Eccolo! E' disponibile il Podcast della nuova serie di racconti inediti.
Titolo? "Voce di un giovane che si commuove davanti a certe foto dello
zio", oppure, più in breve "Il segreto del legno". Un racconto su
l'arte, la creatività, il talento. Da ascoltare. Come? Cliccando qui : https://anchor.fm/…/ep…/Il-segreto-del-legno-e4ncei/a-ajdncr
Facile. Buon ascolto.
A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico
venerdì 26 luglio 2019
lunedì 22 luglio 2019
Pensare in grande
Un modo diverso di godersi la letteratura, il Podcast.
Ogni venerdì una puntata in cui leggerò testi miei e di altri.
Nelle prime cinque puntate si può ascoltare la lettura integrale del mio romanzo "Prigionieri della libertà" (Edizioni Robin).
Nella prossima puntata leggerò un racconto che darà inizio a una serie nuova.
Tutto gratis e libero, a questo indirizzo:
giovedì 16 maggio 2019
Comincia il podcast
Racconto una storia, una storia impossibile, improbabile, eppure... comincia il Podcast:
venerdì 3 maggio 2019
Prigionieri della libertà
Stefano Zampieri
Prigionieri della libertà
Romanzo
Potere e sofferenza, oppressione e libertà, ragionevolezza e assurdità, è tra simili estremi che si svolge la storia di questo romanzo nella forma dell'apologo disincantato, ironico e drammatico insieme. La storia di un prigioniero e di un mondo (il nostro?) ove la ragione è oppressa e il potere ha ormai perso ogni limite di buon senso. Un mondo tragicamente senza via d'uscita (il nostro?).
Memore di tanti modelli letterari, da Kafka a Saramago, da Savinio a Koestler, l'autore mette in scena una scrittura riflessiva ed eversiva, per dare vita a un romanzo insieme filosofico, politico ed esistenziale.
Per ascoltare il podcast dalla mia viva voce clicca qui.
lunedì 15 aprile 2019
Savinio e la costruzione della vita filosofica - Nuova edizione
Come annunciato ecco nuovamente disponibile il mio lavoro su Savinio e la costruzione della vita filosofica.
Ecco l'indice:
Ecco l'indice:
ESORDIO
LA REALTÀ ALLARGATA
FANTASMICO
METAFISICA DELLA MEMORIA
METAFISICA DELLA REALTÀ
L'UOMO LIRICO
METAFISICA NELL'ARTE
L'UOMO-ISOLA
L'ARTISTA FANCIULLO
L'INFERNO OLTRE L'INFANZIA
IL MANICHINO, L'ERMAFRODITA
L'UOMO SENZA DESIDERIO
UNO, DUE, MILLE
IL CANTO DELLA SOLITUDINE
LA MASCHERA DELLA FAMIGLIA
L'ANDATURA ERRANTE
PLURILINGUISMO
LA DIMENSIONE DEL FRAMMENTO
FECONDITÀ DELL'ERRARE
LA SCRITTURA ORIZZONTALE
SCRITTURA E POESIA
LA SCRITTURA METAFORICA
OLTRE LA LINEA
LA RELAZIONE LETTERARIA
L'AMICO E L'OSPITE
DILETTANTISMO. STENDHAL
LA FOLLIA DELL'OGGETTO. MAUPASSANT
CLASSICISMO E AVANGUARDIA. APOLLINAIRE
IL SOGNO DEL POSSIBILE
L'INTERNO E L'ESTERNO
ANIMA E PSICHE
LA SCENA DEL SOGNO
IL NUOVO NELL'OPERA
LA GELATINA DELLA STORIA
IL FANTASMA DELLA STORIA
SAVINIO BIOGRAFO
PROFONDITÀ DELLA SUPERFICIE
IL RACCONTO DI SÉ
IL CIBO DELLA STORIA
LA MORTE IN CASA
IL LIMITE DEL POSSIBILE
L'IMPUDICIZIA SUPREMA
L'ALTRA MORTE
L'UTOPIA DEL PRESENTE
OLTRE L'UOMO
L'ORIZZONTALE
CRISTIANESIMO SENZA DIO
L'UTOPIA DEL PRESENTE
EPILOGO
CARTA D'IDENTITÀ
SCAFFALE
LA REALTÀ ALLARGATA
FANTASMICO
METAFISICA DELLA MEMORIA
METAFISICA DELLA REALTÀ
L'UOMO LIRICO
METAFISICA NELL'ARTE
L'UOMO-ISOLA
L'ARTISTA FANCIULLO
L'INFERNO OLTRE L'INFANZIA
IL MANICHINO, L'ERMAFRODITA
L'UOMO SENZA DESIDERIO
UNO, DUE, MILLE
IL CANTO DELLA SOLITUDINE
LA MASCHERA DELLA FAMIGLIA
L'ANDATURA ERRANTE
PLURILINGUISMO
LA DIMENSIONE DEL FRAMMENTO
FECONDITÀ DELL'ERRARE
LA SCRITTURA ORIZZONTALE
SCRITTURA E POESIA
LA SCRITTURA METAFORICA
OLTRE LA LINEA
LA RELAZIONE LETTERARIA
L'AMICO E L'OSPITE
DILETTANTISMO. STENDHAL
LA FOLLIA DELL'OGGETTO. MAUPASSANT
CLASSICISMO E AVANGUARDIA. APOLLINAIRE
IL SOGNO DEL POSSIBILE
L'INTERNO E L'ESTERNO
ANIMA E PSICHE
LA SCENA DEL SOGNO
IL NUOVO NELL'OPERA
LA GELATINA DELLA STORIA
IL FANTASMA DELLA STORIA
SAVINIO BIOGRAFO
PROFONDITÀ DELLA SUPERFICIE
IL RACCONTO DI SÉ
IL CIBO DELLA STORIA
LA MORTE IN CASA
IL LIMITE DEL POSSIBILE
L'IMPUDICIZIA SUPREMA
L'ALTRA MORTE
L'UTOPIA DEL PRESENTE
OLTRE L'UOMO
L'ORIZZONTALE
CRISTIANESIMO SENZA DIO
L'UTOPIA DEL PRESENTE
EPILOGO
CARTA D'IDENTITÀ
SCAFFALE
lunedì 25 marzo 2019
Due utili strumenti di lavoro
Dopo la chiusura della casa editrice Ipoc a causa della morte del suo fondatore, il compianto Pietro Condemi, molti testi significativi del mondo delle pratiche filosofiche sono usciti dal mercato.
Ho deciso, anche su sollecitazione di amici ed allievi, di rendere nuovamente disponibili i miei lavori editi con Ipoc, attraverso una pubblicazione sia cartacea che digitale su Amazon.
Ho già reso pubblicato due miei volumi: il Manuale della consulenza filosofica, e La saggezza delle figure. Materiali per il dialogo filosofico, a breve sarà reso disponibile anche il mio saggio su Alberto Savinio.
I due libri che sono di nuovo acquistabili on line sono stati pensati come veri e propri strumenti di lavoro: il Manuale per tutti coloro che si avvicinano alla Consulenza Filosofica che non è affatto una attività semplice, ma anzi richiede profonde competenze tecniche delle quali nel libro si dà ampia esposizione sia teorica che pratica anche alla luce dei tanti anni di lavoro sul campo.
La saggezza delle figure, invece, è un repertorio di figure dell'esistenza umana tratte dalla letteratura filosofica e indispensabuili per tutti coloro - e sono ormai molti - che propongono laboratori di pratica filosofica. Qui una trentina di figure vengono ampiamente sviluppate, spiegate, decostruite per dare al Filosofo Praticante tutti gli strumenti necessari ad affrontare un dialogo efficace.
Due utili strumenti di lavoro, dunque.

Ho già reso pubblicato due miei volumi: il Manuale della consulenza filosofica, e La saggezza delle figure. Materiali per il dialogo filosofico, a breve sarà reso disponibile anche il mio saggio su Alberto Savinio.
La saggezza delle figure, invece, è un repertorio di figure dell'esistenza umana tratte dalla letteratura filosofica e indispensabuili per tutti coloro - e sono ormai molti - che propongono laboratori di pratica filosofica. Qui una trentina di figure vengono ampiamente sviluppate, spiegate, decostruite per dare al Filosofo Praticante tutti gli strumenti necessari ad affrontare un dialogo efficace.
Due utili strumenti di lavoro, dunque.
venerdì 22 marzo 2019
In altre parole (il quotidiano)
"Cosa fa del resto Socrate? Socrate non ha un "contenuto" del quale vuole convincerti, ma ti dice: «Fermati, guarda la vita che sei!». Allora il discorso della filosofia è sempre un discorso che si rivolge contro i saperi non perchè ce l'abbia coi saperi, anzi è essa stessa un sapere, ma è quel sapere che vuole, sempore ricominciare da una fenomenologia della vita. Cioè chiede conto di come siamo, perchè non siamo come dicono i saperi e non siamo neanche come dico io adesso qui. La vera domanda della filosofia mi sembra così emblematicamenbte concentrata in una battuta di Socrate di fronte a Gorgia. L'episodio è bellissimo, uno dei tanti esempi dell'arte sublime di Platone. Gorgia non è solo il grande sofista, è il proprietario della parola, è quello che dice che con la parola ottieni tutto: consoli dal dolore, nutri delle illusioni, convinci che devi essere amato, che devi essere votato... Poi si trova davanti Socrate che gli chiede: «Gorgia, dicci chi sei!». Non è meraviglioso? Tutti lo sanno, chi è Gorgia, e lui gli chiede chi è!
E lo manda in crisi...
Certo, infatti la cosa finisce male... Lo scontro è al calor bianco perchè viene messo in questione il potere nascosto dietro l'ideologia della parola e della scrittura, che è un potere che va contro la vita. E allora di nuovo, sempre di nuovo - immer wieder - dentro la scrittura devi rivendicare la vita. Non si tratta cioè di dire: «Non facciamo più le tavolette», perchè sento che non è possibile all'essere umano. Ma invece: «Senti, proviamo a farne di nuove, ricominciamo da zero, ricominciamo a vedere la vita intorno a noi, diciamoci chi siamo e cosa siamo diventati». Ecco, se la filosofia non fa questo, secondo me tradisce la vita e quindi tradisce se stessa."
(C. Sini, La verità è un'avventura, Edizioni Gruppo Abele, 2012)
E lo manda in crisi...
Certo, infatti la cosa finisce male... Lo scontro è al calor bianco perchè viene messo in questione il potere nascosto dietro l'ideologia della parola e della scrittura, che è un potere che va contro la vita. E allora di nuovo, sempre di nuovo - immer wieder - dentro la scrittura devi rivendicare la vita. Non si tratta cioè di dire: «Non facciamo più le tavolette», perchè sento che non è possibile all'essere umano. Ma invece: «Senti, proviamo a farne di nuove, ricominciamo da zero, ricominciamo a vedere la vita intorno a noi, diciamoci chi siamo e cosa siamo diventati». Ecco, se la filosofia non fa questo, secondo me tradisce la vita e quindi tradisce se stessa."
(C. Sini, La verità è un'avventura, Edizioni Gruppo Abele, 2012)
mercoledì 27 febbraio 2019
La saggezza delle figure. Nuova edizione
NUOVA EDIZIONE di
LA SAGGEZZA DELLE FIGURE - MATERIALI PER IL DIALOGO FILOSOFICO
Imperdibile repertorio di materiali per consulenti filosofici, filosofi pratici e per tutti coloro che operano nel campo del dialogo filosofico.25 figure dell'esistenza tratte dalla letteratura filosofica di ogni tempo, presentate e commentate: materiale che non può mancare nel bagaglio di un filosofo pratico.
Ecco l'indice:
FIGURE DELLA RELAZIONE
Prima figura:
particelle di un organismo complesso
Seconda figura: reti
intricate
Terza figura: una
città espugnata
Quarta figura: anche
i ricci hanno freddo
FIGURE DEL RUOLO
Quinta figura: la
canna pensante
Sesta figura: il
pescatore di perle
Settima figura:
davanti alla legge
Ottava figura: il
cacciatore felice
Nona figura: un
paesaggio singolare.
FIGURE DEL PERCORSO
Decima figura: il
radicamento e lo sradicamento
Undicesima figura:
gettare l’àncora
Dodicesima figura: la
vita è una corsa
Tredicesima figura:
in un labirinto, in cerca di aiuto
Quattordicesima
figura: l’angelo della nostra storia
Quindicesima figura:
un viaggio sperimentale
Sedicesima figura:
una partita a scacchi
Diciassettesima
figura: il lavoro di Sisifo
Diciottesima figura:
il viandante
FIGURE DELLA POSSIBILITÀ
Diciannovesima figura:
il sogno apollineo
Ventesima figura:
l’ebbrezza dionisiaca
Ventunesima figura:
ovunque ma non qui (fuori del mondo)
Ventiduesima figura:
attaccati a una chimera
FIGURE DELLA FINE
Ventitreesima figura:
i cerchi concentrici
Ventiquattresima figura:
l’esperto navigatore e gli scogli
Venticinquesima
figura: costruire una casa, mattone su mattone.
Disponibile sia in versione cartacea che in versione digitale.
venerdì 15 febbraio 2019
Tornare al quotidiano
La proposta di tornare al quotidiano, è innanzi tutto legata
all'idea che la filosofia non sia soltanto la disciplina che studiamo scuola, o
meglio è vero che la filosofia è una disciplina, è la sua storia, la sua
tradizione, i testi dei grandi autori, ma allo stesso tempo bisogna
sottolineare che quella disciplina, quei testi, hanno senso di esistere, hanno
una ragione di esistere in quanto
rappresentano il tentativo di dare delle risposte a problemi che le persone
hanno vissuto e vivono all'interno della loro esistenza. La filosofia procede e
sopravvive soltanto se continua a ricordare questa parte, questo aspetto, se
continua ricordare il fatto di essere legata profondamente in modo
indissolubile alla realtà, alla vita, la vita di noi tutti, la vita di tutti i
giorni.
Allora l'idea che io sto cercando di sviluppare, di
diffondere è proprio questa: ricordiamoci che la filosofia nasce nella vita e
non può non tornare alla vita; da questa prospettiva allora la disciplina
diventa molto più interessante, a mio modo di vedere, perché diventa una
modalità con la quale ognuno di noi nella propria individualità può
interrogarsi e può darsi delle risposte. Oraa, lo sappiamo bene che l'esistenza
stessa non è fatta che di domande e risposte, anche se spesso si vive in modo
automatico, in modo ripetitivo; ecco è
proprio questo che bisogna cercare di smantellare. Una filosofia del quotidiano,
la filosofia che si introduce nella vita quotidiana, nelle vicende che viviamo
tutti i giorni, nelle scelte, nelle ragioni che utilizziamo per vivere, nei
valori che individuiamo come i nostri valori, ecco una filosofia che si introduce
sistematicamente con una forma di consapevolezza, io chiamo questo
atteggiamento mettere in questione, e
penso che il mettere in questione sia l'atteggiamento che caratterizza, che
deve caratterizzare, la filosofia
Ma la cosa non è così semplice. Perché noi siamo abituati a
pensare che ciò che viviamo tutti i giorni, la nostra vita quotidiana sia in
fondo una vita di secondo grado, di secondo livello, di modesto valore rispetto
tutto ciò che potrebbe accadere di grande, di straordinario, le conquiste, le
vittorie, le affermazioni che si ottengono; siamo abituati a pensare che ci sia un momento
banale, lavarsi i denti la mattina, e un momento alto, fare una conferenza,
vincere un una competizione, ottenere un dieci in filosofia. Ecco io sto
provando ad argomentare a favore invece di un'idea per cui la filosofia che
torna alla vita non sia affatto interessata esclusivamente agli eventi
straordinari, alle grandi idee, ma sia viceversa proprio quella filosofia che
si applica alle cose apparentemente banali, lavarsi i denti la mattina.
Non bisogna pensare che la quotidianità che noi viviamo sia
soltanto superficialità sia soltanto routine, ripetizione, perché in realtà è
molto di più, è in realtà il luogo in cui noi mettiamo alla prova tutto ciò che
siamo, è il luogo nel quale si realizza esattamente quel contatto tra noi e il
mondo che è la nostra natura, ciò che noi viviamo come esseri umani; e ciò che accade nella nostra quotidianità, tutte
le problematiche che la filosofia chiama della ontologia ad esempio, sono problematiche che si realizzano proprio
nella punto di contatto tra noi e il mondo che è la nostra vita di tutti i
giorni. Noi siamo abituati a pensare che la nostra vita di tutti i giorni sia banale
e occasionale, che quello che facciamo sempre sia qualcosa che ha poco valore,
ma in realtà è proprio in quella vita di tutti i giorni, in quel contatto
quotidiano con il mondo che noi mettiamo alla prova tutte le nostre convinzioni
ontologiche, appunto, cioè che riguardano
l'essere delle cose.
Ma dirò di più e cioè proviamo a pensare le cose dall'altra
prospettiva, dal punto di vista della filosofia, della scienza, dell’arte, delle
grandi discipline alte rispetto alla
vita di tutti i giorni che sarebbe il luogo basso,
ma in verità accade questo strano fenomeno per cui tutto ciò che noi facciamo
di alto, sia nel campo della filosofia, della
riflessione, sia nel campo della scienza, ha senso soltanto se riesce a
realizzarsi nel luogo basso della
vita, cioè tutti i processi intellettuali, tutte le teorie, o restano vuote
teorie puramente astratte, oppure si concretizzano, diventano qualcosa di
concreto. Facciamo un esempio storico, una grande teoria economica può essere
quella di Adam Smith o quella di Marx ad esempio, o resta astratta teoria pura
divagazione accademica, oppure si traduce in eventi, fatti, società reali, vite
di persone, e chi ha vissuto nella Russia sovietica dal 1917 al 1989 ha chiaramente
materializzato quella teoria, ha vissuto
nella propria quotidianità quelle teorie astratte che si sono dunque confrontate
con la realtà e lì hanno mostrato la propria natura, giusta o sbagliata. Non si
può negare che quella teoria astratta si è manifestata, si è concretizzata nel
quotidiano di un'infinità di persone, ma attenzione potremmo dire la stessa
cosa per il liberalismo e per tutte le dottrine tutte le dottrine politiche
dell'otto novecento, la stessa democrazia rischia di restare una voce puramente
astratta se non si confronta con la realtà della vita di tutti i giorni. Non
c'è scelta allora, le grandi teorie, le grandi elaborazioni o si concretizzano
nella vita delle persone oppure restano astrazioni poco significative.
Attenzione però, perché vale anche il contrario. Sì perché ciò
che accade nella nostra vita quotidiana, non può essere lasciato impensato ma
deve al contrario essere messo in
questione, deve essere interrogato, dobbiamo immaginare una sorta di continuo
movimento che dall'alto delle teorie delle elaborazioni della scienza della
tecnica e della filosofia della politica si abbassa alla quotidianità delle
cose, perché lì vengono verificate, lì si scopre se sono buone o cattive, lì si
scopre se sono o meno false e viceversa ciò che viviamo, la nostra vita di tutti i giorni, non è privo
di valore privo di senso, ma al contrario deve essere interrogato, dev'essere
portato anche a una teoria se necessario.
S tratta allora di osservare che il quotidiano è lo spazio
dell'evento, e questa formulazione di natura filosofica dice una cosa assai
semplice cioè che noi siamo abituati a pensare l'importanza degli eventi, degli
eventi significativi, degli avvenimenti che cambiano la storia, degli eventi che
cambiano la nostra vita e pensiamo siano quelli che valgono, siano quelle le
cose che contano, e non ci rendiamo invece sufficientemente conto che l'evento
può accadere soltanto all'interno di uno spazio quotidiano, che tutto ciò che
avviene di straordinario avviene all'interno della ordinari età, tutto ciò che
avviene di straordinario l'indomani deve portarsi, deve ritradursi, in una
quotidianità; anche l'eroe torna a casa, anche il vincitore delle Olimpiadi alla
sera si toglie le scarpe e si siede in poltrona a guardare la televisione,
oppure anche ogni trauma il giorno dopo deve entrare o rientrare nella
quotidianità, nella normalità, ma la normalità revisionata perché i traumi
modificano, trasformano. Spesso noi siamo abituati a parlar male della
quotidianità della vita di tutti i giorni, a pensare che in fondo si tratti di semplice
routine, cose che si ripetono, e la ripetizione può anche essere intesa come
qualcosa di alienante, di noioso, mentre lo sballo del sabato sera quello sì è unico
e divertente, ma riflettiamo un istante sulla ripetizione, sulla routine,
perché essa dà significato alla nostra vita, anche la ripetizione dei gesti, e attenzione
che qui noi mettiamo in questione,
ecco il lavoro del filosofo, se noi la mettiamo in questione anche la nostra
banalità, anche la nostra routine, anche la nostra ripetizione quotidiana, ci
accorgiamo che essa ha un senso, quello di garantirci, di darci sicurezza: non
calcolo ogni volta che attraverso la strada la velocità dell'auto che sta
arrivando, la velocità del mio passo, non faccio calcoli o ragionamenti di
fisica, piuttosto agisco in automatico, guardo da una parte e dall'altra e
senza stare a pensare – o meglio lo fa qualche parte di me in maniera
automatica, inconscia, - attraverso.
Ma quell’agire ripetitivo, è una scelta di sicurezza che ci
consente di affrontare la vita con un minimo di tranquillità. Lo stesso può
dirsi del buon senso, che non è una qualità così disprezzabile, è facile esaltarsi
certo con le affermazioni di ciò che è fuori della normalità, l’eccezionale, il
raro, il fuori scala, ma la realtà di
ogni giorno è molto più semplice, è la realtà nella quale il buon senso ci
garantisce di non fare grandi sciocchezze, o grandi errori e poi certo si può
di violare il buon senso, ma alla fine si torna lì, perché è una forma di vita
civile. E ancora lo stesso vale per il modesto concetto di analogia: noi
ragioniamo per analogia non solo per logica, non dobbiamo pensare che ciò che
facciamo sia il frutto di una ragione logica che mette in modo rigoroso le
scelte le une accanto alle altre, in un preciso rapporto di causa ed effetto,
in un preciso sistema di valutazione degli effetti, delle conseguenze, delle
responsabilità, certo anche questo deve essere fatto, perché non si può essere
totalmente irrazionali, ma al contempo in realtà spesso noi agiamo soltanto per
analogia: lo faccio solo perché l'hanno fatto anche gli altri e questo talvolta
è una forma di dipendenza, Nietzsche direbbe un modo per essere nel gregge, le
altre volte è un modo per sopravvivere e per stare nella comunità di cui siamo
parte, non bisogna pensare che fare come gli altri sia sempre per forza un dato
negativo, spesso fare come gli altri significa garantirsi di fare la cosa
giusta.
lunedì 11 febbraio 2019
Il punto di contatto col mondo
Assumere il quotidiano come una dimensione nè separata nè isolata, ma come il punto in cui si realizza il contatto tra noi e il mondo, tra noi e le istituzioni, tra noi e i valori, la cultura, le pratiche della società in cui ci è capitato di vivere. Questo l'oggetto necessario della pratica filosofica.
domenica 6 gennaio 2019
Un nuovo umanesimo
Qual è il compito di una pratica filosofica oggi? Vorrei rispondere con le parole di un grande filosofo del '900 che merita una attenta rilettura: distruggere l'ideologia del consumo e dare vita ad un nuovo umanesimo ben diverso dal vecchio umanesimo liberale ormai anacronistico, "l'umanesimo dell'uomo urbano per il quale e per mezzo del quale la città e la sua vita quotidiana diventano opera, appropriazione, valore d'uso (e non valore di scambio) tramite i mezzi messi a disposizione dalla scienza, dall'arte, dalla tecnica, dal dominio sulla natura materiale." (Henri Lefebvre)
venerdì 4 gennaio 2019
Manuale della consulenza filosofica

Stefano Zampieri
Manuale della consulenza filosofica,
kdp, 2018
pp. 186, € 18,72
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