Il PROMO del romanzo "Da un altro mondo".
Da vedere:
https://www.youtube.com/watch?v=jUl55OI1MoM
A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico
mercoledì 27 novembre 2019
lunedì 25 novembre 2019
Da un altro mondo - Romanzo
Volete ascoltare il primo capitolo del mio romanzo Da un altro mondo? Eccolo:
https://anchor.fm/stefano-zampieri/episodes/Da-un-altro-mondo-e96f79
https://anchor.fm/stefano-zampieri/episodes/Da-un-altro-mondo-e96f79
lunedì 11 novembre 2019
Il dovere verso noi stessi
Per un laboratorio sull’etica del nostro tempo.
Il processo di individualizzazione che caratterizza la modernità ha un
risvolto pesante anche nella dimensione etica. Se tradizionalmente l’etica è
sempre stata intesa come la cornice di un rapporto verso l’altro, nel tempo
della modernità liquida si sviluppa piuttosto una forma etica intesa come il dovere verso noi stessi, il che
introduce un percorso pericolosamente saturo di narcisismo, fino alle estreme
conseguenze facilmente constatabili. “Alla ricerca del pieno sviluppo delle
proprie potenzialità, le persone, dopo aver consultato i cataloghi turistici,
viaggiano in tutti gli angoli della terra. Sfasciano anche i migliori matrimoni
e instaurano in rapida successione sempre nuovi legami. Si fanno riqualificare.
Digiunano. Fanno jogging. Passano da un gruppo terapeutico all’altro.
Ossessionati dall’obiettivo dell’autorealizzazione si strappano da soli dalla
terra per guardare se le loro radici sono davvero sane.” (U. Beck, La società
del rischio).
venerdì 25 ottobre 2019
lunedì 14 ottobre 2019
Il futuro della filosofia?
"Ma non è un caso che, nella società mercificata, dominata dal capitale finanziario e dalla logica di mercato nella quale viviamo, proprio la pratica filosofica venga sempre più emarginata e mortificata, cioè tenuta lontana dai grandi luoghi «di massa» della presunta «formazione». Qui essa non ha quasi più spazio o possibilità di esistenza, a meno che non si riduca a piccolo storiografismo erudito, a chiacchiera culturale, a uso meramente formale dei numeri al posto delle parole (quasi un bel lavoretto a maglia), a estetica minimale, a gioco accademico (quasi un «Monopoli» delle carriere), a quasi invisibile prodotto di nicchia dell'industria editoriale." (C. Sini)
Puro pessimismo o puro realismo? Osservazione cupa o previsione fondata? Le parole di un grande filosofo dovrebbero farci riflettere.
lunedì 7 ottobre 2019
Una vera comunità
Materiale
per un laboratorio di pratica filosofica.
Vi sono ancora dei luoghi ove il dominio incontrastato della società
mercantile, non si è interamente
realizzato, Bauman le chiama zone grigie, per indicare situazioni in cui la
società del consumo illimitato non ha ancora totalmente asservito le persone.
Zone di confine, zone marginali, zone che sopravvivono, che producono
resistenza alla società dei consumi. Ma quali caratteristiche può avere una
simile area?
“quella che nell’ottica della conquista del mercato – già acquisita o
ancora soltanto progettata – è rappresentata come un’«area grigia», per i suoi
abitanti conquistati, parzialmente conquistati o obiettivo di conquista, è una
comunità, un quartiere, una cerchia di amici, compagni di vita e compagni per
la vita: un mondo in cui solidarietà, compassione, partecipazione, aiuto
reciproco e reciproca simpatia (tutte nozioni sconosciute alla teoria economica
e aborrite dalla pratica economica) sospendono o rifiutano la scelta razionale
e il perseguimento dell’auto-interesse. Un mondo i cui abitanti non sono né
competitori né oggetti di uso e consumo, ma compagni (che aiutano e sono
aiutati) nel costante, incessante, comune sforzo di costruire una vita
partecipativa e di renderla vivibile. (Z. Bauman).
La sfida è cominciare a pensare questo mondo: è possibile? è reale? è auspicabile? è già iniziato? Quanti di noi sarebbero seriamente in grado di pensare alla propria esistenza al di fuori del mondo del consumo? Perchè Bauman parla di una zona grigia, ovvero di una zona di confine, una terra di mezzo e non invece di un mondo realizzato?
lunedì 30 settembre 2019
Lavoro della pluralità
Per un laboratorio di pratica filosofica
Il desiderio sessuale è una attitudine naturale dell’uomo, ed è una
propensione tipicamente “sociale”.
“Esso si protende verso un altro essere umano; esige la presenza di un
altro essere umano e si sforza di riforgiare tale presenza in un’unione. Anela
l’aggregazione; rende ogni essere umano, per quanto completo e per altri
aspetti autosufficiente, incompiuto e monco – a meno che non sia unito a un
altro essere umano.” (Bauman, Amore liquido).
Il desiderio sessuale è un lavoro della pluralità. E' movimento del singolo che agisce in funzione del proprio essere plurale. E' il lavoro della pluralità che dentro ognuno di noi, singoli individui, lavora per la realizzazione della comunità.
martedì 24 settembre 2019
La saggezza contro il dolore
Per un laboratorio di pratica filosofica
Il dolore fa parte dell’umano, possiamo conviverci non possiamo certo
pensare di annullarlo definitivamente, se non nei nostri sogni, o in una
condizione di non-vita (il Nirvana, o la morte vera e propria). Tuttavia c’è un’altra facoltà umana che può
aiutarci di fronte al dolore, è la saggezza.
“Il più profondo e il più facile mezzo di addolcimento di tutti i dolori è
il pensiero, che si può bene ammettere in ogni uomo ragionevole, cioè che la
vita in genere, per quanto riguarda il godimento, che dipende dalle
circostanze, non ha un proprio valore, e che soltanto ha un valore per rispetto
all’uso che se ne fa in rapporto agli scopi cui è diretta: valore che non la
sorte, ma soltanto la saggezza può procurare all’uomo, il quale dunque l’ha in
suo potere.” (Kant, Antropologia pragmatica, p. 128).
È questa consapevolezza che aiuta l’uomo ad affrontare il dolore che è
parte costitutiva della sua esistenza: perché la vita in sé non ha un valore se
non in base agli scopi che ci prefiggiamo, non è dunque un caso che stabilisce
il valore della nostra esistenza, ma le concrete decisioni, le valutazioni, i
valori attraverso i quali la rendiamo viva. Cioè la saggezza che è sovrana di
tutto questo ambito di decisioni.
martedì 17 settembre 2019
Il dolore e la vita
Per una riflessione di pratica filosofica
“La natura ha posto nell’uomo il dolore come pungolo dell’attività, a cui
egli non può sottrarsi per progredire sempre verso il meglio” (Kant,
Antropologia pragmatica, p. 124), il dolore è dunque una componente essenziale
dell’esistenza e per quanto sia ovvio che ognuno di noi cerchi di evitarlo e di
cancellarlo, esso resterà sempre parte decisiva della nostra vita, perché ne
rappresenta lo stimolo, il pungolo, l’energia che ci spinge verso il meglio. E
per questo “Essere assolutamente
contenti nella vita sarebbe una quiete inerte e una cessazione degli impulsi,
uno svanire delle sensazioni e dell’attività che vi si connette. Una tal quiete
può tanto poco accordarsi con la vita intellettuale dell’uomo quanto l’arresto
del cuore in un corpo animale, nel qual caso, se non interviene (col dolore) un
nuovo stimolo, inevitabilmente segue la morte.” (ib.)
Noi e il nostro dolore: quale storia e quale avventura? Il domani che ci attende, quale memoria e quale speranza? Come vivere il dolore?
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