Ho già presentato altri libri di Vito Mancuso sul mio blog e ho già ammesso che il suo lavoro rappresenta per me un importante punto di riferimento.
Questo Etica per giorni difficili (edito da Garzanti nel 2022) rappresenta un po' un bilancio complessivo della posizione di Mancuso in particolare rispetto al tema dell'etica.
Ma che cos'è l'etica per Mancuso? È il sentimento dell'esistenza di valori più alti di quelli dell'io. C'è qui sullo sfondo una critica radicale, che io condivido, sia al nichilismo niceano sia al narcisismo contemporaneo che si presenta sotto la forma di un individualismo radicale.
L’etica, dunque è la certezza nella esistenza di valori che vanno oltre limitato orizzonte della individualità. Secondo Mancuso l'etica appartiene a tutti perché è naturale, istintiva, la certezza che si debba fare il bene piuttosto che il male, e la voce della coscienza ce lo conferma.
Di qui l'importanza del conoscere se stessi. Dunque l'etica ha due fondamenti: il valore e la libertà. Il valore come percezione di qualcosa di più importante dell'immediato interesse personale, come tensione verso, Spinoza direbbe conatus.
La libertà come "la capacità di assentire oppure no all'appello percepito." (p.39), il contrario di libertà è la necessità. La più grande tragedia del nostro tempo è allora la critica niceana ai valori (morte di Dio ) e la morte del Superego che ha lasciato solo un Ego senza limiti. Etica è diverso da diritto che nasce per fronteggiare lo stato di conflittualità costante fra gli uomini. L'etica invece nasce per imitazione della logica della natura che è sempre una logica aggregativa, per Mancuso infatti, e su questo concordiamo, l'essere è relazione
"Sostenere il primato della relazione rispetto alla sostanza significa sostenere che ogni ente deriva da una serie di relazioni, ed è, e consiste, come insieme dinamico di relazioni. Ogni ente è il risultato sempre in divenire di una aggregazione e ontologicamente è definibile come un sistema. Non c'è nessun ente che non sia un sistema, che non provenga da un concerto di relazioni, a partire dall'aria che respiriamo e dagli atomi che la compongono, i quali a loro volta sono un sistema chiuso."
Da qui, dall'essere relazione, scaturisce la distinzione tra bene e male che è necessaria all'etica "l'essere è retto dalla logica del sistema, cioè della relazione armoniosa, e ciò che è conforme a tale logica fa fiorire la vita, mentre ciò che non lo è la fa sfiorire portando alla morte." (p. 247)
Dunque ciò che è conforme alla logica relazionale fa fiorire la vita, è il bene, ciò che è contrario a tale logica la fa appassire, è il male. L’etica mette in gioco la dimensione della interiorità perché è richiamo alla propria libertà ma anche a riconoscere i propri valori di riferimento, in questo senso l'esigenza etica nasce dal sentirsi in disarmonia aspirando invece all'armonia. Relativismo e assolutismo sono i due estremi tra i quali deve trovare posto il sentimento etico: "il giusto mezzo è la relazione che fa avvertire al soggetto di essere al cospetto di qualcosa di più importante di lui e che però al contempo è per lui, nel senso che lo sprona e lo educa." (p. 131)
Di qui Mancuso recupera le quattro virtù cardinali (saggezza /giustizia/ fortezza/ temperanza) e l'empatia come contrario dell'indifferenza, come partecipazione alla comune umanità. Fedeltà alla coscienza è autenticità.
La nuova utopia è quella che custodisce l'umano nel sistema della natura di cui fa parte. Dunque bisogna prima di tutto aver cura della propria coscienza, della propria interiorità: il silenzio e il raccoglimento sono dunque essenziali per coltivare la vita interiore secondo quattro principi pratici: studio natura igiene respiro.
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