9 SPIRITI
Era domenica e le chiese erano
chiuse, Pochi passanti frettolosi, con il cane al guinzaglio. L’aria tersa.
Gente sui balconi con la sigaretta, gente appoggiata alla ringhiera del
terrazzo che guardava giù annoiata.
La chiesa dei servi di Maria, con
quell’alto cappello proteso verso il cielo, era immobile. Silenziosa.
Abbandonata. Il crocifisso in cima al tetto svettava nitido nel contro
l’azzurro dell’altezza, l’infinito si svolgeva come un pozzo rovesciato da
quella cima fino altre i limiti umani dello spazio. Poi, d’improvviso, tutti
gli abitanti del quartiere videro cadere come sei pezzettini di carta
luccicante, che frullavano nell’aria lanciando piccoli lampi di luce in tutte
le direzioni.
Ira, tutti sappiamo che le cose
pesanti cadono verso terra, sappiamo che salgono quando sono più leggere
dell’aria, ma quella domenica scendevano senza ragione come se una mano
invisibile le lasciasse andare dall’infinito cielo azzurro lì sulla cima della
chiesa, su quel presuntuoso tetto a cono. I fortunati che dai balconi potevano
vedere l’insolito fenomeno restarono a bocca aperta. I pochi incupiti passanti
si bloccarono testa in su a contemplare quello sfarfallio di coriandoli
luccicanti che s’appoggiava lieve sul tetto pendente della chiesa e scivolava
giù verso terra. Qualcuno, curioso, s’avvicinò e raccolse alcuni di quei
frammenti, Nient’altro che pezzetti di carta lucida, blu, rossi, grigi,
rettangolini non più lunghi di un pollice.
A lungo quella pioggia leggera
sovrastò la chiesa provenendo da un punto invisibile là in alto. E poi, com’era
iniziato così tutto si concluse. Nel silenzio irreale di quella domenica di
quarantena. Nessuno seppe spiegare. Solo il Prof Giordano, ateo impenitente,
sguardo lungo, ebbe l’intuizione decisiva. «È lo spirito che viene» disse. Ma
non c’era nessuno ad ascoltarlo.
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