Jenny e u suoi amici sollevarono
il calice rosso e si augurarono reciprocamente la salute. La tradizione
dell’aperitivo del sabato serra era una di quelle che meritavano di essere
preservate anche in tempi difficili come quelli. Tuttavia, Gigi che da un po’ di
tempo lottava contro i mal di stomaco, sollevò un calice rosso ma non di
bevanda alcolica piuttosto di un infuso al karkadè. Visto da lontano lo si
poteva facilmente scambiare per uno spritz Campari, ma era una finzione, era
solo un espediente per brindare con gli amici anche senza bere l’alcol che gli
era nocivo.
E in effetti il primo momento non
se ne accorse nessuno, solo dopo, quando gli altri lo videro bere ad ampie
sorsate, invece di assaporare lentamente, qualcuno sospettò che il bicchiere
fosse contraffatto. La cosa in sé non era grave, s’intende, ognuno è libero di
bere ciò che vuole, ma è fastidiosa, irritante, la finzione, mentire agli amici
quando potresti semplicemente raccontare la verità e nessuno si
scandalizzerebbe.
Ma la menzogna si nutre della
distanza, e una finzione che sembra vera, in fondo non si distingue dalla
verità, vista da lontano. È il gesto
che ti tradisce. Così Luca, spavaldo e un po’ provocatore, chiese «Ma cosa
bevi?», e a quel punto Gigi si trovò di fronte a due opzioni: poteva rispondere
la verità, ma così avrebbe ammesso di aver mentito precedentemente, al momento
del brindisi, oppure avrebbe potuto mentire adesso e sostenere convinto che
quello nel suo calice era un autentico spritz Campari. Nel primo caso sarebbe
stato un mentitore di fronte a tutti, anche se disposto ad ammettere l’errore,
nel secondo sarebbe stato un mentitore di fronte a se stesso, avrebbe cioè
fornito alla sua coscienza la prova provata della sua malafede.
Nessuna delle due prospettive lo
attirava. Ma era con le spalle al muro e doveva scegliere tra due mali, Nessuno
dei quali poteva essere definito minore dell’altro.
Gigi stava per rispondere, quando
la sua mano destra schiacciò, - per errore o per scelta? - il tasto off del
tablet col quale si stava collegando allo spritz virtuale. Scomparve dallo schermo degli amici che
pensarono al solito guasto della linea, e continuarono l’aperitivo senza di
lui.
Gigi restò lì, col suo bicchiere
di acqua colorata, da solo, nel suo salotto. Fuori s’intravedevano le prime
ombre della sera.
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