
E' per questo che la bellezza può salvarci dalla disperazione. Perchè, aggiungo io, la bellezza ci mette in condizione di pensare che un altro mondo è possibile, migliore di questo.
Da parte sua invece il sociologo polacco padre della "modernità liquida", sottolinea come la missione dell'arte contemporanea sia quella di rompere il velo della falsa armonia, della banalità, del conformismo, del consenso e della fede nell'ordine costituito.
Potrebbero sembrare due letture diverse, ma a ben guardare appaiono invece del tutto coerenti: da qualsiasi parte si osservi la bellezza, dal lato pacificato e armonico o da quello dissonante e problematico, ciò che emerge è che essa non è una formula, ma è piuttosto una variabile, essa può assumere forme differenti nel tempo, nel contesto, nelle aspettative, nelle aspirazioni, ma in tutti i casi la bellezza è un agire rivolto al meglio possibile, che sia una promessaa di felicità o comunque qualcosa che si riveli utile per rendere il mondo "un posto più ospitale per la vita degli esseri umani".
Agnes Heller - Zygmunt Bauman
La bellezza (non) ci salverà
Trento, Il Margine, 2016
€ 5,00
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