A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

venerdì 7 giugno 2024

Lettura di Tristi Tropici di Claude Lévi- Strauss

 

Tristi tropici - Claude Lévi-Strauss - copertina

 

Tristi Tropici, opera del 1955 dell'antropologo francese Claude Lévi-Strauss, è un testo che si colloca a cavallo tra il saggio, il diario di viaggio e l'opera memoriale.

Al centro del libro vi sono le esperienze vissute dall'autore durante la sua permanenza in Brasile tra il 1935 e il 1939, dove condusse spedizioni di ricerca etnografica tra diverse tribù indigene, prevalentemente in Mato Grosso e Rondônia.

L'autore narra le sue esperienze di viaggio, esplorando villaggi indigeni, colonie europee e accampamenti di cercatori d'oro o di siringheros (coltivatori commercianti di caucciù) .

L'opera si compone di diverse sezioni, ognuna dedicata a un tema specifico o a un episodio particolare del soggiorno brasiliano di Lévi-Strauss.

Le descrizioni minuziose dei riti, delle leggende e delle strutture sociali delle popolazioni indigene si intrecciano con riflessioni filosofiche sulla natura del selvaggio, sul rapporto tra culture diverse e sul ruolo dell'antropologo.

Non mancano aneddoti personali, considerazioni sulla vita quotidiana in Brasile e confessioni intime sulle difficoltà e le contraddizioni vissute dall'autore durante la sua esperienza sul campo con i Caduvei del Paranà o i Bororo del Mato Grosso.

Tristi Tropici non è solo un resoconto di una ricerca antropologica, ma un'opera che offre una profonda riflessione sulla condizione umana, sulla diversità culturale e sul rapporto tra individuo e società.

Lévi-Strauss descrive con grande sensibilità l'incontro con culture radicalmente diverse da quella occidentale, sottolineando l'importanza di superare i pregiudizi etnocentrici per comprendere appieno la ricchezza e la complessità del mondo indigeno.L'autore sostiene che non esista una cultura "inferiore" o "superiore", ma che ogni società debba essere valutata in base ai suoi propri valori e alle sue proprie regole.

Egli analizza i miti indigeni come strumenti per comprendere la realtà e per dare senso al mondo e sostiene che i miti non sono semplici favole, ma strutture logiche che rivelano la visione del mondo di una particolare cultura.

L'esperienza vissuta tra le tribù indigene porta Lévi-Strauss a riflettere sulla natura universale dell'uomo e sulla sua capacità di adattamento a contesti ambientali e culturali molto diversi.

Tristi Tropici è un'opera fondamentale per la storia dell'antropologia e continua ad essere un testo di riferimento per chiunque sia interessato alle culture indigene, al relativismo culturale e alla natura del pensiero umano.

Oltre al suo valore scientifico, il libro è anche un'opera letteraria di grande fascino, capace di appassionare il lettore con le sue descrizioni vivide, le sue riflessioni profonde e la sua scrittura elegante.

 A distanza di oltre mezzo secolo il libro non ha perso nulla del suo splendore. Forse le tribù dei Nambikwara che descrive lungamente non esistono più, ma resta la sua fondamentale testimonianza di come il rapporto con l’altro possa essere rispettoso e umile. La sua ricerca delle grandi eterne strutture dell’esistenza umana forse non è più attuale da un punto di vista scientifico, ma le domande che pone restano  in buona parte ancora senza risposta.

Nessun commento:

Posta un commento