A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

domenica 12 febbraio 2023

Immaginare il futuro: Jacques Le Goff, Tempo (1999)

 

Jacques Le Goff, Tempo (1999)

In: Le Goff – J:L Schmitt, Dizionario dell’Occidente medievale, Einaudi

Campane - Foto e Immagini Stock - iStock

Continua la ricerca di Le Goff intorno alla storia del tempo. Egli fa osservare un passaggio fondamentale:

Oggi: tempo unificato, oggettivo e misurabile.

Medioevo: tempo di Dio, tempo della terra, tempo dei signori e dei sudditi, tempo della città, tempo del mercato…

Il grande maestro del tempo nel ME è Agostino che pone l’esperienza del tempo all’interno dell’anima con una connotazione spirituale.

Al ritmo classico della decade succede il ritmo della settimana col punto nodale della domenica: tempo del lavoro + tempo del rito religioso (domeniche, feste ecc.)

L’obbligo della domenica risale all’epoca carolingia (IX sec.).

Il tempo cristiano combina tre tipi di tempi:

- tempo ciclico della liturgia: calibrato sulla vita di Cristo, Natale fissato al 25 dicembre dal IV secolo al posto di una festa del sole; Pasqua, Quaresima, Pentecoste, Festa dei santi => regola anche il tempo della sessualità (stabilendo il momento per i rapporti proibiti e per quelli consentiti);

- tempo lineare della Storia: il cristianesimo è una religione radicata nella storia, nel tempo, di qui l’uso degli annali e delle cronache;

- tempo sacro e orientato: procede dalla creazione, attraversa l’incarnazione, e va verso il Giudizio finale. Tempo del destino, della salvezza eterna e della eterna dannazione.

Il tempo aristocratico privilegiava il passato, ma anche il tempo religioso si fonda sul passato (vita di Gesù, dei Santi, dei Martiri…).

Le monarchie esaltano le dinastie.

 I tanti tempi del ME:

- tempo religioso (verdi sopra)

- tempo contadino

- tempo urbano

- tempo bellico (primavera – estate)

- tempo signorile (spedizioni militari, omaggi, date di pagamento delle rendite)

- tempo del mercante.

In un’epoca in cui l’aspettativa di vita è bassa (meno di 40 anni) => il prestigio dei vecchio.

I monaci forniscono al dominio del tempo due innovazioni:

- le campane, dal VII sec.

- l’orario quotidiano (tempo di preghiera, tempo di lavoro, tempo per nutrirsi, per dormire, ecc.). Modello per la successiva divisione razionale del tempo.

Le città laicizzano il tempo => torre campanaria. Orologio meccanico (1400) => tempo del Re: Carlo V nel 1370: tutti gli orologi devono essere regolati su quello del suo palazzo a Parigi.

Dalla metà del ‘300 nasce l’astrologia con cui i potenti cercano d’impossessarsi del futuro a scapito della chiesa.

Nel ‘400 con l’affermazione dell’individuo il tempo diviene uno dei suoi beni più preziosi. Alla fine del secolo compare l’orologio personale.

 


giovedì 9 febbraio 2023

Letture: Cory Doctorow, Radicalized. Quattro storie del futuro (2019)

 

 


Ho letto molte opere distopiche in questi ultimi anni, ma certamente questi  quattro racconti di Cory Doctorow, giornalista, scrittore e attivista per i diritti umani  di origine canadese, possiedono una forza dirompente. Impossibile restare indifferenti.

 Diamo una rapida occhiata alle quattro storie. Pane non autorizzato è una divertente rappresentazione di un mondo futuro nel quale la società è drasticamente divisa in ricchi e poveri, questi ultimi soprattutto di origine straniera, e mostra la totale dipendenza dal profitto: tutti gli elettrodomestici infatti sono nelle mani di cinici profittatori che ricavano denaro dalle più semplici azioni della vita quotidiana. Il tostapane riconosce il pane che si cerca di scaldare e accetta solo quello, caro, di una certa marca tanto per fare un esempio. Il tentativo di hackerare le macchine soprattutto da parte di una banda di ragazzini, viene neutralizzato: il sistema si sa proteggere e non lascia scampo.

Minoranza modello mette in scena, in una evidente parodia, il superuomo American Eagle, un extraterrestre che ha messo i propri superpoteri al servizio della giustizia e del bene ma che si scontra contro la palese ingiustizia della polizia americana e del sistema legale e scopre quanto può essere pericoloso non essere “bianco” in una società razzista e come i suoi poteri si possano tradurre in una tragica  impotenza di fronte al compatto sistema americano che tiene insieme polizia, giustizia, media, opinione pubblica…

Radicalizzati, cher dà il titolo al volume, è un violento atto d’accusa nei confronti del sistema sanitario americano. Il protagonista, sopravvissuto al dramma del cancro della moglie, entra in un forum nascosto in cui scopre moltissimi altri nella sua stessa condizione: tutti vittime delle assicurazioni sanitarie che si rifiutano di pagare le cure mediche nel caso di malattie mortali. E così entra in un labirinto di disperazione, di vicinanza alla morte, di persone che non hanno più nulla da perdere. In questo contesto nasce la “radicalizzazione” che porta alcuni più disperati di altri a perpetrare attentati e violenze nei confronti delle assicurazioni e dei politici che  impediscono l’approvazione di una riforma del servizio sanitario. Alla fine il protagonista c,he pure non ha compiuto nessun atto di violenza, verrà arrestato e condannato solo per essere entrato in contatto nel forum. Anche qui il sistema si sa difendere e non lascia alla protesta alcuno spazio che non sia quello della disperazione.

Infine La maschera della morte rossa è forse dei quattro il racconto più cinico e negativo: in una società futura, ma neanche tanto, i ricchi cercano di difendersi da sommovimenti, proteste violente, epidemie disastrose. Un gruppetto molto selezionato si rinchiude armato in una specie di fortezza per assistere, da un luogo protetto, alla fine della civiltà. Ma non riuscirà a lasciar fuori il virus mortale che ne farà strage. L’immagine finale è quella del protagonista chiuso in una specie di bara metallica per difendersi dall’irruzione dei popolari.

 Anche da queste sintesi molto rapide appare con chiarezza l’impostazione di Doctorow estremamente pessimistica. Non c’è margine né per la speranza né per la redenzione. Le premesse del presente, ben riconoscibili, non posso che portare ad esiti drammaticamente distopici. Sembra che nessuno sia in grado veramente di proteggersi da questo esito, nemmeno un superuomo sarebbe in grado di vincere il meccanismo perverso dell’esclusione sociale, della povertà, dello sfruttamento cinico, non ci sono possibilità di resistenza, perché il sistema è  astuto, sa giocare sulle debolezze delle persone, sa entrare nei gangli più delicati delle contraddizioni e, alla fine, è sempre in grado di perpetuare se stesso. Anche se sembra che la stessa mancanza di futuro che assilla i “resistenti” porterà anche il sistema a un collasso irreversibile. Se non c’è speranza non c’è per nessuno.

lunedì 6 febbraio 2023

Introduzione alla Consulenza Filosofica 5  : CHIARIFICAZIONE

CHIARIFICAZIONE

 


La consulenza filosofica può essere intesa anche come un colloquio di chiarificazione dell'esistenza: chiarificazione significa depurazione significa pulizia significa individuazione della nostra visione del mondo ma anche individuazione delle nostre dipendenze e anche esplicitazione degli schemi (che siano acquisiti, che siano imposti, che siano collettivi o individuali) attraverso i quali noi abbiamo costruito fino ad oggi, fino a questo momento, la nostra esistenza; si tratta cioè in qualche maniera di individuare le maschere che ci siamo messi addosso e che sono servite fino ad oggi per costruire la nostra vita. 

 


domenica 5 febbraio 2023

Immaginare il futuro: Jacques Le Goff, Tempo della Chiesa e tempo del mercante, (1977)

 


Il saggio Tempo della Chiesa e tempo del mercante del grande storico Jacques Le Goff è uno dei primi tentativi di ricostruire  una storia dell’idee e delle pratiche del tempo nell’età moderna. Si tratta dunque do un passaggio obbligato per chiunque voglia capire qualcosa di più della natura del tempo .

Secondo Le Goff, all’alba dell’età moderna il mercante fonda la sua attività su ipotesi di cui il tempo è la trama, accumulare, riserve, comprare/rivendere, ecc. (di qui anche l’accusa della Chiesa contro l’usura di vendere il tempo di Dio).

Nel Medio Evo tempo del mercante e tempo della Chiesa (che parte dalla Bibbia e dai Padri) si scontrano. => Tempo Teologico, che comincia da Dio.

L’eternità è il tempo dell’infinito (vs Platone secondo il quale l’eternità è l’assenza del tempo), l’apparizione di Cristo dà un centro al tempo (diviene Storia).

Il tempo del cristiano porta verso Dio soprattutto superate le secche del Millenarismo.

Grande frattura del XII secolo: trasformazione economico sociale culturale.

Si fa strada l’idea della translatio: la scienza è passata da Atene a Roma alla Francia a Parigi => movimento della civiltà da oriente a occidente => nesso tra senso del tempo e senso dello spazio.

Il contadino è soggetto al tempo meteorologico e all’ionizio anche il mercante. Ma poi si organizza e il tempo diviene oggetto di misura (durata di un viaggio, durata di un lavoro artigianale, ecc.)

L’allargarsi del campo monetario richiede precisione nel calcolo del tempo => il tempo del mercante (misurato e valutato) è diverso da quello imprevedibile del contadino, e da quello ordinato e regolare della Chiesa.

Il tempo della chiesa, tempo dei rituali, è scandito da riferimenti approssimativi (alba, tramonto, clessidra, meridiana…).

Il tempo del mercante è il tempo degli orologi => tempo urbano, delle torri  campanarie delle città. Anche l’arte si adatta a questa nuova idea del tempo: il ritratto non è più un insieme di simboli astratti e sottratti alla temporalità ma è l’immagine della persona colta nel tempo, in  quel preciso momento.

Il tempo della Chiesa è tempo del peccato e della grazia. Tempo della morte prima della resurrezione.

C’è una netta separazione tra il tempo naturale, il tempo professionale, il tempo sovrannaturale, ma anche molti punti d’incontro. I tempi collettivi trovano un punto d’incontro nella temporalità individuale (della coscienza).

Così anche nel mercante progressivamente il tempo della salvezza e il tempo degli affari si ricongiungono.

Cade nel XIV sec. Il divieto dell’usura. I tempi del digiuno, del riposo domenicale, dell’astinenza non sono più prescrizioni ma raccomandazioni.

 


 

mercoledì 1 febbraio 2023

Letture filosofiche: Recensione a Salvatore Natoli, Il posto dell’uomo nel mondo

 


Chi conosce le opere precedenti del filosofo Salvatore Natoli non troverà in quest’ultima fatica, Il posto dell’uomo nel mondo, pubblicato da Feltrinelli, nulla di veramente nuovo e inaspettato. D’altra parte è comprensibile che un grande filosofo  ormai ottantenne, riprenda e replichi i propri temi fondamentali, quelli maturati nel corso di un lungo e fruttuoso cammino di studio e di ricerca. 

Partiamo dal sottotitolo: Ordine naturale, disordine umano, perché la tesi fondamentale del volume si basa sulla necessità per l’essere umano di saper trarre “dallo stato di disordine la spinta a instaurare equilibri nuovi e superiori”. Ricostruito allora il ruolo dell’uomo come parte essenziale della natura, la parte in grado di rompere l’equilibrio naturale ma anche capace in qualche modo di porvi rimedio. Fatta emergere allora la necessità per l’uomo di realizzare un nuovo modo di produrre e di consumare, il filosofo fa emergere il suo tema classico delle virtù: l’uomo dovrebbe tornare a un’etica della virtù intesa aristotelicamente come il giusto mezzo, il punto di equilibrio fra estremi ugualmente dannosi per l'equilibrio della sua esistenza.

La virtù, che per Natoli coincide, sul modello classico, con l’arte di ben vivere e corrisponde, per usare una formula, alla “capacità di individuare il giusto mezzo in condizioni di variabilità e di agire di conseguenza.” (105) Il governo di sé è l'obiettivo finale e l’unico modo per governare l’improbabile e affrontare il rischio che è componente stabile dell'esistenza umana.

La virtù dunque come habitus e come stile di vita è il solo modo razionale per affrontare un futuro sempre più vicino e angoscioso: sostenibilità, mitigazione, compensazione, adattamento, sono le parole chiave per questa etica delle virtù che faccia rientrare l’uomo all’interno dei suoi limiti. “Non può esservi transizione ecologica - conclude Natoli - senza un cambiamento dei comportamenti: non si tratta di decrescita felice, bensì di una crescita intelligente” (241)

Un finale dunque che colloca Natoli in una posizione più morbida e possibilista rispetto a molti profeti della decrescita, a favore di una crescita controllata, e resa equilibrata da una profonda trasformazione dell’individuo, un individuo che dovrebbe maturare uno stile di vita del tutto nuovo, basato su un’etica delle virtù e un ethos della terra del quale, tuttavia, osservo io, non sembra di cogliere  in questo momento nemmeno i germi né presenti né futuri. E’ questo il lato debole dell’intera riflessione, quale motore, quale movente, quale spinta potrà mai portare l’uomo a una nuova etica della virtù?

 

. 

Immaginare il futuro: Iaquinto – Torrengo, Filosofia del futuro. Un’introduzione

 

Iaquinto – Torrengo, Filosofia del futuro. Un’introduzione (2018)

 


Secondo gli autori, filosofi specialisti di questioni relative al tempo,  bisogna partire da una distinzione tra esistere e essere presente (es.: i dinosauri – gli hobbit: esistono, anche se in modi diversi ma non sono presenti), e individuano diversi atteggiamenti rispetto alla filosofia del tempo:

1) Presentismo: coincidenza tra Essere e Essere presente => le cose passate e future non esistono.

2) Incrementismo: esistono tutte le cose passate non quelle future (i dinosauri esistono)

3) Erosionismo: il passato non esiste più, il futuro sì => il primo nato del 2023 esiste (nel futuro)

4) Eternismo: esistono tutte le cose passate, presenti, future [cfr. la filosofia di Emanuele Severino].

 

Queste quattro posizioni presuppongono 4 diverse ontologie temporali:

1) Presentismo: solo il presente esiste (eraclitismo).

Critica: implica un piano di simultaneità assoluta, negata dalla relatività speciale di Einstein.

Non si può sostenere la verità (intesa come corrispondenza) del passato (perché non ha corrispondenza in un presente che non c’è più).

2) Incrementismo: esistono passato e presente non futuro. Il presente sarebbe il margine di un blocco compatto che muove dal passato.

3) Erosionismo: Esistono presente e futuro, non il passato. IL passato erode continuamente il presente annullandolo.

4) Eternismo: modello statico, esistono passato, presente e futuro. Teoria della zona di luce. Es.: la luce del metronotte, la parte illuminata è il presente, quella che non lo è più è il passato, quella che non è ancora illuminata è il futuro (ma la città è sempre lì, esiste). Passato, presente e futuro esistono sempre. Il tempo non scorre, la differenza tra passato presente e futuro è solo prospettica e relazionale.

 

Futuro aperto/chiuso

Non corrisponde alla distinzione tra determinato e Indeterminato ma a un modello lineare o meno del futuro.

Per Presentisti e Incrementisti il futuro non esiste e quindi non possono adottare il modello lineare del futuro.

VS  in un universo deterministico le leggi fisiche non lasciano spazio ad alternative e quindi chiudono il futuro.

Il modello eternista può concepire una variante ramificata: il passato ha struttura lineare, il futuro è ramificato a partire dall’evento presente. Si progettano vari eventi futuri anche incompatibili fra loro.

 

ETICA DEL FUTURO

Ogni decisione si poggia su due nozioni di probabilità. =>

Soggettiva = le mie conoscenze di un fenomeno fanno sì che la probabilità soggettiva sia alta o bassa, (“per me”)

Oggettiva = lancio dei dadi.

La dimensione morale è sempre connessa al futuro.

“Seguire un principio morale vuol dire impegnarsi a costruire un certo futuro piuttosto di un altro.” (129)

Libertà => indeterminatezza del futuro e autonomia dell’agente. => responsabilità.