A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

mercoledì 18 dicembre 2024

Jared Diamond Armi, acciaio e malattie 1997

 


Il testo di Diamond rappresenta oramai un punto di riferimento per gli studi intorno alla storia dell'essere umano nell'epoca preistorica. Quel che va tenuto presente leggendo il testo è che la prospettiva dell'autore è una prospettiva rigorosamente materialistica, egli cioè rintraccia le cause delle mutazioni storiche e delle rivoluzioni che via via si sono succedute nella storia della specie umana solo a partire dal rapporto particolare che l'uomo intrattiene con l'ambiente e dalla necessità vitali alle quali deve dare continuamente risposta: nutrirsi, sopravvivere, creare condizioni perché un gruppo, una società, possa tirare avanti anche in situazioni difficili. Questa nuovo punto di vista che supera tutte le letture ideologiche e spiritualistiche della vicenda umana, però, non è centrato sul rapporto struttura sovrastruttura come nel caso del materialismo marxista, l'aspetto strutturale si comprende soltanto a partire dalla profonda compenetrazione tra la vita dell'uomo e il suo ambiente vitale una dimensione che il marxismo non ha mai preso in considerazione. E che invece rappresenta la chiave per comprendere il lavoro dell’antropologia contemporanea.

   La tesi principale del libro, dunque, è che le differenze tra le varie civiltà del pianeta sono causate dalle differenze ambientali non da quelle biologiche razziali.

Qualche punto di riferimento temporale:

7 milioni di anni fa: compare l’uomo come specie separata dalla scimmia

4 milioni di anni fa: l’uomo acquisisce la stazione eretta

2,5 milioni di anni fa: compaiono i primi utensili

500.000 anni fa: compare la specie homo sapiens

50.000  anni fa: avviene la rivoluzione paleolitica (linguaggio, arte, attrezzi)

9000 a.C. finisce l’ultima glaciazione

8000 a. C. : avviene la rivoluzione neolitica.

 Armi, acciaio e malattie sono gli elementi che definiscono la superiorità dell’Occidente conquistatore.

La rivoluzione agricola avviene in molti posti in tempi diversi, ma secondo due modalità:

- apprendimento delle tecniche da parte di popoli confinanti

- invasione da parte di popoli di agricoltori.

I popoli che per primi giunsero all'agricoltura furono anche avvantaggiati nel percorso armi acciaio malattie.

Le spinte alla nascita dell'agricoltura:

1 estinzione delle prede di grandi dimensioni (ma non solo)

2 aumento della disponibilità di specie domesticabili per esempio cereali selvatici, per via dei cambiamenti climatici

3 progressi tecnologici in settori utili per la vita agricola: raccolta trasformazione stoccaggio del cibo e quindi realizzazione di falci, cesti, mortai, pestelli, mole, metodi di essicazione, silos sotterranei …

4 legame circolare causa/effetto tra crescita demografica e necessità di aumentare la produzione del cibo.

L'agricoltura ha portato alle malattie (densità abitativa, contatto con gli animali domestici), alla scrittura (solo l'agricoltura rende possibile mantenere la casta improduttiva degli scribi), alla tecnologia e alle strutture di governo.

 

Conclusione

Le differenze di sviluppo tra popoli, società e continenti dipendono dalle relative differenze ambientali riassumibili in quattro condizioni:

1 differenza delle specie animali e vegetali adatte al domesticazione, implica sviluppo o meno dell'agricoltura che consente l'aumento della popolazione e la nascita delle élite non produttive

2 minore o maggiore difficoltà di spostamento e conseguente diffusione delle invenzioni e delle scoperte, qui conta l’orientamento dei continenti (est ovest il continente euroasiatico o sud nord le Americhe e l'Africa)

3 isolamento oppure scambio tra i continenti

4 numero di abitanti: più abitanti = più società in competizione. 

 

mercoledì 11 dicembre 2024

Marc Augé L’antropologo e il mondo globale (2013)

 


La nozione di “cultura” è difficile da definire perché “inseparabile dalle regole sociali che produce”, può comunque essere considerata “come un insieme di proposizioni e di rappresentazioni paragonabili ad altre” (16).

Superando l’etnocentrismo, ma anche il relativismo, con un atteggiamento comparatistico. L’etnologo andrà alla ricerca della filosofia sottostante le singole apparenze.

Augé distingue:

- antropologia del soggiorno (studiare una società)

- antropologia del percorso (studiare i cambiamenti di una società)

- antropologia dell’incontro (studiare “Le relazioni sociali in un dato ambiente considerato nel suo contesto” p.18).

L’antropologia dell’incontro si sviluppa nelle quattro dimensioni proprie dell’antropologia:

- la filiazione (iscrizione nel tempo)

- unione (iscrizione nel corpo sociale)

- generazione (solidarietà legata all’età)

- residenza (iscrizione nello spazio).

Il punto di vista dell’analisi applicata al mondo contemporaneo deve tener conto di un fatto decisivo: “Le accelerazioni tecnologiche del mondo contemporaneo modificano quotidianamente e incessantemente la nostra relazione con lo spazio e con il tempo.” (27) che sono la materia prima di ogni costruzione simbolica e di ogni impalcatura sociale.

L’uomo dà senso e ordine alla natura che lo circonda introducendo categorie simboliche (alto/basso, vicino/lontano, limite, incrocio, …oppure, per il tempo, passato/futuro, ritorno, ripetizione, inizio e fine…).

“La nozione di paesaggio dipende strettamente dalle concezioni del tempo e dello spazio che tentano di renderne conto.” (34)

L’evoluzione del mondo attuale quanto allo spazio si riassume in due parole: urbanizzazione e globalizzazione.

Bisogna osservare che le società umane sono sempre state caratterizzate dal movimento (migrazioni, spostamenti campagna/città, sud/nord, turismo, ecc.) di qui  tutti i problemi legati ai processi di adattamento al nuovo spazio planetario in via di costituzione.

Ma siamo in un momento di crisi:

- crisi di coscienza planetaria (qual è il nostro posto nell’universo?)

- crisi di relazione (“nessun individuo può vivere isolato, tanto meno concepirsi isolato poiché la relazione con l’altro è essenziale alla definizione e alla percezione dell’identità individuale.” (71) )

- crisi di finalità (più la scienza progredisce più la gente si allontana da essa)


 

mercoledì 4 dicembre 2024

Marvin Harris Buono da mangiare 1985

 


Un libro affascinante, che affronta una serie di enigmi alimentari con l’intento di sfatare luoghi comuni e convinzioni inesatte. Si occupa quindi delle vacche sacre in India, del tabù verso la carne di maiale o quella di cavallo, dell’abuso di carne di manzo negli Stati Uniti, dei lattofobi e dei lattofili, degli insetti come cibo, del mangiare o meno cani e gatti e infine del cannibalismo umano.

La tesi generale attraverso la quale affronta tutte queste complesse situazioni alimentari è che le differenze alimentari si spiegano con motivazioni “pratiche” e non ideologiche (mentali o culturali). La qualità di un cibo dipende dal rapporto costi/benefici e dai condizionamenti ambientali.

La predilezione per la carne dipende, per esempio dalla scarsa densità demografica (cacciare richiede territori molto vasti); la predilezione per i vegetali dipende da una elevata densità demografica (scarsa praticabilità ambientale dell’allevamento o della caccia).

Storicamente la sollecitudine per la carne è stata stimolata da:

- banchetti ( per la vittoria, per funerali, matrimoni,ecc.)

- sacrifici religiosi (distribuzione di carni)

In generale la carne è più facilmente digeribile e contiene proteine di qualità migliore.

Oggi gli americani consumano quasi 150 libbre (60 kg) di carne rossa pro capite all’anno. 14 milioni di americani mangiano al fast food ogni giorno.

 

Mangiare o meno certi animali non è un fatto “culturale”, dunque, ma deriva sempre da un calcolo costi/benefici e   quindi dall’equilibrio ecologico disponibile. In qualche caso (India) non è conveniente nutrire gli animali (erbivori) per poi mangiarne le carni, più conveniente cibarsi direttamente dei vegetali.

È per esempio anche il caso del cavallo: troppo costoso allevarlo come cibo, ma utile nell’agricoltura e soprattutto in battaglia. Ne consegue che la Chiesa dichiara tabù la carne di cavallo (732 d. C.).


 

lunedì 2 dicembre 2024


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