PRECISAZIONI SULLA CONSULENZA FILOSOFICA
> La consulenza filosofica NON è il counseling filosofico. Chiunque conosca il nostro ambiente e alcuni decenni di ricerca sul tema, sa che è invalsa una netta distinzione tra counseling filosofico e consulenza filosofica, il primo termine indica un’attività di natura psicologica, vicina alle forme della psicologia umanistica, il secondo indica un’attività prettamente filosofica. Chi esercita la prima non esercita la seconda e viceversa.
> La consulenza filosofica NON è una filosofia accademica. La consulenza filosofica nasce, infatti, fuori dell’accademia e anche per una netta reazione alla filosofia insegnata ( è infatti filosofia “praticata”), un modo non accademico di “fare filosofia”.
> La consulenza filosofica NON è psicoterapia, infatti non elabora diagnosi o terapie. E se l’interazione è possibile essa però non può risolversi in ambiguità. La filosofia è abbastanza complessa, ricca e articolata, da non aver bisogno di vie brevi, escamotage o sotterfugi.
> La consulenza filosofica HA un metodo, cioè un percorso operativo ben chiaro a chi sia stato adeguatamente formato, ma NON ha una strategia: accompagna non indirizza.
> La consulenza filosofica HA una definizione ben chiara:
Consulenza filosofica: attività che si propone di fornire a chi lo richieda (individui, gruppi, organizzazioni), sulla base di un approccio filosofico, supporto, aiuto e orientamento nell’ambito dei processi intellettuali, esistenziali, decisionali o relazionali, senza avere finalità terapeutiche.
È la definizione dello statuto di Phronesis-associazione italiana per la consulenza filosofica, l’associazione professionale che dal 2003 raccoglie e tutela i consulenti filosofici.
STEFANO ZAMPIERI
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