A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico
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mercoledì 11 giugno 2025

LUIGI-LUCA CAVALLI SFORZA Evoluzione culturale 2019

 


L'autore comincia questa sua breve ma densa voce per l’Enciclopedia Treccani con una definizione di cultura: Complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale, spirituale di un popolo.

 Alla radice vi sono le capacità di apprendere e di comunicare che non sono esclusivamente umane. Ci sono animali che usano strumenti, altri che apprendono un comportamento o dei simboli. Parte fondamentale del fenomeno culturale è la trasmissione: ha due fasi:

a) comunicazione di un'innovazione

b) accettazione

Vi sono quattro categorie di trasmissione:

1. da genitore a figlio (verticale, comune nell'uomo negli animali)

2. contatti con i coetanei e con gli estranei, epidemici, orizzontali

3. insegnamento scolastico, strutture di governo politico religiose. Forma: uno a molti

4. pressione del gruppo sociale. Forma: molti a uno. 

Il mutamento culturale può essere: sincronico, cioè all'interno di gruppi o diacronico, cioè tra gruppi diversi, geograficamente, socialmente. C'è una analogia tra evoluzione biologica ed evoluzione culturale: il successo di una innovazione culturale deriva  dal fatto che favorisce la sopravvivenza e la riproduzione, come l'evoluzione biologica (= fitness).

Spesso l'evoluzione culturale deriva da migrazioni fisiche.

Effetto del fondatore: variazione casuale delle frequenze di un carattere. 

Non è sempre facile distinguere tra trasmissione genetica e culturale, esempio il Quoziente di intelligenza

L'essere umano è predisposto geneticamente alla cultura? Gli individui di una generazione trasmettono alla successiva i loro geni, la loro cultura ma anche le modificazioni introdotte dell'ambiente. 

 

Pievani nella postazione: " siamo culturali per natura, e saremo sempre più naturali per via culturale. " (128) 

 


 

mercoledì 20 novembre 2024

Marco Aime, Cultura, 2013

 



 “La cultura è la base e allo stesso tempo l’essenza stessa della nostra vita. Determina il nostro agire quotidiano, così come ha modellato i nostri corpi nel corso dell’evoluzione. (…) la cultura non è solo un supporto della natura umana, ma è il fondamento della sopravvivenza stessa della nostra specie.” (12) È questa la tesi principale espressa nel libro dall’antropologo Marco Aime.

L’essere umano è in animale incompleto e indefinito. Ma proprio questa mancanza di specializzazione lo ha reso adattabile a ogni condizione ambientale. Ed è questa la sua arma vincente. Adattabilità significa sostituire gli istinti “con una serie di azioni e di strategie che siamo soliti chiamare culture.” (16), al plurale.

Definizione classica di Cultura (Edward Tylor 1871): “La  cultura, presa nel suo significato etnografico più ampio, è quell’insieme che include conoscenze, credenze, arte, morale, legge, costume e ogni altra capacità e usanza acquisita dall’uomo come appartenente a una società.” (20)  => evoluzionismo culturale.

Il primo a parlare di culture al plurale è Boas, che insiste sulla specificità di ogni espressione culturale => relativismo culturale.

Per la Scuola funzionalista (Malinowski): la cultura va intesa come risposta che ogni società elabora alle stesse domande e a bisogni universali: mangiare, dormire, ripararsi, riprodursi, ecc.

Per la Scuola strutturalista (Levi-Strauss): ogni cultura si rifà a un modello => ricerca degli elementi comuni alle diverse culture.

La svolta in          questo campo di studi si ha con Clifford Geertz, secondo il quale la cultura è un sistema simbolico e un meccanismo di controllo. Non esiste una cultura umana astratta, separata dalle condizioni ambientali in cui si sviluppa. Ogni cultura ha valore locale.

Oggi: la cultura è il prodotto di una costruzione ed è il frutto di relazioni fra più individui. E non esiste contrapposizione tra natura e cultura ma continua interazione (es. da Leroi-Gouran: il cervello si è sviluppato perché l’uomo ha usato gli utensili, non viceversa). La cultura modifica il corpo.

Ogni società interpreta secondo la propria cultura il rapporto con lo spazio, il tempo, la bellezza, la religione, il matrimonio, la medicina.

Cultura dunque come modo di leggere e interpretare il mondo che ci circonda, spesso dettato da esigenze ambientali e arricchito da molte contaminazioni e soggetto a un cambiamento continuo. Oggi influisce pesantemente anche la globalizzazione.

Di conseguenza si creano distorsioni intorno al tema dell’identità (radici, tradizione, ecc.) ma anche l’identità è un processo relazionale, non è mai unica ma plurale e mai definitiva (cioè muta col tempo e al mutare delle condizioni ambientali.

domenica 11 giugno 2023

Introduzione alla Consulenza Filosofica: riflessione sulla nascita - la sfida di natura e cultura

 

Riflessione sulla nascita – la sfida di natura e cultura

 Abbiamo visto come persino l’Altro che si è dato alla luce come genitori, sia da loro non conosciuto.

Il paradosso che i genitori possono incontrare, quello che vede il bambino rivelarsi e, al contempo, venire formato, può costituire un problema in molti aspetti e in svariati momenti della crescita del bambino. Lasciare che il bambino si manifesti, esprimendo a pieno il suo temperamento, i suoi interessi e il suo specifico modo di conoscere, è affascinante, spesso commovente. Ma l’essere umano, creatura relazionale e non finita, si forma e trova il suo posto nel mondo attraverso la guida di chi si prende cura di lui e la sua mediazione tra lui e il mondo. Individuare il giusto equilibrio tra natura e cultura è un compito non scontato e, soprattutto, mai del tutto concluso: variano nel tempo la misura e la modalità dell’intervento necessario e non vi è una regola che si adatti a ognuno, genitore e figlio.

MARINA DA CANAL