Per un dialogo di pratica filosofica.
“La giustizia è quell’ordine della esistenza in cui l’uomo può conquistarsi
il suo posto nel mondo e compiere la sua opera; può entrare con gli altri
uomini in rapporto di amicizia e di comunità di lavoro, di amore, di fecondità,
nel modo come l’esige il giudizio della sua coscienza. E tutto ciò lo deve
potere non soltanto il potente, il felice e il dotato, ma ogni uomo per il
fatto che è uomo.” (R. Guardini, Virtù, pp. 59-60)
Interrogarsi sulla giustizia significa prima di tutto interrogarsi sul nostro essere plurali, perchè la giustizia appartiene all'ambito dei rapporti, per il singolo nei confronti di se stesso la giustizia non è un problema. In secondo luogo, fa notare Guardini la giustizia è costruttiva, cioè appartiene a quell'insieme di forze che costruiscono i mondi dell'uomo, senza di essa nessun mondo è abbastanza solido e duraturo. In terzo luogo la giustizia appartiene alla dimensione dell'eguaglianza, che è concetto complesso, perchè è fondamento dell'umano che tuttavia è pluralità e diversità. Il lavoro in funzione della giustizia ci aiuta appunto a trovare il punto di equilibrio in cui le differenze individuali si compongono nel principio comune di uguaglianza.
Mi pare ci sia abbastanza su cui pensare.
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