Il libro di Eugenio
Borgna Saggezza, uscito la prima
volta nel 2019 e ora riproposto nella collana “Il senso della vita” da cui
cito, è costruito nella forma di un inesauribile colloquio con la cultura
filosofica e letteraria. L'autore costituisce una sorta di archivio di
esperienze, di ipotesi, non necessariamente suffragate da una vera e propria
elaborazione teorica, supponendo però che la riflessione possa scaturire
naturalmente dalla lettura e dalla intima acquisizione di una serie abbastanza
particolare e articolata di citazioni, di brani, di testi, accuratamente
selezionati.
In questo senso il
testo ha una natura rapsodica che dà ampio spazio in particolare ad alcuni
autori, per esempio Schopenhauer. Alla fine della lettura si ha la sensazione
di aver mancato un pochino l'oggetto della ricerca tuttavia non c'è dubbio che
saper leggere, saper ascoltare, saper entrare nel testo filosofico, è
importante, è il primo passo verso un percorso di elaborazione, ed è
altrettanto importante e l'autore sembra suggerirlo a ogni passo, a ogni riga, che saranno poi soltanto le
esperienze individuali capaci di ricostruire a mettere insieme e fare sintesi
della complessità, della ricchezza, della varietà delle esperienze che i testi
nella loro varietà possono suggerirci.
Tuttavia, per
chiarezza, è bene precisare che l'autore muove da una precisa definizione della
saggezza intesa come "la capacità di giungere alla conoscenza razionale non di cose alte e sublimi, remote dalla
comune umanità, come è proprio della sapienza, ma alla conoscenza razionale delle attività umane, e del modo
migliore di realizzarle” (11). Questo che, in qualche modo, è l'idea comune che
abbiamo noi tutti della saggezza è poi un'idea che va composta mettendo insieme
tanti aspetti, tanti elementi, che solo nel loro articolato comporsi possono
dare vita alla figura di cui si sta parlando. In questo senso la saggezza è
anche conoscenza di se stesso e la conoscenza di se stesso non è però la sapienza
che è invece conoscenza delle cose alte e sublimi mentre la saggezza per
definizione o perlomeno per la tradizione aristotelica è conoscenza delle faccende
umane.
La saggezza è la
capacità di saper ascoltare, è attenzione alla nostra interiorità, ma anche a ciò
che ci circonda, attenzione agli altri, è il nostro modo di vivere
immedesimandoci nelle esperienze vissute, è la sensibilità necessaria a
raccogliere il linguaggio del corpo vivente, saggezza è anche capacità di
vivere il tempo, il tempo interiore, quello vissuto, capacità di sopportare il
passato senza esserne annientato, capacità di vivere nel momento presente, la
capacità di affrontare il futuro senza eccessivi timori.
La saggezza si compone
anche di gentilezza: gentilezza e saggezza, infatti, "sono premesse alla
comprensione e l'accoglienza delle debolezze e delle fragilità, delle tristezze
e delle angosce presenti nella vita" (65)
Saggezza è saper
affrontare l’età anziana, è saper affrontare la memoria ferita, saggezza è essere
continuamente in dialogo: "essere in dialogo senza fine con gli altri, con
le persone che conosciamo, e con quelle che non conosciamo" (77)
La saggezza è una
forma di ricerca del senso, il senso che stas nel cuore delle apparenze, il
senso che è nelle parole che aprono il nostro cammino.
Da questo punto di
vista dovremmo cercare di lavorare a una vera e propria etica della saggezza. La saggezza, infatti, è una scelta alla quale
possiamo essere chiamati in ogni momento della nostra esistenza, una scelta
etica fondamentale: "la saggezza che si chiude in una deserta e autistica
solitudine non serve né alla nostra vita né a quella degli altri: l'una
fatalmente legata all'altra."(87) Tuttavia è chiaro che non è facile fare della
saggezza la propria stella polare, è un compito che richiede fatica e impegno e
una grande dose di determinazione.
La saggezza infine
deve essere anche consapevolezza del limite senza il quale nulla saremmo “non
si può agire con saggezza se non si è consapevole dei confini, dei limiti, che
sono retaggio della vita.” (91)
Nella vita quotidiana
essere saggio significa avere senso della misura e l'etica della saggezza non
può che essere un'etica fatta di scelte che tengono conto della misura delle
cose, della disposizione a scegliere bene a evitare il male e a non rifiutare
mai le connessioni reciproche e il reciproco confronto di valori, in questo
senso la saggezza è anche amore del prossimo.
STEFANO ZAMPIERI