Il primo libro di
etica ambientale di Robin Attfield, tradotto da Einaudi nel 2024, originale
del 2018, è sicuramente un testo capace di darci un inquadramento generale
molto preciso intorno al tema dell'etica ambientale anche se non brilla
certamente per originalità.
Attfield individua gli antecedenti di una riflessione
sull'etica ambientale in Leopold, Pensare
come una montagna (1949) e Carson, Primavera
silenziosa (1962).
La nuova idea della filosofia dell'etica ambientale nasce
negli anni settanta a seguito dello sviluppo di un'etica pratica (questioni
scientifiche, mediche eccetera) e allo svilupparsi della cosiddetta ecologia profonda cioè quell'ecologia
secondo la quale l’identità personale è legata alla natura e bisogna salvaguardare tutte le specie anche
dall'aggressione umana.
Il rifiuto di una prospettiva antropocentrica e l’adozione
di una prospettiva rispetto ai soggetti futuri implica l’etica della responsabilità (cfr. Jonas).
Attfield illustra brevemente alcuni concetti chiave
necessari per entrare in questa disciplina e in particolare il concetto di natura, a partire dalla prospettiva
darwinista secondo la quale l'uomo è parte della natura non distinto da essa
distinguendo cioè il naturale dall'artificiale, dal soprannaturale,
dall'innaturale; illustra poi il tema dell'ambiente:
non è solo lo spazio che circonda una
persona ma il sistema della natura come è stata modificata nel corso del
tempo. Anche il locale dipende fenomeni globali. Segue il tema del dignità morale secondo cui ogni entità
a cui può essere fatto del bene è degna di considerazione morale :
"biocentrismo”: mettere al centro tutte le creature viventi. Limite: ma
questo deve valere anche per la natura per le creature future che non esistono
ancora.
Infine indica il concetto di Valore: “Una cosa verrà detta di valore qualora esista un motivo
per promuoverla, preservarla proteggerla o rispettarla.” (29)
Distingue però vari tipi di valore: valore di scambio,
valore estetico, valore simbolico, valore strumentale.
Le generazioni future
Nasce con l’illuminismo l’idea di essere giudicati dagli
altri. Non da alcuni in particolare
(perché non sappiamo chi saranno) ma in base alla qualità media della vita
delle persone (chiunque esse siano).
L’incertezza rispetto al futuro non è argomento che metta in
crisi la responsabilità verso le generazioni future. Gli interessi delle generazioni future non
possono essere le loro preferenze,
(che non possiamo conoscerle) ma bensì i loro bisogni che possiamo conoscere: gli elementi che oggi e domani non
sono rinunciabili (abitazione, alimentazione, abbigliamento, ambiente sano
ecc.)
Ma per conservare anche nelle generazioni future la giusta
sensibilità è necessaria una Educazione Ambientale diffusa e precoce.
Principi per l’agire
corretto
Si rifà innanzi tutto a Rawls e al concetto del velo d’ignoranza come teoria del contratto basata su patti da convenire
tra le parti interessate. Ciò comporta, rispetto alle generazioni future, il
principio del Giusto Risparmio.
Ma il limite della posizione di Rawls è che al tavolo del
contratto iniziale siedono soltanto i rappresentanti delle generazioni presenti
non di quelle future.
Prende allora in considerazione l’Etica delle Virtù di
origine aristotelica (= il carattere è più importante delle buone azioni),
questa però ha il suo limite nelle possibili conseguenze non volute delle
azioni virtuose (per es.: ripagare un debito, azione virtuosa, ma tagliando una
foresta, conseguenza negativa). Allora non bastano le buone intenzioni, servono
Regole Morali scelte accuratamente, basate su un principio conseguenzalista (sarà giusta l’azione che determina un equilibrio
tra conseguenze positive e negative) e abbia per riferimento l’ecocentrismo (centralità dei sistemi
ambientali nel loro insieme e nel loro equilibrio, animali, piante, esseri
umani, ambiente naturale) vs il sensiocentrismo (centralità solo delle creature
senzienti) e l’antropocentrismo (centralità solo dell’uomo).
Sostenibilità e
conservazione
Definizione: la sostenibilità di una società ne indica “la
possibilità di essere praticata o riprodotta indefinitamente” (70)
Non è di per sé un termine solo positivo: schiavitù e
prostituzione sono “sostenibili”.
Oggi si usa ovunque la definizione del Rapporto Brunland
(Rio 1992) secondo cui la sostenibilità è quello sviluppo che soddisfa i
bisogni del presente senza compromettere le capacità delle generazioni future di
realizzare i propri.
Gli 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG) non sono
stati raggiunti, Rimpiazzati nel 2011 dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
(SDG) adottati nel 2015 con l’Agenda 2030
Movimenti sociali e
politici
L’autore esamina i principali attori politici e sociali
sulla scena dell’etica ambientale:
- Movimento dell’Ecologia Profonda fondato da Arne Naess che
propone l’identificazione dell’uomo con gli altri esseri, e una riduzione della
popolazione mondiale.
- il movimento dell’Ecofemminismo che propone l’equivalenza
tra la sottomissione della donna e lo sfruttamento della natura;
- Il movimento dell’Ecologia Sociale fondato da Murray
Bookchin secondo cui tutti i problemi ecologici sono prima di tutto problemi
sociali;
- Il movimento per la Giustizia Ambientale, che si muove
contro la discriminazione di gruppi svantaggiati costretti a subire
inquinamenti, devastazioni ambientali ecc.
- Il movimento politico dei Verdi.
Etica ambientale e
religione
Parte dal recupero critico delle riflessioni dello storico
Lynn Whyte, secondo il quale la cristianità sarebbe il fondamento dello
sviluppo tecnologico nel Medio Evo.
Esamina la nozione di Stewardship
diffusa negli ambienti religiosi: l’uomo come amministratore, responsabile
della natura. L’uomo deve prendersi cura del creato non “dominarlo”
Le etiche del
cambiamento climatico
Gli scienziati sono concordi (a gran maggioranza) che
l’aumento della temperatura, il riscaldamento globale, è un fenomeno
antropogenico, ovvero causato
dall’umanità.
In ogni caso è necessario il principio di precauzione = prevenire un esito irreversibile anche
prima di un completo consenso scientifico.
Le politiche di mitigazione, adattamento risanamento sono insufficienti e poco
produttive se non sono collegate con politiche di sostenibilità.
Per la CO2 propone il sistema detto Convergenza e Contrazione: stabilire il tetto massimo globale
possibile per restare intono a un aumento della temperatura non superiore a 1,5
gradi e distribuirlo tra le nazioni favorendo degli scambi di carattere
economico (compravendita dei Diritti di Emissione)
Chiude il volume una interessante Postfazione dal titolo
Disfarsi o disporre del concetto di natrura.
Contesta chi vorrebbe abbandonare il termine Natura (Latour,
Morton, McKibben…) ma lo usa piuttosto come indice di ciò che NON è artificiale e NON è soprannaturale.