A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico
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giovedì 25 maggio 2023

Letture: Marc Augé, Momenti di felicità (2018)


 Considero Marc Augé uno dei grandi filosofi del Novecento, i suoi contributi sul tema dello spazio e anche su quello del futuro sono certamente tra i più rilevanti, interessanti, innovativi, che si possano leggere, tuttavia il libriccino che dedica al tema della felicità appare assai debole soprattutto dal punto di vista filosofico.

 Certo si può ricavare con facilità l'idea generale che lo sostiene, peraltro condivisibile:  il fatto che la felicità non è uno status raggiunto una volta per sempre ma piuttosto una condizione occasionale che si raggiunge talvolta, sotto determinate situazioni e che dura, evidentemente, soltanto per pochi istanti, oppure una condizione che emerge soltanto dalla memoria.

  Al di là di questo, tuttavia, l'autore non riesce a elaborare un percorso di analisi, non riesce ad articolare più approfonditamente il tema filosofico della felicità.

Si percepisce, con una certa chiarezza, che il testo è stato scritto prima dell'epoca Covid, e per questo appare un poco sfasato rispetto alla nostra attualità.  L'autore si limita ad andare alla ricerca di quelli che chiama momenti di felicità al plurale, e lo fa o attraverso spunti autobiografici, oppure rovistando nella letteratura tra Rousseau, Stendhal, Flaubert. Oppure nei ricordi delle vecchie canzoni cantate in famiglia. O nei piaceri della buona tavola. O ancora nella bellezza di un paesaggio.

 Propongo come sintesi adeguato di tutto il testo una citazione, forse un po’ lunga ma molto chiara ed emblematica.

“Oggi la felicità si declina in modi diversi: felicità al passo con il nostro tempo, in primo luogo; felicità del consumo, per coloro che non ne sono esclusi. Quindi, la felicità di sempre: felicità d’incontrare un viso, un paesaggio, un libro, un film, una canzone, un’alterità ricevuta e reinventata; felicità talvolta istantanea e, spesso, presto svanita, ma che permane nel ricordo; felicità del ritorno o della prima volta – felicità del ricordo e della fedeltà. Tutti questi diversi modi di provare felicità esistono soltanto per coloro che li hanno desiderati al punto di averli inventati, a dispetto dell’epoca, del dubbio e della paura. Sono modi di conoscere la felicità concessi a tutti, indipendentemente da origini, cultura, sesso: una felicità di resistenza, la cui idea rimarrà sempre nuova, a dispetto dell’odierna mediocrità. Momenti di felicità “nonostante tutto”. (p. 122)

 

martedì 25 aprile 2023

Introduzione alla Consulenza Filosofica 16 : essere felici

 

ESSERE FELICI

 

 


Felicità e dolore: la mia esperienza mi dice che l’una chiama l’altro e viceversa. Tanto più ho conosciuto il dolore tanto più ho saputo apprezzare la felicità. Ogni momento di felicità mi ha reso più penoso il dolore dell’esistenza.

Ma al principio è la felicità. Io infatti rifuggo il dolore e perseguo la felicità. Perché essa dà senso al mio presente spostandolo verso l’attesa della felicità futura, verso la speranza o l’immaginazione di una condizione di vita felice o almeno più felice di quella attuale.

La felicità è quel che cerco, ciò cui voglio avvicinarmi, e tutti gli ostacoli che incontro sono ostacoli alla mia felicità.

Ma posso raggiungere uno stato definitivo di felicità, dal quale non sia più possibile tornare indietro? È chiaro che no, non in questa vita almeno. Perché sarebbe il Paradiso, l’Eden o l’Età dell’Oro: tutti luoghi e condizioni fuori del tempo e della vita.

Io voglio invece perseguire la mia felicità in ogni attimo, e nell’attimo raccoglierla, come ciò che può illuminare la mia esistenza. Come ciò che dà un senso alla mia vita perché ne mostra il legame con il mondo e con gli altri. Perché se il dolore è ciò che separa, la felicità è ciò che unisce. E unendo dà valore alla vita perché la rende larga, aperta, inesauribile, carica di possibilità.

Anche se so bene che non esiste una felicità, che sia la stessa per tutti, riconoscibile, perseguibile, rappresentabile. Esistono piuttosto molti modi di essere felici. Diversi nel tempo e nello spazio, diversi persino dentro di me. Mano a mano che cambio io stesso cambia il mio modo di perseguire e di pensare alla mia felicità. Cambia il mio modo di essere felice.

 

 

mercoledì 4 gennaio 2017

La bellezza e il destino dell'uomo

Riuniti a discutere del ruolo della bellezza nel destino umano, due fra i massimi interpreti del nostro tempo, Agnes Heller e Zygmunt Bauman, offrono le loro risposte in questo libro piccolo ma prezioso. La grande filosofa ungherese, allieva di György Lukács, fa notare il legame originario greco tra bellezza e amore e poi ripercorre le mutevoli accezioni del bello nel pensiero occidentale per ricavarne la conclusione che pur nelle diverse interpretazioni ciò che è in gioco è sempre la stessa questione: quali sono gli effetti della bellezza in noi? E la risposta che Heller propone è la stessa di Adorno, secondo il quale il bello è una promessa di felicità, e forse è destino della felicità di restare sempre una promessa.
E' per questo che la bellezza può salvarci dalla disperazione. Perchè, aggiungo io, la bellezza ci mette in condizione di pensare che un altro mondo è possibile, migliore di questo.
Da parte sua invece il sociologo polacco padre della "modernità liquida", sottolinea come la missione dell'arte contemporanea sia quella di rompere il velo della falsa armonia, della banalità, del conformismo, del consenso e della fede nell'ordine costituito.
Potrebbero sembrare due letture diverse, ma a ben guardare appaiono invece del tutto coerenti: da qualsiasi parte si osservi la bellezza, dal lato pacificato e armonico o da quello dissonante e problematico, ciò che emerge è che essa non è una formula, ma è piuttosto una variabile, essa può assumere forme differenti nel tempo, nel contesto, nelle aspettative, nelle aspirazioni, ma in tutti i casi la bellezza è un agire rivolto al meglio possibile, che sia una promessaa di felicità o comunque qualcosa che si riveli utile per rendere il mondo "un posto più ospitale per la vita degli esseri umani".

Agnes Heller - Zygmunt Bauman
La bellezza (non) ci salverà
Trento, Il Margine, 2016
€ 5,00