I libri di Riccardo Falcinelli sono sempre letture affascinanti. Questo Figure pubblicato da Einaudi (2020) non fa eccezione. Accompagnato da un corredo di oltre 500 immagini ripercorre con grande cura e grande attenzione il dominio dell'immagine con l'intento di mostrarne non tanto il significato, quanto piuttosto il funzionamento.
Così passiamo dal tema della centralità dopo l'invenzione della prospettiva all'idea del quadro com finestra sul mondo (da Leon Battista Alberti), e così al trionfo del rettangolo come riferimento dell'opera d'sarte, all'affermazione del formato 4:3 per ragioni di natura industriale e commerciale prima che artistiche.
Entriamo poi nella dimensione del ritratto (formato verticale), e del paesaggio (formato orizzontale). Falcinelli sottolinea l'importanza sottovalutata della cornice e del contesto espositivo in cui le opere vengono viste. E poi ancora, passando con straordinaria facilità e leggerezza da un tema all'altro, ci esemplifica il fenomento del quadro nel quadro, la messa in abisso. E il problema della somiglianza e dell'astrattismo. Il fatto che l'immagine può attirare l'attenzione in molti modi e il vedere non è mai neutrale nè oggettivo.
Scopriamo che ogni immagine ha un punto d'ingresso e uno d'uscita e un suo dinamismo. Che è possibile perdersi dentro un'immagine senza uno scopo preciso. E il ruolo del teatro nella formazione della grammatica del linguaggio visivo. Che le immagini moderne tendono ad avere un fulcro piuttosto che un centro. Che l'artista tende a guidare lo sguardo dell'osservatore ( puntatori, quinte, repoussoire...). Che l'opera ha un verso ma non è sempre facile comprenderlo. Che l'opera è sensibile alla direzione destra/sinistra e sopra/sotto e quindi lo spazio visivo non è mai isotropo. Che la diagonale assume il ruolo di rappresentare il divenire, l'accadere, lo spostarsi soprattutto in età contemporanea (p. es. nella fotografia) ma il primo a usare la diagonale di luce è Caravaggio. Che nell'immagine le forme danno vita a un ritmo (sul modello musicale).
E ancora ci viene mostrata l'importanza della composizione: la circolarità (del cosmo), la mandorla (vagina cosmica, origine) il triangolo (mistica della trinità), la sezione aurea, l'orizzonte, la regola dei terzi, ecc.
Scopriamo come la fotografia impone nella composizione la prevalenza del colpo d'occhio: catturare l'intera composizione in un unico sguardo.
La tesi conclusiva dell'autore che "c'è un briciolo di contemplazione in tutte le immagini, artistiche o commerciali, ed è questo piacere astratto, ritmico, formale che le rende eloquenti e memorabili", perchè esse sono sempre "la manifestazione di una vita interiore e di un'idea del mondo." (p. 475)
Insomma una lettura ricchissima di stimoli e di occasioni per comprendere davvero il mondo delle immagini nel quale noi oggi viviamo che i pesci nell'acqua.
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