A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

venerdì 3 aprile 2020


6    DESTINO


Era giovedì, era ancora freddo, non era marzo, non era primavera. Le strade erano deserte, i pochi passanti infreddoliti camminavano veloci, a testa bassa, con la borsa della spesa in bella evidenza, attenti a non incrociarsi. Ognuno nella propria corsia. Salvi perché soli.
Ma da un portone, che s’apriva lentamente, usciva guardingo Franchino Marengo detto Frank. Perché anche quando tutto sembra andare a rotoli, e la vita appare sospesa per decreto, il bene e il male continuano la loro storia di battaglie, di scontri, di incertezze, e Frank, nella sua semplicità di ladro di appartamenti sapeva qual era il suo destino: un economista l’avrebbe chiamata redistribuzione del reddito. In fondo Frank non faceva altro che togliere un po’ del superfluo, la vittima sarebbe sopravvissuta, e lui avrebbe realizzato il sogno di avere, avere, avere le cose del mondo anche senza lavorare. Uno scambio ineguale, ma nell’economia del mondo una semplice variazione di fattori che non cambia la somma finale.
Ma ora era diventato tutto troppo difficile, Frank non riusciva più a trovare una casa vuota, c’era sempre qualcuno, a ogni ora del giorno e della notte. E allora come fare quell’onesto lavoro di topo d’appartamento? «Forse basta chiedere» pensò Frank, suono il campanello, mi presento, dico che in una situazione normale avrei sottratto i gioielli della nonna, l’avanzo della pensione, l’orologio della comunione, la medaglia d’oro, il telefonino lasciato sul tavolo. Ma ora? Che si mettessero una mano sul cuore, non dico tutto, ma datemi almeno una quota delle vostre ricchezze, meno di quelle che vi avrei preso. In fondo vi ho scelto fra tanti, è toccato a voi, non fatevene un cruccio, è il Destino.
Frank sapeva essere convincente, la gente dava, pur di toglierselo di torno, la gente gli offriva una catenina, qualche banconota, un orologio vecchio… Non era molto, ma Frank ci campava.
Quel giovedì, era mattina presto, era infreddolito, salì al terzo piano, suonò il campanello, fece la sua perorazione, il vecchio signor Bassi, un po’ ingobbito dagli anni, tossendo lo ascoltò, gli strinse la mano. E quando Frank gli chiese «Allora, cosa mi dai?», Bassi tossì ancora, pallido e leggermente sudato.
«Già dato, caro amico.»
Frank non capì subito, ma alla volta di domenica, tremando di febbre, si rese conto. Ecco cosa gli aveva riservato il Destino.

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