A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

mercoledì 1 aprile 2020


4 CONTATTO

L’importante è non toccare mai niente. Rosa si mise le scarpe coi tacchi perché erano quelle che riducevano al minimo il contatto con il suolo. I guanti di gomma, la mascherina.
Non è difficile evitare il contatto con gli altri, più complicato e non toccare le cose. A meno che non si impari a volare, la strada bisogna toccarla, e poi il pavimento del supermercato, è inevitabile, e si sa che da ogni contatto comincia un pericolo. Le porte del supermercato sono automatiche, ma poi il carrello? Prenderlo con le mani? Toccare proprio lì dove tutti hanno toccato prima di te? Rosa era astuta e attenta, non intendeva farsi fregare.
Usò un gancio portato da casa, garantito sterile, e con quello spinse il carrello, contatto a distanza, il gancio poi a casa lo avrebbe gettato in una bacinella d’alcool. Facile.
E così per le cose sugli scaffali, sempre col gancio. Non era semplicissimo in verità, le cose sfuggono, le bottiglie rischiano di cadere e frantumarsi, i barattoli sono tondi e scivolosi. Ci vuole abilità, non basta l’ingegno. Ma Rosa era spinta dalla necessità, e diventava ogni giorno più abile. Il carrello si riempì, piano piano, girando per le corsie, fermandosi quando c’era il rischio di avvicinarsi a qualcuno, affrettandosi quando ci si voleva allontanare da qualcun altro.
Alla cassa, di nuovo un lavoro di gancio, con abilità, anche perché l’esperienza fa esperti, le cose che hai saputo afferrare dallo scaffale ora sai anche come prenderle per depositarle sul nastro della cassa.  E per pagare, Rosa non aveva dubbi, la carta che si avvicina alla macchinetta, nessun contatto. Perfetto.
Rosa mise i suoi acquisti nella borsa che si era portata da casa e così attraversò le porte automatiche. Perfetto. Contatto zero. Nel tragitto verso casa cerò di respirare poco, il minimo indispensabile. Meno respiri, meno possibilità di ingoiare il male.
Aprì la porta di casa senza toccarla, solo spingendola con le chiavi infilate nella serratura. Prima di entrare si era tolta le scarpe e le aveva lasciate fuori sul pianerottolo.
Finalmente la porta si schiuse dietro di lei. Salva. Un altro giorno senza contatto. Si tolse tutti gli abiti, i guanti, la mascherina, gettò tutto nel secchio della sterilizzazione. Si guardò allo specchio, Rosa vide il suo volto pallido di giovane donna malata. Era contenta, quel giorno aveva salvato molte vite umane.

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