La sfida di Gaia di Bruno Latour (2015)
La sfida di Gaia. Il nuovo regime climatico edito da Meltemi, è un saggio scritto da Bruno Latour, uno dei massimi antropologi contemporanei. Nel libro, Latour esamina le molteplici e ambigue figure di Gaia, concentrandosi sul concetto di "nuovo regime climatico". L'autore fa notare come la nostra comprensione del clima e dell'ambiente sia cambiata nel corso degli anni e come questi cambiamenti abbiano influenzato la nostra relazione con il pianeta.
Fa notare come solo nei confronti della Terra non si è applicato il principio di precauzione e si sono ignorati tutti gli indizi di trasformazione: scioglimento dei ghiacci, tasso di CO2, innalzamento dei mari, estinzione di molte specie, mutamento climatico, desertificazione ecc.
Siamo di fronte oggi a una vera e propria “follia della negazione” (32), ci sono i clima-scettici, i clima-negazionisti, i complottisti, i clima-quietisti (quelli che si rimettono alla volontà di Dio), ecc.
D’altra parte ci sono tutti coloro che colgono i segnali ma non pensano che si possa fare più niente e cadono in depressione.
Latour invita piuttosto a non disperarsi ma anche a non affidarsi solo alla speranza, si tratta invece di scoprire un percorso di certezza e di rendersi conto che l’uomo appartiene alla natura. L’uomo è insieme essere di natura e di cultura: dimensioni che non possono essere mai separate. Latour propone infatti di usare l’espressione convenzionale Natura/Cultura come sintesi delle due, così come “Umano” è la sintesi di uomo e donna. E ogni volta che si parla di Natura o di Cultura, si parla della metà di una coppia definita da un concetto unico
“Stiamo conducendo un esperimento fuori controllo” (75) dichiara Latour: siamo di fronte a una guerra. Ma se sottovalutiamo o ignoriamo i segnali e quindi “stiamo a vedere” saremo destinati a perderla. Chi si richiama alla scienza sperando che possa mobilitare le risorse per risolvere il problema si sbaglia, perché spetta piuttosto alla politica.
Latour sostiene che Gaia, intesa come l'interconnessione tra tutti gli esseri viventi e l'ambiente, rappresenta una sfida per l'umanità. Egli mette in evidenza come la crisi climatica e le sue conseguenze abbiano messo in discussione le nostre concezioni tradizionali di natura e società, richiedendo una nuova forma di pensiero e azione.
Come Galileo a suo tempo ha scoperto che la Terra si muove e non è il centro del mondo, così oggi bisogna tornare all’idea di una Terra che si commuove (98), agisce come se fosse animata, ha un “comportamento” come se avesse un soggetto dentro di sé. E si rompe così la certezza in ogni Diritto Naturale, in ogni Legge di Natura. Così come cade la possibilità di contrapporre Soggetto e Oggetto.
La Terra non è inerte. Ha una capacità di azione (agency)!
Le tre celebri ferite indicate da Freud all’orgoglio degli uomini, determinate da Copernico, da Darwin e da Freud stesso sono dunque poco rispetto alla ferita più grande che si realizza oggi: rendersi conto che siamo imprigionati nella minuscola atmosfera di questo pianeta, ecco allora la necessità di ritornare a un cosmo chiuso, rientrando dal sogno dell’universo infinito.
Il comportamento della Terra è inspiegabile senza il lavoro compiuto dagli organismi viventi, questo è il senso di Gaia. Ciò che era naturale ora è sempre più sociale come è accaduto al Paesaggio. In questo senso non si può “pensare globalmente” perché siamo sempre parte di quell’insieme. Nessuno di noi può tenere in mano il Globo come nelle rappresentazioni moderne.
Attraverso queste otto conferenze, Latour affronta dunque temi come la politica climatica, la responsabilità umana nei confronti dell'ambiente, la necessità di una nuova etica del clima e la sfida di costruire un futuro sostenibile. Il libro invita i lettori a riflettere sulle implicazioni sociali, politiche e filosofiche del cambiamento climatico e a considerare come possiamo affrontare questa sfida in modo efficace. Perché una cosa è sicura : non c’è più tempo!
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