Novacene di James Lovelock (2019)
Novacene: L'era dell'iperintelligenza è un saggio del 2019 scritto dallo scienziato e ambientalista James Lovelock noto per aver creato l'ipotesi di Gaia, cioè l’idea che considera la Terra come un organismo vivente in grado di autoregolarsi.
In Novacene, Lovelock presenta una teoria
sorprendente sul futuro della vita sulla Terra. Egli sostiene che stiamo
entrando in un'era chiamata appunto Novacene,
destinata a soppiantare l’era dell’Antropocene
iniziata nel 1712 con
l’invenzione della pompa a vapore di Newcomen. Novacene, è l’epoca inaugurata
piuttosto da Guglielmo Marconi, in quanto inventore della prima tecnologia
informatica, il telegrafo senza fili. Sarà l’epoca in cui l'intelligenza
artificiale supererà l'intelligenza umana ma soprattutto l’epoca in cui le
macchine saranno in grado di produrre loro stesse, evento non così lontano
visto che già oggi accade: ci sono per esempio i microchip che vengono
costruiti da altre macchine perché nessun essere umano sarebbe in grado di
costruire oggetti di dimensioni così ridotte.
Secondo Lovelock, l'IA diventerà una forza dominante sulla Terra ma lungi dal distruggere l’umanità come si ipotizza in tante opere di fantascienza, essa lavorerà piuttosto insieme agli esseri umani per preservare la vita sul pianeta.
Lovelock esplora le implicazioni di questa transizione verso l'iperintelligenza e discute come l'IA potrebbe aiutare a risolvere i problemi ambientali e a garantire la sopravvivenza del nostro pianeta. Egli esprime un'ottimistica visione del futuro, in cui l'umanità e l'IA collaborano per affrontare le sfide globali e preservare la vita sulla Terra. In particolare preoccupandosi di mantenere una temperatura abitabile sia per gli esseri viventi sia per quelli che chiama i cyborg, cioè le macchine. Perché questi esseri iperintelligenti non possono non sapere di essere totalmente dipendenti dallo stato di salute del pianeta, e quindi avranno bisogno difendere Gaia e la sua capacità di autoregolazione che dipende proprio dalla vita organica, e quindi sarà loro interesse preservarla, non certo distruggerla.
Lovelock ha scritto questo suo ultimo saggio ormai centenario ed è stupefacente la leggerezza e l’ottimismo che traspare da ogni pagina. Il libro è frutto di una profonda conoscenza scientifica ma è anche ispirato dalla volontà di comprendere e anticipare il futuro prossimo che noi umani abbiamo di fronte. Stimolante e suggestivo non è un caso che sia stato accolto positivamente dalla critica per la sua prospettiva innovativa sul rapporto tra l'umanità e l'IA.
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