A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico
lunedì 18 giugno 2012
La fuga di Marta
"La fuga di Marta" di Sean Durkin, vincitore della miglior regia al Sundance 2011, è un film strano. Prima di tutto per la lentezza davvero estrema, alla quale come spettatori ormai non siamo più abituati, poi perché sembra davvero non curarsi affatto delle consuete grammatiche cinematografiche, i passaggi da un fase della storia ad un'altra sono artificiosi, spesso forzati, si fatica molto a ricostruire la trama ricomponendo una fabula continuamente spezzata, senza curarsi ad esempio di chiarire subito i ruoli dei personaggi. Alla fine il film risulta inevitabilmente faticoso, ed è un peccato perché la ricostruzione della tragica esperienza della protagonista in una setta religiosa e violenta in certi momenti è molto profonda. Il continuo primo piano sullo sguardo spento della povera ragazza tocca nel profondo facendo emergere il magma devastante delle sue emozioni. Un film che merita di essere visto ma solo a condizione di essere pronti a due ore di silenziosa concentrazione.
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