Il collettivo Wu Ming ci ha abituato in questi anni a romanzi corali di ampio respiro e spesso molto accattivanti. Anche in questo caso non si smentisce, UFO 78 (2022, edito da Einaudi) ci offre un formidabile affresco degli anni '70. Per chi come me li ha vissuti, anche se da adolescente, fa un certo effetto ritrovare eventi, il rapimento Moro prima di tutto, politici, situazioni, musiche, personaggi che hanno segnato un'epoca e la vita di tanta gente nel nostro paese.
Tuttavia, al di là di questo affresco ambientale molto ben riuscito, la caratteristica del romanzo è un'altra. Fin dal titolo, infatti, l'attenzione del lettore è catturata dalle vicende, per lo più inventate, di uno scrittore di fantarcheologia, uno di quelli che parla dei segreti delle piramidi, della presenza degli alieni in tempi antichi, e che mescola fantasie e dati reali per catturare l'attenzione del pubblico, ma accanto a questo personaggio appaiono nel romanzo schiere di ufologi, ufofili, cercatori di oggetti volanti non identificati, una delle passioni degli anni '70. Qui allora si comincia a perdere contatto con la realtà, queste figure infatti sono frutto della fantasia degli autori che mescolano sapientemente uno sfondo storico molto accurato con invenzioni pure e semplici che però inserite in quel contesto costringono il lettore a chiedersi continuamente, ma è veramente successo? Esisteva davvero questo gruppo? Una finta bibliografia finale sostiene la finzione e la rende indecidibile.
C'è un terzo filone narrativo da segnalare quello che riguarda la nascita della prima comunità di recupero per tossicodipendenti, anche qui descritta con molto realismo pur essendo frutto dell'inventiva di Wu Ming.
E infine devo parlare della vera e propria trama del romanzo, ma come si sarà capito, si tratta del lato più debole della narrazione, c'è infatti sullo sfondo una vicenda di cronaca nera: la scomparsa di due ragazzi sul monte Quarzerone, mistero che il protagonista Martin Zanka ( per i meno giovani: evidente il riferimento a Peter Kolosimo) cercherà di risolvere, e che si rivelerà essere un tassello di una ben più articolata vicenda politica che vede implicati terroristi neri e depositi di armi.
Se dovessi dare un giudizio complessivo sul romanzo, dovrei distinguere tra la parte dell'ambientazione, davvero coinvolgente, soprattutto per chi la vissuta, e la parte diciamo così del giallo, piuttosto debole e scontata. Nel complesso è sicuramente un bel libro che merita di essere letto, purchè non ci si aspetti molto dall'intreccio e ci si goda semplicemente questa immersione totale negli anni '70, un decennio di svolta per la storia del nostro Paese.
Nessun commento:
Posta un commento