Era giovedì, era ancora freddo, non era marzo, non era
primavera. Le strade erano deserte, i pochi passanti infreddoliti camminavano
veloci, a testa bassa, con la borsa della spesa in bella evidenza, attenti a
non incrociarsi. Ognuno nella propria corsia. Salvi perché soli.
Ma da un portone, che s’apriva lentamente, usciva guardingo
Franchino Marengo detto Frank. Perché anche quando tutto sembra andare a
rotoli, e la vita appare sospesa per decreto, il bene e il male continuano la
loro storia di battaglie, di scontri, di incertezze, e Frank, nella sua
semplicità di ladro di appartamenti sapeva qual era il suo destino: un
economista l’avrebbe chiamata redistribuzione del reddito. In fondo Frank non
faceva altro che togliere un po’ del superfluo, la vittima sarebbe
sopravvissuta, e lui avrebbe realizzato il sogno di avere, avere, avere le cose
del mondo anche senza lavorare. Uno scambio ineguale, ma nell’economia del
mondo una semplice variazione di fattori che non cambia la somma finale.
Ma ora era diventato tutto troppo difficile, Frank non
riusciva più a trovare una casa vuota, c’era sempre qualcuno, a ogni ora del
giorno e della notte. E allora come fare quell’onesto lavoro di topo
d’appartamento? «Forse basta chiedere» pensò Frank, suono il campanello, mi
presento, dico che in una situazione normale avrei sottratto i gioielli della
nonna, l’avanzo della pensione, l’orologio della comunione, la medaglia d’oro,
il telefonino lasciato sul tavolo. Ma ora? Che si mettessero una mano sul
cuore, non dico tutto, ma datemi almeno una quota delle vostre ricchezze, meno
di quelle che vi avrei preso. In fondo vi ho scelto fra tanti, è toccato a voi,
non fatevene un cruccio, è il Destino.
Frank sapeva essere convincente, la gente dava, pur di
toglierselo di torno, la gente gli offriva una catenina, qualche banconota, un
orologio vecchio… Non era molto, ma Frank ci campava.
Quel giovedì, era mattina presto, era infreddolito, salì al
terzo piano, suonò il campanello, fece la sua perorazione, il vecchio signor
Bassi, un po’ ingobbito dagli anni, tossendo lo ascoltò, gli strinse la mano. E
quando Frank gli chiese «Allora, cosa mi dai?», Bassi tossì ancora, pallido e
leggermente sudato.
«Già dato, caro amico.»
Frank non capì subito, ma alla volta di domenica, tremando
di febbre, si rese conto. Ecco cosa gli aveva riservato il Destino.
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