanto piuttosto riferiscono alla capacità o meno dei sistemi ideali di tradursi in pratiche sociali. 

Mi preme chiarire: non faccio uso di questa terminologia, ma quando parlo di filosofia del quotidiano penso proprio a ciò che Althusser chiamerebbe filosofia materialistica.

"Ciò che la pratica filosofica trasforma sono le ideologie sotto le quali le differenti pratiche sociali producono i loro effetti specifici." (195) E' sufficiente una affermazione come questa per comprendere il tipo di riflessione cui il testo ci chiama. 

Un libro da leggere e da meditare.

lunedì 16 gennaio 2017

Dio non esiste

Che un antropologo, uno scienziato sociale, uno studioso accademico come Marc Augé potesse scrivere una favola sovversiva e irriverente come questa, non può che stupire. Eppure l'esito è davvero deliziosamente felice, e ricorda il tipico conte philosophique settecentesco, sapido e intrigante, che ti obbliga a farti delle domande e a tentare delle risposte.
Lo spunto è folgorante: Papa Francesco che annuncia solennemente dall'alto della sua cattedra che Dio non esiste, sono queste le tre parole che fanno cambiare il mondo. Da esse discende tutta la narrazione, attraverso la quale Augé elabora una sorta di utopia, che configura un mondo senza tutte le religioni, o meglio che converte l'istinto religioso facendone emergere il grande segreto, e cioè il fatto di custodire quanto di migliore vi sia negli uomini, ovvero la loro piena consapevolezza della vita.
A partire da tale assunto gli uomini tornano a costruire una nuova forma di solidarietà, a partire dal sapere che la vita dopo la morte esiste, ma è quella dei vivi e non quella dei morti, e che la certezza che tutto abbia una fine è ciò che dà valore agli inizi.  Il progresso dell'umanità in questa favola pare dunque legato al superamento pacifico di tutte le istituzioni religiose, alle quali si contrappone una ripresa illuministica della ragione, ma ancor meglio una prospettiva umanista e un sogno di pacificazione universale, il sogno di una umanità rivolta al sapere, al superamento della povertà e dell'ingiustizia.
Nulla di nuovo in questo, è il sogno che in tante forme l'uomo ha sempre coltivato, il sogno del meglio di fronte alle difficoltà dell'esistenza, un sogno senza il quale ci troveremmo ancora all'età della pietra. Ne abbiamo bisogno, non possiamo farne a meno, è ciò che io chiamo saggezza.
Immagino che i credenti non troveranno molto di cui compiacersi in questo racconto, rispettoso e sereno ma tagliente, invece l'ateo che è in me nel percepire una sintonia profonda con le parole di Augé spera che esse valgano almeno a sollevare qualche ragionevole dubbio su ciò che oggi pare tornato ad essere un luogo comune diffuso e pervasivo: la nostra è infatti una società che sta tornando ad una cultura pre-illuministica e pre-scientifica, che sta rivalutando atteggiamenti che in altri tempi avremmo definito superstiziosi, che sta riabilitando il pensiero magico.
In questo quadro le religioni tornano ad essere un punto di riferimento che prende il posto delle vecchie ideologie ormai tramontate. Senza che i più si facciano la domanda chiave, quella a cui risponde il Papa all'inizio di questa storia.

Marc Augé
Le tre parole che cambiarono il mondo
Milano, Cortina, 2016
pp. 94  €8,00