L'estinzione dei grandi rettili nel Cretaceo, 65 milioni di anni fa, ha lasciato il posto ai mammiferi in una staffetta evoluzionistica dalla quale dipendiamo. Si può dire allora che l'uomo Sapiens è figlio di questa catastrofe.
Le molte catastrofi vissute dall'uomo lo costringono a porsi il problema del male naturale e del male umano (cfr. Voltaire sul terremoto di Lisbona 1755).
Piovani affronta il tema dell'Apocalisse seguendo la traccia di cinque termini chiave.
CATASTROFE
Si pensi agli esempi eminenti di Gilgamesh e della Genesi: il diluvio universale, si pensi a Esiodo: dopo l'età dell'oro il presente e il futuro sono decadenza, si pensi agli stoici con il tema dell'ecpirosi: l'uomo ha sempre pensato il suo destino legato a una catastrofe: "Dal secondo secolo in poi gli adepti del sacerdote Montano e delle sacerdotesse Massimilla e Priscilla attesero a lungo l'arrivo della Nuova Gerusalemme tra i villaggi della Frigia. La fine delle persecuzioni del IV secolo non infuse abbastanza ottimismo e le profezie di sventura proseguirono: per il massacratore degli eretici ariani, Ilario di Poiters, l'anno giusto sarebbe stato il 365. Per i donatisti di Ticonio il 380. Le invasioni barbariche apparvero ai più come un'attuazione letterale delle profezie bibliche: il flagello di Dio. Per Gregorio di Tours i tempi sarebbero finiti tra il 799 e l'806. Nel 950 il monaco Adsone di Montier-en-Der annuncia l'arrivo dell'ultimo imperatore del mondo nella sua Lettera sull'anticristo. Nell'anno 968 ci fu un eclissi solare, nel 981 apparve la cometa di Halley, nel 970 e nel 992 il venerdì santo coincise con l'annunciazione, si avvicinava la fine del primo millennio cristiano: troppe coincidenze, doveva esserci sotto qualcosa." (16)
Sette millenariste, predicatori, profeti di sventura: le previsioni sono state continue e continuamente smentite i fatti. Ciò però non impedì che previsioni apocalittiche comparissero continuamente.
Allora "la fine del mondo diventa una metafora inverosimile ma efficace, della battaglia contro le avversità. " (27)
E lo scacco delle previsioni rappresenta la natura non lineare, contingente della realtà. Le previsioni apocalittiche (come l'astrologia) sono un modo per imporre un ordine al caos e alle profondità del tempo. L'uomo ha bisogno di entrambe le cose:
- la certezza della continuità del tempo, gradualità delle trasformazioni, quanto è stato costruito nel passato deve servire al presente
- però ha bisogno anche della catastrofe.
"Abbiamo bisogno anche della catastrofe, del cataclisma imprevedibile che scompagina le carte, riapre i giochi, ridona speranza a chi era ai margini della storia, rovescia rapporti di forza e, spezza la logica precedente che sembrava invincibile." (43)
DISASTRO
La natura vive una condizione di neutralità morale, perché il male è una categoria della conoscenza umana. “È male ciò che noi associamo all’imperfezione.” (49)
Il disastro sempre ha responsabilità umana (costruire…) anche se vi sono eventi naturali come terremoti (3000 l’anno di magnitudo oltre i 6°), tzunami, eruzioni vulcaniche (almeno 50 l’anno), possibili asteroidi, capricci climatici… Dunque siamo esposti costantemente a molti mali interni ed esterni. E poi c’è l’evidenza del riscaldamento globale che sta accelerando ed ha causa prevalentemente umana.
“Cresce sempre di più il sospetto che, in fin dei conti, la catastrofe siamo noi…” (75).
E poi ci sono i virus…
NEMESI
I disastri derivanti dall’aggressività umana: conquiste, guerre, bombe atomiche, stragi, tecnologia fuori controllo, incidenti nucleari, disastri ecologici, terrorismo…
Però l’autore riabilita il ruolo della scienza e della tecnica, che hanno i limiti di tutte le imprese umane, ma non sono la causa di tutto. I limiti di scienza e tecnica sono i limiti di ogni attività umana.
La catastrofe si presenta allora come Nemesi, vendetta, punizione, per la ibris dell'uomo, per la mancanza di limiti Ma la scienza e la tecnica, che pure sono parte del problema, possono contribuire alla sua soluzione. L'autore propone allora un “ambientalismo scientifico" (101) cioè un'analisi del futuro che sia basata su rigorosi dati scientifici.
ESTINZIONE
Probabilmente il 99% delle specie vissuto sul pianeta sono già estinte. Spesso avviene una coestinzione di specie legate, preda-predatore ospite-parassita eccetera
1) 65 milioni di anni fa: Cretaceo, estinzione dei dinosauri a causa probabilmente di un asteroide, sopravvivono però i mammiferi implica siamo figli di molte estinzioni
2) 251 milioni di anni fa: Permiano, estinzione del 90% delle specie viventi per effetto di massiccie eruzione vulcaniche
In totale sono stati cinque estinzioni principali: i Big Five
3) fine di Ordoviciano
4) Devoniano
5) Triassico
Anche l'uomo è fra le cause di estinzione di alcune specie per via della caccia, delle modificazioni ambientali, della frammentazione degli habitat, della disseminazione di specie invasive, dell'inquinamento, del riscaldamento globale, della modifica dei fiumi, del disboscamento, dell'urbanizzazione: è l'uomo la causa della sesta estinzione.
Oggi una specie ogni 20 minuti si estingue.
APOCALISSE
La terra finirà naturalmente per rallentamento progressivo e per effetto del sole fra 5 miliardi di anni. Ma, al di là di questo, la catastrofe impegna l'immaginario umano da sempre, forse per sublimazione delle sue paure o per recuperare il non senso della nostra fine individuale, forse per il rapporto ansiogeno che abbiamo oggi con il futuro, imprevedibile. Oppure perché è forte il nostro bisogno di giustizia, tanto che speriamo in un nuovo tempo, un nuovo inizio dopo l'apocalisse.
Letteralmente Apocalisse significa visione, apparizione della verità. Implica valore morale dell'Apocalisse.
Oggi vi sono le condizioni per una fine del mondo come lo conosciamo E non facciamo nulla per impedirlo. Ma la terra può vivere senza l'uomo! non siamo indispensabili.
Tuttavia proprio questo sapere dovrebbe spingerci verso le basi del sentimento sociale: simpatia, compassione, solidarietà: "il condividere un percorso accidentato e incerto, consapevoli della nostra finitudine come individui e come specie." (165)
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