A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

domenica 11 giugno 2023

Introduzione alla Consulenza Filosofica: riflessione sulla nascita - la sfida di natura e cultura

 

Riflessione sulla nascita – la sfida di natura e cultura

 Abbiamo visto come persino l’Altro che si è dato alla luce come genitori, sia da loro non conosciuto.

Il paradosso che i genitori possono incontrare, quello che vede il bambino rivelarsi e, al contempo, venire formato, può costituire un problema in molti aspetti e in svariati momenti della crescita del bambino. Lasciare che il bambino si manifesti, esprimendo a pieno il suo temperamento, i suoi interessi e il suo specifico modo di conoscere, è affascinante, spesso commovente. Ma l’essere umano, creatura relazionale e non finita, si forma e trova il suo posto nel mondo attraverso la guida di chi si prende cura di lui e la sua mediazione tra lui e il mondo. Individuare il giusto equilibrio tra natura e cultura è un compito non scontato e, soprattutto, mai del tutto concluso: variano nel tempo la misura e la modalità dell’intervento necessario e non vi è una regola che si adatti a ognuno, genitore e figlio.

MARINA DA CANAL

giovedì 8 giugno 2023

Letture: Saggezza di Eugenio Borgna (2019)

 


 

Il libro di Eugenio Borgna Saggezza, uscito la prima volta nel 2019 e ora riproposto nella collana “Il senso della vita” da cui cito, è costruito nella forma di un inesauribile colloquio con la cultura filosofica e letteraria. L'autore costituisce una sorta di archivio di esperienze, di ipotesi, non necessariamente suffragate da una vera e propria elaborazione teorica, supponendo però che la riflessione possa scaturire naturalmente dalla lettura e dalla intima acquisizione di una serie abbastanza particolare e articolata di citazioni, di brani, di testi, accuratamente selezionati.

In questo senso il testo ha una natura rapsodica che dà ampio spazio in particolare ad alcuni autori, per esempio Schopenhauer. Alla fine della lettura si ha la sensazione di aver mancato un pochino l'oggetto della ricerca tuttavia non c'è dubbio che saper leggere, saper ascoltare, saper entrare nel testo filosofico, è importante, è il primo passo verso un percorso di elaborazione, ed è altrettanto importante e l'autore sembra suggerirlo a ogni passo,  a ogni riga, che saranno poi soltanto le esperienze individuali capaci di ricostruire a mettere insieme e fare sintesi della complessità, della ricchezza, della varietà delle esperienze che i testi nella loro varietà possono suggerirci.

Tuttavia, per chiarezza, è bene precisare che l'autore muove da una precisa definizione della saggezza intesa come "la capacità di giungere alla conoscenza razionale non di cose alte e sublimi, remote dalla comune umanità, come è proprio della sapienza, ma alla conoscenza razionale delle attività umane, e del modo migliore di realizzarle” (11). Questo che, in qualche modo, è l'idea comune che abbiamo noi tutti della saggezza è poi un'idea che va composta mettendo insieme tanti aspetti, tanti elementi, che solo nel loro articolato comporsi possono dare vita alla figura di cui si sta parlando. In questo senso la saggezza è anche conoscenza di se stesso e la conoscenza di se stesso non è però la sapienza che è invece conoscenza delle cose alte e sublimi mentre la saggezza per definizione o perlomeno per la tradizione aristotelica è conoscenza delle faccende umane.

La saggezza è la capacità di saper ascoltare, è attenzione alla nostra interiorità, ma anche a ciò che ci circonda, attenzione agli altri, è il nostro modo di vivere immedesimandoci nelle esperienze vissute, è la sensibilità necessaria a raccogliere il linguaggio del corpo vivente, saggezza è anche capacità di vivere il tempo, il tempo interiore, quello vissuto, capacità di sopportare il passato senza esserne annientato, capacità di vivere nel momento presente, la capacità di affrontare il futuro senza eccessivi timori.

La saggezza si compone anche di gentilezza: gentilezza e saggezza, infatti, "sono premesse alla comprensione e l'accoglienza delle debolezze e delle fragilità, delle tristezze e delle angosce presenti nella vita" (65)

Saggezza è saper affrontare l’età anziana, è saper affrontare la memoria ferita, saggezza è essere continuamente in dialogo: "essere in dialogo senza fine con gli altri, con le persone che conosciamo, e con quelle che non conosciamo" (77)

La saggezza è una forma di ricerca del senso, il senso che stas nel cuore delle apparenze, il senso che è nelle parole che aprono il nostro cammino.

Da questo punto di vista dovremmo cercare di lavorare a una vera e propria etica della saggezza. La saggezza, infatti, è una scelta alla quale possiamo essere chiamati in ogni momento della nostra esistenza, una scelta etica fondamentale: "la saggezza che si chiude in una deserta e autistica solitudine non serve né alla nostra vita né a quella degli altri: l'una fatalmente legata all'altra."(87) Tuttavia è chiaro che non è facile fare della saggezza la propria stella polare, è un compito che richiede fatica e impegno e una grande dose di determinazione.

La saggezza infine deve essere anche consapevolezza del limite senza il quale nulla saremmo “non si può agire con saggezza se non si è consapevole dei confini, dei limiti, che sono retaggio della vita.” (91)

 Nella vita quotidiana essere saggio significa avere senso della misura e l'etica della saggezza non può che essere un'etica fatta di scelte che tengono conto della misura delle cose, della disposizione a scegliere bene a evitare il male e a non rifiutare mai le connessioni reciproche e il reciproco confronto di valori, in questo senso la saggezza è anche amore del prossimo.

STEFANO ZAMPIERI 

 

lunedì 5 giugno 2023

Introduzione alla Consulenza Filosofica: nativi consumatori

 

Nativi consumatori.  Dobbiamo smettere di parlare di nativi digitali perché si tratta di un errore, di un equivoco, di una semplice suggestione, non è il termine giusto, i nativi digitali non esistono, i giovani di oggi sono semplicemente dei perfetti consumatori, la familiarità con i mezzi elettronici che si produce essenzialmente per abitudine, per esperienza, per continuità e certo si serve della flessibilità mentale propria del giovane, non produce tuttavia una radicale mutazione della struttura cognitiva dei ragazzi, ma tende piuttosto ad una condizione ben precisa e questa sì molto diversa da quella dell'adulto. Il giovane, proiettato immediatamente nella dimensione virtuale della rete, più che scoprirne le infinite possibilità di informazione, di apprendimento e di scambio, finisce per apprendere il meccanismo più semplice, fluido, flessibile, per diventare un perfetto consumatore. E diventare perfetti consumatori è l'obiettivo fondamentale di coloro che stanno in rete e attraverso la rete pensano di poter guadagnare tempo, comodità, semplicità. Con un solo clic, con la sola pressione di un tasto, possono acquistare il disco che hanno appena sentito, il libro di cui hanno sentito parlare, il telefono di nuova generazione, il computer, l'accessorio, ma anche le scarpe, la camicia, il viaggio, non c'è attività che si faccia in rete che non abbia al suo fianco una possibilità di cliccare l’acquisto,  non c'è nulla che non si faccia in rete che non sia anche un comprare, non c'è un luogo interno della spazio virtuale della rete che non sia essenzialmente, o marginalmente, o in parte, un mercato. Forse la definizione più corretta per lo spazio virtuale della rete è proprio questa, è lo spazio di un mercato globale nel quale non soltanto puoi acquistare in qualsiasi luogo della terra, in qualsiasi momento della giornata -  tempo e spazio sottratti alla vita e consegnati all’economia - , ma poi associare il gesto dell'acquisto ad ogni istante della tua esistenza, ogni gesto che compi ogni atto che fai, ogni interesse, ogni desiderio, ogni curiosità, può immediatamente essere trasformato in un acquisto, saltando i tempi degli spostamenti fisici, del traffico, degli orari di chiusura, evitando le difficoltà degli incontri con le persone, evitando la noia della ricerca dell'oggetto giusto al prezzo migliore, della situazione più idonea, un solo clic e il tuo desiderio è realizzato. Certo in tutto questo c’è una difficoltà che probabilmente al giovane non appare immediata, poter acquistare significa avere una carta di credito e avere una carta di credito significa avere del denaro disponibile, avere un lavoro, avere delle risorse. Ma il nativo consumatore così potremmo chiamarlo, il nativo consumatore non ha una chiara cognizione del denaro, si fida dell'idea del denaro virtuale, si affida all'idea del credito interminabile, capirà crescendo, capirà col tempo, che acquistare significa poter acquistare, in primo luogo avere accesso al mercato e questo non è da tutti, anzi,

il mondo si divide proprio in due parti: coloro che hanno accesso al mercato, coloro che non ce l'hanno.

domenica 4 giugno 2023

Introduzione alla Consulenza Filosofica: Riflessione sulla nascita – in tre paradossi

 

Riflessione sulla nascita – in tre paradossi

 

La nascita di un figlio, benché attesa e preparata, corrisponde a un momento di rottura del tessuto, apparentemente continuo, del tempo quotidiano.

Il totalmente nuovo appare sulla scena.

Il figlio origina biologicamente dal corpo dei genitori e, spiritualmente, dal loro desiderio creativo.

Il prodotto di questo slancio, tuttavia, è qualcuno d’altro che, in quanto tale, non è conosciuto. (Primo paradosso)

 

I genitori lo accolgono, pronti ad averne cura e, nel contempo, a conoscerlo: l’altro si rivela e, allo stesso tempo, prende forma nelle cure che riceve. (Secondo paradosso)

 

Dopo la nascita, chi si prende cura del neonato esprime sé stesso nella cura, ma il “sé stesso” si trova sempre e comunque in una relazione con l’altro da sé che sussiste prima della sua stessa nascita. Il genitore, da sempre, si fa ponte tra il nascituro e il resto del mondo, perché attraverso di lui possa giungere al figlio il nutrimento, materiale e spirituale, necessario alla crescita. Al momento giusto, il bambino attraverserà quel ponte in direzione opposta, per raggiungere il mondo al di là della figura di accudimento. (Terzo paradosso)

MARINA DA CANAL

giovedì 1 giugno 2023

Letture: Vito Mancuso Etica per giorni difficili (2022)

 


Ho già presentato altri libri di Vito Mancuso sul mio blog e ho già ammesso che il suo lavoro rappresenta per me un importante punto di riferimento.

Questo Etica per giorni difficili (edito da Garzanti nel 2022) rappresenta un po' un bilancio complessivo della posizione di Mancuso in particolare rispetto al tema dell'etica.

 Ma che cos'è l'etica per Mancuso? È il sentimento dell'esistenza di valori più alti di quelli dell'io. C'è qui sullo sfondo una critica radicale, che io condivido, sia al nichilismo niceano sia al narcisismo contemporaneo che si presenta sotto la forma di un individualismo radicale.

L’etica, dunque è la certezza nella esistenza di valori che vanno oltre limitato orizzonte della individualità. Secondo Mancuso l'etica appartiene a tutti perché è naturale, istintiva, la certezza che si debba fare il bene piuttosto che il male, e la voce della coscienza ce lo conferma.

Di qui l'importanza del conoscere se stessi. Dunque l'etica ha due fondamenti: il valore e la libertà. Il valore come percezione di qualcosa di più importante dell'immediato interesse personale, come tensione verso, Spinoza direbbe conatus.

La libertà come "la capacità di assentire oppure no all'appello percepito." (p.39), il contrario di libertà è la necessità. La più grande tragedia del nostro tempo è allora la critica niceana ai valori (morte di Dio ) e la morte del Superego che ha lasciato solo un Ego senza limiti. Etica è diverso da diritto che nasce per fronteggiare lo stato di conflittualità costante fra gli uomini. L'etica invece nasce per imitazione della logica della natura che è sempre una logica aggregativa, per Mancuso infatti, e su questo concordiamo, l'essere è relazione

"Sostenere il primato della relazione rispetto alla sostanza significa sostenere che ogni ente deriva da una serie di relazioni, ed è, e consiste, come insieme dinamico di relazioni. Ogni ente è il risultato sempre in divenire di una aggregazione e ontologicamente è definibile come un sistema. Non c'è nessun ente che non sia un sistema, che non provenga da un concerto di relazioni, a partire dall'aria che respiriamo e dagli atomi che la compongono, i quali a loro volta sono un sistema chiuso."

Da qui, dall'essere relazione, scaturisce la distinzione tra bene e male che è necessaria all'etica "l'essere è retto dalla logica del sistema, cioè della relazione armoniosa, e ciò che è conforme a tale logica fa fiorire la vita, mentre ciò che non lo è la fa sfiorire portando alla morte." (p. 247)

Dunque ciò che è conforme alla logica relazionale fa fiorire la vita, è il bene, ciò che è contrario a tale logica la fa appassire, è il male. L’etica mette in gioco la dimensione della interiorità perché è richiamo alla propria libertà ma anche a riconoscere i propri valori di riferimento, in questo senso l'esigenza etica nasce dal sentirsi in disarmonia aspirando invece all'armonia. Relativismo e assolutismo sono i due estremi tra i quali deve trovare posto il sentimento etico: "il giusto mezzo è la relazione che fa avvertire al soggetto di essere al cospetto di qualcosa di più importante di lui e che però al contempo è per lui, nel senso che lo sprona e lo educa." (p. 131)

 Di qui Mancuso recupera le quattro virtù cardinali (saggezza /giustizia/ fortezza/ temperanza) e l'empatia come contrario dell'indifferenza, come partecipazione alla comune umanità. Fedeltà alla coscienza è autenticità.

La nuova utopia è quella che custodisce l'umano nel sistema della natura di cui fa parte. Dunque bisogna prima di tutto aver cura della propria coscienza, della propria interiorità: il silenzio e il raccoglimento sono dunque essenziali per coltivare la vita interiore secondo quattro principi pratici:  studio natura igiene respiro.