A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico
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mercoledì 9 aprile 2025

Hans Jonas, Organismo e Libertà, 1994

 



Testo complesso ma molto profondo e ricco di intuizioni e suggestioni.

Secondo Jonas la libertà è contenuta già nello stesso metabolismo degli organismi perché è un componente essenziale della vita come tale. "la vita è essenzialmente relazionalità con qualcosa" (11) Cioè è sempre una polarità di qualche forma di relazione, tra essere e non essere tra necessità e libertà, tra vita e morte ecc.

La vita per essenza è mortale dunque impregnata di angoscia.

 

 Il panvitalismo e la morte

All'origine c'è l'animismo e l’ilozoismo: tutto è vita e tutto ha un'anima. Con la rivoluzione copernicana la vita divenne un caso particolare che si trasferì nel concetto di natura. Per l'uomo primitivo che pensa la vita onnipresente, la morte è un grande enigma a cui cerca di dare spiegazione attraverso il mito, il culto, la religione. Per questo il primo problema della filosofia antica è la morte e non la vita. Affermazione e negazione della morte: esempio culto dei morti, le piramidi, eccetera.

Il meccanicismo

Il pensiero moderno rovescia la situazione: ciò che è immediatamente comprensibile è la morte, il problema è la vita. La pura materia è priva di elementi vitali = meccanicismo. Il privo di vita è il conoscibile; la presenza della vita in un universo meccanico deve essere spiegata. La presenza nell'organismo sia della sostanza estesa, meccanicismo, che della sostanza pensante, la vita, diventa l'enigma da risolvere.

Il dualismo

Il dualismo corpo anima deriva dall'orfismo. Il corpo tomba dell'anima, il dualismo si fa a radicale anche nella forma del materialismo che rappresenta l'affermazione della morte sulla vita. Se la materia può esistere senza lo spirito, Allora anche lo spirito può esistere senza la materia. Appunto ecco l’idealismo. Allora materialismo e idealismo sono entrambi prodotti della disintegrazione del dualismo. Ma la realtà psicofisica dell'organismo rende impossibile sia dualismo sia i monismi che ne derivano. "l'effettiva coincidenza di interiorità ed esteriorità nel corpo costringe i due modi del sapere a determinare il loro rapporto in base a un altro punto di vista da quello degli oggetti separati." (26) e la causalità è l'effetto della corporeità nella realtà il risultato dell'io pratico non di quello teorico (32).

Il corpo non è uno fra gli oggetti estesi, non è oggetto d'esperienza ma fonte di esperienza. Allora: "vita significa vita materiale, quindi corpo vivente." (34) Jonas recupera anche il concetto della teleologia: la natura possiede delle cause finali e si pone così contro la scienza che le nega di principio.

Aspetti filosofici del darvinismo

La vita deriva dalla materia sola = monismo materialistico della scienza naturale. Evoluzionismo è uguale abbandono di ogni idea di preformazione o di teleologia eguale immagine quasi meccanica di una sequenza non pianificata ma progressiva.

L’Evoluzionismo cancella ogni forma di essenze immutabili (anti-platonismo). L’evoluzionismo è un'avventura imprevedibile di contro ogni teleologia.

Organismo e ambiente fondano un sistema e questo è il principio della vita.

L’evoluzionismo è  un antenato dell'esistenzialismo: cancella infatti l'idea di una essenza dell'uomo (versus anche l’idea  dell’uomo a immagine di Dio del mondo cristiano).

Il privilegio della razionalità diventa solo un mezzo tra altri nella lotta per la sopravvivenza (versus l'anima razionale  come caratteristica dell’uomo nel mondo classico).

Le condizioni cioè l'ambiente prendono il posto delle essenze "in forma di ambiente la condizione diventa un correlato del concetto di organismo" (60), organismo e ambiente formano un sistema e ciò determina il concetto di vita in cui necessità è casualità si mescolano, la necessità generale della vita e la casualità individuale.

La selezione sostituisce la teleologia.

La natura matematica

Progressivamente nell'analisi della natura subentra l'interesse per il movimento implica passaggio dall'essere al divenire dalla geometria euclidea alla geometria analitica e all’algebra. L’ introduzione della matematica come lingua della scienza  corrisponde all'introduzione del meccanicismo è uguale dualismo natura eguale materia senza anima senza vita, materia morta appunto.

" solo un'etica fondata sull'ampiezza dell'essere non esclusivamente sull'unicità o singolarità dell'uomo può avere importanza nell'universo delle cose. " (306)


 

lunedì 10 aprile 2023

Introduzione alla Consulenza Filosofica 14 : Il mio limite

 

IL MIO LIMITE

 


Il primo obiettivo della mia vita è quello di vivere la mia stessa esistenza padrone (o almeno non servo) di quel movimento inarrestabile che la costituisce. Ma cadrei in un delirio di onnipotenza se mi lasciassi convincere, proprio da quel continuo andare verso qualcosa, che la mia esistenza sia interminabile, infinita. È quel che pensa immediatamente il bambino, nutrito, accudito, signore dei suoi desideri (basta piangere per avere… e in fondo si può ottenere tutto), è quel che ipocritamente (cioè sapendo che non è vero) pensiamo anche noi quando promettiamo eterno amore o progettiamo  la nostra vita per quel che non riusciremo mai ragionevolmente a fare.

La mia esistenza è un movimento inarrestabile sì, ma destinato a interrompersi violentemente. Questo me l’hanno detto, e l’ho osservato intorno a me. È ragionevole pensare, lo si pensa non appena s’arriva all’età della ragione, che quanto è accaduto al nonno, al parente, all’amico, possa accadere anche a me. E forse accadrà. C’è un momento della nostra vita in cui ci convinciamo di essere mortali.  È così che, per la prima volta appare l’ultimo limite.

Ma non è la prima volta che appare il limite come tale, anzi, è proprio perché già abbiamo fatto l’esperienza del limite che ci convinciamo al di là di ogni evidenza, che esista un ultimo limite anche per noi.

Ma dove ho incontrato il limite? In ogni mio desiderio, in ogni mia conquista, in ogni mia scelta: perché soddisfare un desiderio significa lasciare insoddisfatto l’infinito numero delle possibilità alternative. A ogni conquista mi si presenta un altro obiettivo, o un altro ostacolo, e il limite si sposta continuamente. A ogni scelta che compio mi rendo conto del mondo intero di scelte che non posso fare ora e qui, del mondo intero di scelte che la prima mi impone o mi impedisce. O mi rende possibile. Ogni mia scelta è una conferma del limite.

Siamo esseri limitati. Ma lo comprendiamo poco a poco, tanto più ci addentriamo nell’esistenza e le nostre scelte, i nostri desideri, le nostre conquiste ci forgiano facendo di noi ciò che siamo. E quel mondo sterminato di cose che non faremo, di persone che non ameremo, di gesti che non compiremo, di traguardi che non passeremo, è lì come una triste anticipazione del limite ultimo della nostra esistenza, la morte, l’unico evento della nostra vita che non potremo vivere.