A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico
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giovedì 23 marzo 2023

Letture: Cixin Liu, Fulmine globulare (2004)

 

 Fulmine globulare - Liu Cixin - copertinaPremetto che considero  il Problema dei tre corpi di Cixin Liu una vera  e propria svolta nella fantascienza contemporanea, e una delle letture più emozionanti degli ultimi anni. Non stupisca se estendo l’entusiasmo per il massimo rappresentante cinese del genere, anche a questo romanzo del 2004 Fulmine globulare. Anche qui,  come nella successiva trilogia, il punto di partenza è la fisica più avanzata del nostro tempo che l’autore sa maneggiare con competenza e fantasia. Il fulmine globulare infatti è un fenomeno raro ma reale, e i protagonisti del lungo romanzo sono ricercatori che si affannano a trovare  una risposta scientifica al fenomeno. Nel corso della ricerca si scontrano con aspetti  sempre più incredibili: scopriamo dunque che il fulmine globulare è in realtà  un macroelettrone che fa parte di un macro atomo, ed è capace di sviluppare una potenza straordinaria e selettiva. Si inserisce quindi un secondo aspetto molto interessante: la questione dello sfruttamento delle scoperte scientifiche a fini militari. Una delle protagoniste sembra quasi ossessionata dalla possibilità di produrre un arma definitiva che consenta alla Cina di prevalere in una grande guerra contro, sembra di capire perché non è esplicitato, gli Stati Uniti.

Ma le cose non sono così semplici, Gli Stati Uniti trovano delle contromisure per annullare l’enorme potenza dei fulmini globulari lanciati dai cinesi. L’attenzione allora dei ricercatori si sposta verso il nucleo del macroatomo, sorta di sostanza filamentosa che viene identificata e rintracciata. Si elabora un modo per far scontrare due nuclei uno contro l’altro dando vita a una fusione nucleare. Se ne ricava ancora una volta un’arma la cui potenza è talmente alta e talmente selettiva, perché polverizza i chip ma risparmia gli esseri umani, che spinge le nazioni in guerra a cessare ogni ostilità.

Emerge però un fenomeno imprevisto e estremamente oscuro, gli oggetti distrutti in realtà sono trasferiti in una nube di possibilità, cioè in un condizione quantica, per cui non è chiaro se ci sono o non ci sono. E su questa ambiguità si chiude il romanzo. Non dimenticando un accenno finle inquietante alla possibilità che vi siano degli alieni a osservare tutto quel che succede negli esperimenti scientifici degli umani, così condizionandoli, perché sappiamo bene che la presenza di un osservatore modifica la realtà dell’oggetto osservato.

 Lungo, complesso, non accondiscendente con il lettore, forse il profilo dei personaggi non è sempre così preciso, tutto vero, ma resta che Fulmine globulare per me è ancora una volta un o dei romanzi più originali e innovativi che si siano letti in questi ultimi anni. Una esperienza assolutamente da non perdere.  

 


 

giovedì 16 febbraio 2023

Letture: Arthur C. Clarke, Le sabbie di Marte

 


Pubblicato nel 1951, cioè ben dieci anni  prima di Jurij Gagarin, questo bellissimo romanzo di Clarke rappresenta una delle testimonianze più eminenti della cosiddetta fantascienza classica, non a caso fu usata in Italia per dare inizio alla gloriosa collana Urania.

La chiave del romanzo è certo racchiusa nella descrizione dei voli spaziali, della colonizzazione del pianeta Marte e del primo tentativo di “terraformazione”.

Il protagonista è uno scrittore e giornalista Martin Gibson, che inviato a partecipare per un reportage, al viaggio inaugurale dell'astronave "Ares" - prima nave di linea regolare fra la Terra e Marte, finisce per restare affascinato dal pianeta e da tutto ciò che vi si sta realizzando.

Marte si presenta in modo assai diverso da come le sonde ce lo hanno mostrato veramente in seguito, qui è un pianeta verde, anche se le piante sono molto particolare per via della mancanza di atmosfera, i coloni vivono sotto delle strutture protette, ma per uscire usano solo una maschera per l’ossigeno.

Gibson incontrerà tra gli altri un giovane simpatico che poi scoprirà essere suo figlio, e che rappresenta in un certo senso il futuro della colonia marziana.

La verosimiglianza di tutto l’apparato tecnologico raccontato in questo romanzo è semplicemente stupefacente e mostra benissimo l’attenzione che Clarke mette in tutte le sue opere alla dimensione tecnica e scientifica. D’altra parte sappiamo bene quanto egli rappresenti l’entusiasmo americano, li sogno della conquista pacifica e produttiva dell’universo compiuto nel nome di una scienza che in definitiva  sempre buona, sempre dalla parte del progresso e degli uomini.

Qui incontriamo un grande progetto chiamato Progetto Aurora che è niente meno che il tentativo di trasformare una delle lune di Marte in un piccolo sole artificiale (attraverso bombardamenti nucleari) in modo da modificare l’ambiente marziano, rendendo possibile la diffusione di piante in grado di produrre ossigeno dalle sabbie. L’esperimento riesce  così il pianeta si avvia ad una nuova vita, per i coloni che lo abitano ma anche per una piccolissima popolazione animale, una specie di canguri discretamente intelligenti e pacifici che il protagonista ha scoperto per caso. 

Lo sguardo di Clarke è costantemente rivolto verso un futuro possibile, di cui la fantascienza rappresenta solo l’anticipazione razionale. Non stupisce allora che  la narrazione avvenga con uno stile costantemente asciutto, descrittivo, realistico, senza troppi fronzoli, e sempre molto accattivante. Si tratta per l’autore di mostrare il possibile non di costruire mondi nuovi immaginari e strabilianti, ma piuttosto di mostrale quali possibilità cu riservano la tecnica e la scienza, se solo riservassimo loro tutta l’attenzione cui hanno diritto. È un mondo di scienziati quello di Clarke dove lo scrittore, ha in fondo il compito del cronista.

Oggi la fantascienza ottimistica e senza problemi di Clarke forse ha fatto il suo tempo, ma di sicuro resta inalterato il piacere della lettura che questo romanzo sa regalare al lettore.