A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

domenica 29 gennaio 2023

Immaginare il futuro: H. G. Wells, La scoperta del futuro

 

H. G. Wells, La scoperta del futuro,  (1902)


 INTRO (Simone Arcagni)

Tema centrale della futurologia di Wells è la macchina: l’epoca è definita dalla tecnologia che riconfigura tutti gli aspetti della vita umana.

Ma i futuristi la esaltano, Wells la interroga.

Mentre in Poe (cfr. Il giocatore di scacchi) la tecnica è pericolosamente affiancata alla magia (come in tutto il Settecento e il primo ‘800) in Wells assistiamo a un atteggiamento maggiormente scientifico (come anche in Verne).

Wells guarda il futuro alla luce di una fede darwiniana che alla fine lascia sempre una traccia di speranza.

“La tecnica per Wells è, prima, fonte di speranza, poi ancora riconoscimento di una strumentazione in mano a un’umanità ferina.” (17)

Nel primo periodo della sua opera, la tecnologia è ancora fonte di salvezza per l’uomo. Egli appare illuminato dall’idea del progresso, che gli deriva dalle sue simpatie per il socialismo fabiano. Mentre nell’ultimo periodo, dopo la 1GM questa idea tende a lasciare il posto a un più cupo pessimismo.

 

WELLS, LA SCOPERTA DEL FUTURO

Due punti di vista sul presente sono possibili:

- raccolta delle conseguenze del passato (mente legale)

- preparazione del futuro (mente creativa).

Certo tutti sappiamo che le cause del presente son nel passato e che quelle del futuro sono nel presente. Ma è una questione di punto di vista prevalente.

Mente legale: nella sfera degli affari, trattati, costituzioni, documenti.

Mente creativa: Ispira rivoluzioni e ricostruzioni.

Il motivo per cui la mente legale e l’abitudine retrospettiva sono così forti sta nel fatto che noi crediamo che il passato sia certo, definito, e conoscibile, mentre il futuro no.

“La nostra ignoranza del futuro, e la nostra persuasione che questa ignoranza sia assolutamente  incurabile, basta a dare al passato la sua enorme prevalenza sui nostri pensieri.” (50)

Ma in realtà credere di possedere stabilmente il passato è una illusione. Anche ciò che sembra più sicuro del passato, i nostri ricordi, sono talvolta annebbiati, e comunque sono sempre parziali. Ciò che apprendiamo (testimoni, documenti, ecc.) è tanto meno affidabile quanto più si allontana dal presente.

Wells fa notare una terza via di conoscenza del passato: La scienza. Che ci ha aperto alla conoscenza del passato pre-storico (es: la geologia, lo studio dei fossili…).

Attraverso lo stesso metodo scientifico induttivo è possibile per Wells conoscere il futuro quanto conosciamo il passato (=> NASCITA DELLA FUTUROLOGIA).

Si pensi a come l’astronomia è in grado di prevedere il movimento degli astri. Ma si pensi anche alla scienza medica e alla meteorologia, o alla chimica ove si prevede l’effetto di certe reazioni o combinazioni.

In questo senso si può affermare che “la scienza mira alla profezia” (60). Per questo è possibile ipotizzare di costruire sulla base di un insieme di previsioni scientifiche “un’immagine ordinata del futuro” (60).

La domanda però è: fino a che punto saranno attendibili? Certo il futuro individuale resterà nascosto perché ciò è nella natura delle cose. Ma prendendo in considerazione il futuro collettivo (dove l’individuo fa media) è possibile produrre generalizzazioni sicure.

Che comunque saranno profezie condizionali, nel senso che non si può mai prevedere l’apparizione di un individuo o di un elemento eccezionali, ma se gli uomini continueranno a comportarsi in un certo modo allora si possono prevedere alcune conseguenze.

E comunque secondo Wells incidono più le forze che stanno dietro gli individui che non gli individui anche se eccezionali: il mondo non sarebbe diverso anche se non ci fosse stato Napoleone.

Ciò che tuttavia va notato per Wells, contro il positivismo di Compte, è che comunque l’uomo non è il fine di tutto. E dunque nell’analisi del futuro la domanda più affascinante è ciò che  viene dopo l’essere umano.

Quel che però possiamo per ora pensare del futuro del genere umano è che:

- l’umanità si riunirà in un unico Stato mondiale

- non si può negare la possibilità della fine dell’umanità per via di un evento cosmico o di una pestilenza o malattia, di una droga, o di un atto folle.

D’altra parte per natura la specie umana è dinamica. E destinata a mutare continuamente. Così oggi possiamo dire che: “Siamo creature del crepuscolo.” (75), Ma al contempo possiamo affermare che:

“Tutto questo mondo è pieno di promesse di cose più grandi, e verrà il giorno, un giorno in una successione infinita di giorni, in cui gli esseri, esseri che oggi sono latenti nei nostri pensieri e nascosti nelle nostre menti, si innalzeranno su questa terra come possiamo ergerci su uno sgabello, e ridendo tenderanno le mani verso le stelle. “ (76)

 


 

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