A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

lunedì 28 agosto 2023

LA FILOSOFIA SPIEGATA AI GIOVANI

 


2. SEI UN PERCORSO  

 

 

Comandai di andar a prendere il mio cavallo dalla stalla. Il servo non mi comprese. Andai io stesso nella stalla, sellai il cavallo e montai in groppa. Udii sonare una tromba in lontananza e domandai al servo che cosa significasse. Egli non lo sapeva e non aveva udito niente. Presso il portone mi trattenne e chiese: «Dove vai, signore?».

«Non lo so» risposi. «Pur che sia via di qua, via di qua, sempre via di qua, soltanto così posso raggiungere la mèta.» «Dunque sai quale è la tua mèta» osservò. «Sì» risposi. «Te l'ho detto. Via-di-qua; ecco la mia mèta.»

«Non hai provviste con te» disse. «Non ne ho bisogno» risposi. «Il viaggio è così lungo che dovrò morir di fame se non trovo nulla per via. Nessuna provvista mi può salvare. Per fortuna è un viaggio veramente straordinario.»

Franz Kafka, La partenza (1922)

 

 

L’esistenza di ogni essere vivente è dunque una linea che va dalla nascita alla morte. Lungo questa linea, che può essere cortissima o molto lunga, ma per ogni individuo è comunque tutto ciò che gli appartiene, l’uomo, diversamente dagli altri animali, può costruire la propria presenza. Dunque, se l’esistenza è un percorso, come possiamo figurarcelo? La prima immagine che da sempre è stata usata è quella della mappa: certamente per non perderci abbiamo bisogno di una mappa che ci orienti, che ci indichi le possibili strade, che ci segnali le asperità del terreno, il fiume, il monte, la pianura. E la filosofia lavora proprio per costruire mappe della realtà che ci consentano di non perdere l’orientamento durante il nostro cammino.

Tuttavia, l’immagine della mappa ha, a mio avviso, un grosso difetto: è un’immagine statica, dovremmo forse pensare, per restare entro questa metafora, a un navigatore satellitare, cioè una serie di mappe in movimento, che si spostano mano a mano che il nostro percorso va avanti.

Un quadro mobile è ciò di cui abbiamo bisogno, perché il mondo dei nostri diciott’anni non è lo stesso di quello dei nostri quaranta o sessanta. A ogni passo i punti di riferimento si spostano, e la mappa si deve adeguare.

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