A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

mercoledì 10 luglio 2024

Letture: Arne Naess, Siamo l’aria che respiriamo, Saggi di ecologia profonda (2021)

Siamo l'aria che respiriamo. Saggi di ecologia profonda - Arne Naess - copertina

 

 

Arne Naess, Siamo l’aria che respiriamo, Saggi di ecologia profonda (2021)

 

L'ecologia profonda del filosofo norvegese Arne Naess coniuga tre grandi movimenti del ventesimo secolo: la giustizia sociale, la pace nel mondo e la responsabilità ecologica. Quello che Naess  chiama ecosofia T: siamo l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo, il cibo che mangiamo e siamo nodi nella rete di interconnessione della vita. La profondità è la relazione, la natura non va vista come uno sfondo inerte così come appare nel rapporto soggetto/oggetto ma come un tutto di cui gli uomini sono parte, il campo totale relazionale. Per Naess il processo di identificazione è vedere se stessi negli altri, processo di consapevolezza dei rapporti che ci legano ai luoghi, agli ambienti, agli altri viventi.

L'umanità soffre di un processo di corrosione dei luoghi. Viene a mancare il senso di appartenenza a un luogo. Mentre ogni luogo è un concetto: la linea degli alberi, il concetto di montagna e il legame che stringe il montanaro alla sua montagna; il cuore della foresta.  

Gli otto principi dell'ecologia profonda:

1) il benessere e la prosperità della vita umana e non umana sulla terra hanno un valore intrinseco

2) la ricchezza e la diversità delle forme di vita contribuiscono alla prosperità della vita umana e non umana sulla terra (complessità)

3) gli esseri umani non hanno diritto di ridurre questa ricchezza e diversità

4) il prosperare della vita umana è compatibile con una sostanziale diminuzione della popolazione umana

5) l'interferenza umana con il mondo non umano è eccessiva

6) le politiche devono essere influenzate dalla sostenibilità

7) il mutamento ideologico principalmente quello di apprezzare la qualità della vita

8) coloro che accettano i punti precedenti hanno l'obbligo di provare a sviluppare i cambiamenti necessari.

 

L'ecologia profonda o ecosofia cioè eco saggezza è una filosofia non antropocentrica e si oppone alla ecologia superficiale. Naess recupera il concetto Kantiano di azione bella distinta dall'azione morale che trova in uno scritto precritico del 1759 (Un tentativo di riflessione sull'ottimismo). L’azione morale è quella compiuta solo per obbedire alla legge mentre l'azione bella è quella che rispetta la legge morale ma è compiuta per inclinazione, con naturalezza. Lo stesso accade oggi, non basta il dovere morale ed agire in modo ecologicamente corretto, bisogna agire per inclinazione: belle azioni.

L'autorealizzazione è il fine ultimo dell'uomo l'essere umano naturale quello che si identifica con tutti gli altri esseri viventi senzienti o meno. Introduce il concetto di sé ecologico: la nostra identità è legata strettamente alla natura tutta: “Il sé ecologico di una persona è ciò con cui si identifica questa persona "(143) in base al principio dell'ecologia: tutto è connesso. L'identificazione  sul modello spinoziano consiste nel perseverare nel proprio essere. Con un sé sufficientemente ampio e profondo si superano le nozioni di Ego e di Alter e quindi l'egoismo e l'altruismo.

Naess si chiede se c'è uno stile di vita caratteristico dell'ecologia profonda. Non uno solo, risponde,  ma molti, però con alcune caratteristiche in comune che possono essere in sintesi indicate così:

-utilizzo di mezzi semplici

-anticonsumismo, riduzione dei consumi individuali

 - non cercare il nuovo a ogni costo

- agire piuttosto che essere occupati

-apprezzare le differenze

-solidarietà globale col terzo e quarto mondo

-apprezzare gli stili di vita universalizzabili

- sviluppo della vita in comunità piuttosto che in società

-sforzarsi di soddisfare i bisogni vitali piuttosto che i desideri

- vivere nella natura senza lasciare tracce

- rispettare tutte le forme di vita

- proteggere gli ecosistemi locali

- vegetarianesimo

- semplicità di mezzi, ricchezza di fini cioè dare la prevalenza alla qualità della vita non al tenore di vita.

In questo modo si tratta di auspicare un mutamento della società e un mutamento della mentalità che devono procedere insieme. Il progresso non è mai solo tecnologia. Ogni innovazione tecnica deve essere valutata in base al suo impatto sulla natura.

 

mercoledì 3 luglio 2024

Letture: Aldo Leopold, Pensare come una montagna (1949)

Pensare come una montagna. A sand county almanac - Aldo Leopold - copertina 

Aldo Leopold, Pensare come una montagna (1949)

  Ammirazione, senso di meraviglia, stupore, un amore infinito per tutto il mondo naturale, e questo atteggiamento del caratterizza tutta l'opera di Aldo Leopold, un atteggiamento estetico o prima che morale. Lo si deduce molto chiaramente dalla sua opera principale: Pensare come una montagna (titolo originale A Sand County Almanac) del 1949 oggi edita da Piano B Editore con una prefazione di Paolo Cognetti.

 Suoni, canti, movimenti, la vita del bosco, della pianura, della palude; il chiacchierare dei pini, il susseguirsi delle stagioni e il ritorno degli animali, l'epopea della gru, delle anatre, delle oche, dei piccioni, la vita degli alberi, il canto del fiume. Nella autobiografia ragionata di Aldo Leopold troviamo tutto questo in base ad una tesi molto chiara ed esplicita: l'uomo ha annientato la natura selvaggia. lo sfruttamento di massa delle aree naturali ha cancellato la caratteristica di solitudine che ad essa spettava.

"La scienza ecologica ha cambiato il modo in cui noi guardiamo la natura "(197),  e così il progresso non è nello sfruttamento delle aree incontaminate ma nella nostra sensibilità nei confronti della natura e nella nostra capacità di percepirne la solitudine costitutiva. In questo modo si può riscoprire il valore della natura, ma legata, precisa Leopold a tre tipi di valore:

- ha valore un'esperienza che ci riporta alle radici della nostra storia nazionale

- ha valore ogni esperienza che ci ricordi la nostra dipendenza dalla catena alimentare parentesi suolo-pianta-animale-uomo.

- ha valore ogni esperienza in cui siano presenti quelle restrizioni etiche che rientrano nell'etichetta "spirito sportivo", si pensi alla caccia: incrementare l'abilità non gli strumenti, non sprecare la carne, ecc.

La natura selvaggia incontaminata rappresenta il miglior laboratorio per studiare la salute della terra perché nella natura selvaggia vi è un perfetto equilibrio tra fauna flora e terreno.

 

La questione etica

La questione etica nasce quando si passa dal "Tutti contro tutti" a una qualche forma di Cooperazione, in questo  senso l'etica "dal punto di vista filosofico, è la differenziazione di una condotta sociale da una condotta antisociale" (229)

La politica e l'economia sono forme di simbiosi, meccanismi di Cooperazione. Il decalogo biblico è una forma primitiva di etica ancora legata ai rapporti fra i singoli, il principio "Non fare agli altri... "estende l'etica dal singolo alla società.

Ma manca ancora oggi un'etica ecologica: "non c'è ancora un'etica che si occupi della relazione dell'uomo con la terra e, e con gli animali e le piante che vivono su di essa. "(229)

La terra è considerata come una proprietà di cui si può disporre liberamente mentre un atteggiamento etico spinge alla Cooperazione. L'etica della terra allarga la comunità per includere suolo, animali, piante.. "un'etica della terra cambia il ruolo dell'Homo Sapiens da conquistatore della terra a suo semplice membro e cittadino. Implica rispetto per gli altri membri e per la stessa comunità in quanto tale." (231)

La difficoltà di un'etica della terra nasce dal fatto che solo una piccola parte dei membri della comunità terrestre (per esempio animali e piante) ha un valore economico, pur essendo tutti necessari all'equilibrio dei sistemi vitali. La salute della terra è nella sua capacità di auto-rinnovarsi Tutelare l'ambiente significa riconoscere e tutelare questa capacità appunto, la terra non può essere considerata solo come suolo ma bensì come Biota.