A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

mercoledì 12 marzo 2025

Jared Diamond, Il terzo scimpanzè 1991


 

Splendido saggio dell'autore di Armi, acciaio,malatie, grande divulgatore e profondo conoscitore della storia umana.

7 milioni di anni fa da un progenitore comune si differirono tre specie: lo scimpanzé pigmeo detto anche bonobo, lo scimpanzè comune e l'uomo. L'uomo differisce dello scimpanzè per l'1,6% del suo DNA, quindi condividono il 98,4%. Il parente più prossimo dello scimpanzè è l'uomo non il gorilla, in questo senso l'uomo è il terzo scimpanzé, un po' più distante si colloca il gruppo del gorilla dell'orango del  gibbone.

La rivoluzione simbolica

Avvenne 40.000 anni fa.

 4 milioni di anni fa: conquista della stazione eretta,

3 milioni di anni fa: due specie distinte l'australopiteco e l'uomo habilis

1,7 milioni di anni fa dall'uomo habilis discende l’homo erectus

500.000 anni fa: Homo sapiens.

40.000 anni fa: scomparsa del Neanderthal, appare l'uomo di Cro-Magnon : utensili diversificati in pietra osso, corno, manufatti costruiti di varie parti, aghi, mortai, pestelli, ami, piombi pesanti, arpioni dentellati, dardi propulsori per giavellotti, archi frecce, lucerne, oggetti di ornamento (che implica commercio) arte rupestre, statuette, monili, strumenti musicali come flauti e sonagli. La vita si allunga ciò implica più facile trasferimento di cultura.

Il successo della caccia determina estinzione di alcuni animali: mammut, rinoceronte lanoso, cervo gigante eccetera

L’uomo colonizza nuovi ambienti: Australia, Siberia.

  Causa della rivoluzione simbolica: il linguaggio articolato, che implica organi di fonazione adeguati. "Fu la parola a renderci liberi." (75) Seguirono modifiche nella vita sessuale rispetto ai primati: dimensioni, si copula sempre non solo nei momenti di calore; il calore e l'ovulazione della femmina non sono più visibili, per tenere unita il più possibile la coppia che deve allevare il piccolo; rarità dell'inseminazione; privacy sessuale, il sesso extraconiugale è molto frequente, strategia riproduttiva mista, anche se Homo sapiens è tendenzialmente monogamo.

 

Le razze umane

"Tutte le attuali popolazioni umane appartengono alla stessa specie." (142)

Le differenze visibili tra le varie popolazioni sono dovute in parte alla selezione naturale, che favorisce la sopravvivenza in un dato ambiente (torace ampio per gli indios andini; corpo tozzo per  conservare il calore degli eschimesi; corpo sottile dei sudanesi per disperdere il calore della pelle in funzione della produzione di vitamina D) anche se bisogna dire che ci sono molte eccezioni, per esempio nessun amerindio è nero anche se vive alla latitudine equatoriale, ma bisogna considerare il fattore tempo delle migrazioni. C'è inoltre una spiegazione legata alla selezione sessuale, tendiamo a sposare individui che ci somigliano. I criteri di bellezza sono prima di tutto criteri di somiglianza fissati da un imprinting iniziale. Conclusione: le differenze nelle specie umane si spiegano con la selezione naturale per quanto riguarda i caratteri interni e con la selezione sessuale per quanto riguarda i caratteri esterni.

Invecchiamento

Il fenomeno dell’invecchiamento ha inizio dai Cro-Magnon, nessun Neanderthal arriva oltre i 40. È fondamentale nella trasmissione di conoscenze da una generazione alla successiva. I meccanismi biologici del corpo umano si modificano per consentire l'invecchiamento; specie come l'uomo, che iniziano l'attività sessuale molto tardi, 12-16 anni, vivono più a lungo. Perché lo scopo dell'evoluzione è massimizzare gli sforzi per lasciare maggior numero di discendenti. L'uomo però è una delle poche specie in cui l'individuo sopravvive anche dopo l'età della riproduzione. Esempio della menopausa, originata probabilmente al tempo dei Cro-Magnon, per favorire l'allevamento dei figli già nati senza rischiare con altri parti.

Criteri di unicità dell'uomo

L'unicità dell'uomo è basata sui suoi tratti culturali, che gli danno la capacità di modificare l'ambiente: arte, linguaggio, tecnologia, agricoltura, ma possiede altre condizioni esclusive  : il consumo di droghe, il genocidio, lo sterminio di massa di altre specie.

Il linguaggio: molti animali possiedono un linguaggio, ma solo l'uomo articola, sintassi e grammatica. Si può pensare che vi sia un progetto genetico insito nel cervello umano che rende possibile imparare le lingue da bambini (cfr. l’innatismo di Chomsky).

L'arte: l'arte umana ha tre caratteristiche:

 -non è utilitaria

- il suo unico scopo è il piacere estetico 

-viene trasmessa per apprendimento e non per via genetica.

L'agricoltura: la scoperta dell'agricoltura è stata un passo avanti decisivo sia nel bene che nel male: infatti determina disuguaglianze sociali e sessuali; malattie; cattiva nutrizione per carenza di proteine, per dipendenza dai raccolti, per il pericolo di carestie, per le malattie da affollamento; dà luogo a una élite sana e una massa denutrita; produce la divisione in classi.

L'agricoltura pur con tutti i suoi limiti permise però di sfamare molta più gente, di mantenere gruppi privilegiati; il che consentiva ovviamente la nascita della metallurgia, della manifattura e della scrittura, di un esercito, di gerarchie. L'allevamento di animali domestici, pecore, capre, maiali, bovini, cavalli portò insieme cibo, energia motrice e, indumenti, e modifiche nell'esercito

Uso del fumo, di alcool e droghe: si spiegano innanzi tutto come esibizione di superiorità e coraggio per fare colpo sulle femmine => Seleziona sessuale. Comportamenti autopromoventi che però diventano autodistruttivi.

Genocidio: la nostra storia è  costellata di genocidi: invasione, lotte per il potere, motivi razziali o religiosi, possesso della terra. Anche gli scimpanzé, i lupi gorilla, i leoni conoscono l'omicidio ma solo l'uomo ha le armi per farlo su larga scala. Le tre giustificazioni del genocidio sono di solito l'autodifesa, la vera religione, la giusta politica o la vera razza:  rendere il nemico un animale

La distruzione dell'ambiente: il passato non è un'età dell'oro di equilibrio tra l'uomo e la natura, anche alcune società preindustriali hanno distrutto l'abitat, per esempio la Nuova Zelanda con l'arrivo degli antenati dei Maori produsse lo sterminio di molte specie animali, stessa cosa in molte isole della Polinesia, in Madagascar si ebbe l'estinzione degli animali giganti dovuta ai primi malgasci. La civiltà dell'isola di Pasqua si autodistrusse per aver distrutto l'ambiente, qualcosa di simile accadde anche intorno alla città di Petra.

 

mercoledì 5 marzo 2025

Marc Augé Perché viviamo? 2003

 


 


Chiedersi “perché viviamo?” significa chiedersi innanzi tutto cos’è la felicità. Si può partire con una definizione minima: l’assenza di dolore, la tregua, la pausa.

Le differenze sociali, tuttavia, comportano un senso diverso della felicità. Per il povero può diventare un lusso, un privilegio. Nella società dei consumi la felicità diventa “poter consumare”. In questo contesto l’autore prova a ridefinire l’idea della felicità. In primo luogo essa dipende da due fattori: durata e istante.

La felicità duratura è percepita solo a posteriori. La felicità effimera, legata al momento, è occasionale.

In generale afferma che “La coscienza felice di sé si fonda su un doppio presupposto: la relazione con il tempo e quella con gli altri.” (10)

Per l’uomo comune nella società di consumi e nell’epoca della “cosmotecnologia” (miti e riti legati alla presenza della tecnologia, che costituiscono modelli per la vita delle persone), il tempo è scandito dalla sequenza dei programmi televisivi, lo spazio ha la fisionomia del viaggio.

La domanda sulla felicità dell’uomo comune nella società dei consumi è parallela alla questione del perché l’antropologia (quella di Augé almeno) è passata dalle società primitive alla società attuale. In realtà l’esperienza africana gli ha insegnato la rilevanza del fattore dello SPAZIO:

- che lo spazio non è mai neutrale

- che non c’è spazio isolato dal sociale

- che non si comprende lo spazio se non si comprendono tre funzioni essenziali: la Persona  – l’Evento – la Mediazione.

Persona: Il rapporto con l’altro, fondamento dell’identità personale è prima di tutto un rapporto tra corpi. “Esistiamo in senso pieno come persone solo socialmente, e dobbiamo tale esistenza sociale al nostro corpo.” (53)

“Dobbiamo una volta per tutte ricordarci che il rapporto con l’altro, il legame sociale e il legame simbolico sono creati innanzi tutto dalla relazione tra i corpi, lungi dall’essere trasmessi dalle immagini o dai simboli.” (52-53)

Evento: il rito serve a esorcizzare il ritorno di eventi nefasti.

Mediazione:  tra uomini e soprannaturale ha tre forme: il sogno, la possessione, lo spettacolo.

Il passaggio tra l’esperienza culturale dei popoli primitivi e quella delle società attuali è evidente almeno su cinque temi: l’identità, la memoria, la sacralità, l’apparenza, lo scambio.

Sono gli  assi antropologici transculturali.

L'antropologia è profondamente cambiata nell'epoca della globalizzazione, cioè del libero mercato, delle reti tecnologiche e della coscienza planetaria ecologica e sociale.

La coscienza planetaria "è la coscienza del pianeta come corpo fisico vulnerabile, maltrattato e minacciato." (92)

"La coscienza sociale del pianeta è la coscienza di un mondo dove lo scarto tra i più ricchi dei ricchi e i più poveri dei poveri non smette di aumentare. " (93)

Fenomeno della urbanizzazione: la metacittà virtuale (cfr. Virilio), la città mondo, è divisa in luoghi e non luoghi, in base alle pratiche sociali che lo definiscono, spazi pubblici e spazi privati. Che oggi sono dominati da una circolazione infinita di beni e di persone che ha profilo globale più che locale. In un clima generale di violenza familiare, cittadina e religiosa, di guerra, eccetera Emblematica perché appare "quando le relazioni non sono più possibili né negoziabili e ancor meno istituibili o istituite: quando il processo simbolico fallisce. " (103)

Augé riassume la confusa situazione attuale nel principio della mancanza di fini generali soppiantati dai fini a breve termine, redditività, competitività, profitto…

Resta unico il fine sottaciuto del consumo illimitato.

Serve allora un ritorno all’utopia, dell'educazione, della piena occupazione, della sicurezza.

L'antropologia del futuro: antropologia dell'Economia e antropologia delle Scienze, perché sono i luoghi in cui meglio emerge "la deriva di una umanità apparentemente privata dei suoi fini." (131)

Conclude: " la società, l'individuo, la conoscenza sono tre finalità che definiscono la condizione umana. " (132)

mercoledì 26 febbraio 2025

Tim Ingold CORRISPONDENZE 2021

 



Tim Ingold, antropologo e filosofo, cerca di esaminare con sguardo fenomenologico la complessa struttura della relazione tra l'uomo e le cose. Le cose non sono distinte, "nulla è isolato" (7), "tutto filtra e nulla è chiuso in sè " (7). E dà vita così ad un testo frammentario che cerca di raccontare la relazione che tiene insieme tutte le cose del mondo e che l'autore chiama corrispondenze spaziando da un tema ad un altro molto liberamente.

Ogni cosa è la sua storia, la storia di come si differenzia continuamente, bisogna allora sostituire i sostantivi con i verbi. Il mondo è unico per l'uomo o per ogni altro essere o cosa e l'uomo non è il centro.

 Tra esseri umani e cose vi sono le corrispondenze, relazioni biunivoche, che hanno tre caratteristiche:

- ogni corrispondenza è un processo

- ogni corrispondenza è a finale aperto

- ogni corrispondenza è dialogica.

La conoscenza del mondo deve avvenire attraverso lo studio amatoriale che richiede rigore  (pratiche di cura e attenzione) e precisione (esattezza e capacità di flettersi in risposta ai movimenti degli altri), e produce teoria, non come un sapere astratto ma fondato sulle forze del mondo abitato. Teoria come "modo di abitare" (15)

Alcuni esempi di corrispondenze:

Dialogare con gli alberi.

Incontrare un masso.

Riflettere sul fascio di luce, (esplosione che si accende sia nell'occhio dell'osservatore sia sul mondo delle cose) e sul raggio di luce, (impulso energetico puntuale). Anche il buio può essere pensato in modi diversi, come ombra o come pece, vuoto di luce.

Un albero è solo metà della cosa, poi c'è il vento: non c'è albero senza vento così come non c'è corpo senza respiro. Ogni corpo è fatto di due metà: quella  avvolta nella pelle  e quella invisibile fatta da aria. Tutto ciò che esiste sta sulla terra e sotto il sole: gravitazione, illuminazione. Ogni corpo solido getta un'ombra.

Distingue il manufatto (potere dell'intelletto progettuale),  dal vegetale potere della crescita. Nel bosco domina il vegetale nella città il manufatto. La città è governata dalla ragione che si confronta  col mare che ne minaccia la dissoluzione. Camminare in collina. Ascendere in montagna. Navigare nel mare. Volare nel cielo, similitudine scrittura/volo. Una nave e un aereo si devono scontrare con il mezzo per penetrarlo mentre l'uccello il pesce si muovono con il mezzo, l'aria, l'acqua.

Il suono della neve che cade.

Il terreno come fondamento di ogni cosa. Erosione, eruzione, iscrizione: le forme della relazione tra terreno e atmosfera. Il principio di proprietà estende la proprietà del terreno al volume sovrastante, (“ad coelum”) quindi il terreno è un intermedio tra il cielo e il sotterraneo, spazi reali ma che non possono essere abitati.  L'arte di crearsi un riparo in un luogo impervio.

Lo spirito degli elementi, aria, acqua, fuoco, terra, metalli, termini non scientifici ma che restituiscono i materiali all'esperienza.

Il senso della pietra che diventa scultura.

La storia di un rocco del tempio di Selinunte e la trasformazione della materia pesante in scultura, la roccia, l'interno è massa, l'esterno è atmosfera, luce, calore del sole, eccetera.

Tema dell'estinzione.

Tema del vento e della sua conversazione con gli alberi, con la sabbia...

Il paesaggio, le sue linee, natura o immagine? la natura stessa delle linee come marcatore intermedi tra mondo materiale e mondo concettuale. Il rapporto tra linee e piega, gomitolo, riga, barratura.

La natura delle parole, della scrittura e della calligrafia

mercoledì 19 febbraio 2025

Telmo Pievani, La fine del mondo. Guida per apocalittici perplessi, 2012

 


 


L'estinzione dei grandi rettili nel Cretaceo, 65 milioni di anni fa, ha lasciato il posto ai mammiferi in una staffetta evoluzionistica dalla quale dipendiamo. Si può dire allora che l'uomo Sapiens è figlio di questa catastrofe.

Le molte catastrofi vissute dall'uomo lo costringono a porsi il problema del male naturale e del male umano (cfr. Voltaire sul terremoto di Lisbona 1755).

Piovani affronta il tema dell'Apocalisse seguendo la traccia di cinque termini chiave.

CATASTROFE

Si pensi agli esempi eminenti di Gilgamesh e della Genesi: il diluvio universale, si pensi a Esiodo: dopo l'età dell'oro il presente e il futuro sono decadenza, si pensi agli stoici con il tema dell'ecpirosi: l'uomo ha sempre pensato il suo destino legato a una catastrofe: "Dal secondo secolo in poi gli adepti del sacerdote Montano e delle sacerdotesse Massimilla e Priscilla attesero a lungo l'arrivo della Nuova Gerusalemme tra i villaggi della Frigia. La fine delle persecuzioni del IV secolo non infuse abbastanza ottimismo e le profezie di sventura  proseguirono: per il massacratore degli eretici ariani, Ilario di Poiters, l'anno giusto sarebbe stato il 365. Per i donatisti di Ticonio il 380. Le invasioni barbariche apparvero ai più come un'attuazione letterale delle profezie bibliche: il flagello di Dio. Per Gregorio di Tours i tempi sarebbero finiti tra il 799 e l'806. Nel 950 il monaco Adsone di Montier-en-Der annuncia l'arrivo dell'ultimo imperatore del mondo nella sua Lettera sull'anticristo. Nell'anno 968 ci fu un eclissi solare, nel 981 apparve la cometa di Halley, nel 970 e nel 992 il venerdì santo coincise con l'annunciazione, si avvicinava la fine del primo millennio cristiano: troppe coincidenze, doveva esserci sotto qualcosa." (16)

Sette millenariste, predicatori, profeti di sventura: le previsioni sono state continue e continuamente smentite i fatti. Ciò però non impedì che  previsioni apocalittiche comparissero continuamente.

Allora "la fine del mondo diventa una metafora inverosimile ma efficace, della battaglia contro le avversità. " (27)

E lo scacco delle previsioni rappresenta la natura non lineare, contingente della realtà. Le previsioni apocalittiche (come l'astrologia) sono un  modo per imporre un ordine al caos e alle profondità del tempo. L'uomo ha bisogno di entrambe le cose:

-  la certezza della continuità del tempo, gradualità delle trasformazioni, quanto è stato costruito nel passato deve servire al presente

-  però ha bisogno anche della catastrofe.

"Abbiamo bisogno anche della catastrofe, del cataclisma imprevedibile che scompagina le carte, riapre i giochi, ridona speranza a chi era ai margini della storia, rovescia rapporti di forza e, spezza la logica precedente che sembrava invincibile." (43)

DISASTRO

La natura vive una condizione di neutralità morale, perché il male è una categoria della conoscenza umana. “È male ciò che noi associamo all’imperfezione.” (49)

Il disastro sempre ha responsabilità umana (costruire…) anche se vi sono eventi naturali come terremoti (3000 l’anno di magnitudo oltre i 6°), tzunami, eruzioni vulcaniche (almeno 50 l’anno), possibili asteroidi, capricci climatici… Dunque siamo esposti costantemente a molti mali interni ed esterni.  E poi c’è l’evidenza del riscaldamento globale che sta accelerando ed ha causa prevalentemente umana.

“Cresce sempre di più il sospetto che, in fin dei conti, la catastrofe siamo noi…” (75).

E poi ci sono i virus…

NEMESI

I disastri derivanti dall’aggressività umana: conquiste,  guerre, bombe atomiche, stragi, tecnologia fuori controllo, incidenti nucleari, disastri ecologici, terrorismo…

Però l’autore riabilita il ruolo della scienza e della tecnica, che hanno i limiti di tutte le imprese umane, ma non sono la causa di tutto. I limiti di scienza e tecnica sono i limiti di ogni attività umana.

La catastrofe si presenta allora come Nemesi, vendetta, punizione, per la ibris dell'uomo, per la mancanza di limiti Ma la scienza e la tecnica, che pure sono parte del problema, possono contribuire alla sua soluzione. L'autore propone allora un “ambientalismo scientifico" (101) cioè un'analisi del futuro che sia basata su rigorosi dati scientifici.

 

ESTINZIONE

Probabilmente il 99% delle specie vissuto sul pianeta sono già estinte. Spesso avviene una coestinzione di specie legate, preda-predatore ospite-parassita eccetera

1) 65 milioni di anni fa: Cretaceo, estinzione dei dinosauri  a causa probabilmente di un asteroide, sopravvivono però i mammiferi implica siamo figli di molte estinzioni

2) 251 milioni di anni fa: Permiano, estinzione del 90% delle specie viventi per effetto di massiccie eruzione vulcaniche

 In totale sono stati cinque estinzioni principali: i Big Five

3)  fine di Ordoviciano

4) Devoniano

5) Triassico

 Anche l'uomo è fra le cause di estinzione di alcune specie per via della caccia, delle modificazioni ambientali, della frammentazione degli habitat, della disseminazione di specie invasive, dell'inquinamento, del riscaldamento globale, della modifica dei fiumi, del disboscamento, dell'urbanizzazione: è l'uomo la causa della sesta estinzione.

Oggi una specie ogni 20 minuti si estingue.

 

APOCALISSE

La terra finirà naturalmente per rallentamento progressivo e per effetto del sole fra 5 miliardi di anni. Ma, al di là di questo, la catastrofe impegna l'immaginario umano da sempre, forse per sublimazione delle sue paure o per recuperare il non senso della nostra fine individuale, forse per il rapporto ansiogeno che abbiamo oggi con il futuro, imprevedibile. Oppure perché è forte il nostro bisogno di giustizia, tanto che speriamo in un nuovo tempo, un nuovo inizio dopo l'apocalisse.

Letteralmente Apocalisse significa visione, apparizione della verità. Implica valore morale dell'Apocalisse.

Oggi vi sono le condizioni per una fine del mondo come lo conosciamo E non facciamo nulla per impedirlo. Ma la terra può vivere senza l'uomo! non siamo indispensabili.

Tuttavia proprio questo sapere dovrebbe spingerci verso le basi del sentimento sociale: simpatia, compassione, solidarietà: "il condividere un percorso accidentato e incerto, consapevoli della nostra finitudine come individui e come specie." (165)