A cura di Stefano Zampieri - Consulente Filosofico

lunedì 11 settembre 2023

LA FILOSOFIA SPIEGATA AI GIOVANI

 


4. SEI ESPOSTO

 

Il mondo è un palcoscenico, la vita è un passaggio sulla sua scena: entri, guardi, e te ne esci.

Democrito, fr. 115 (460 a.C. 370 a. C.)

 

Dal momento in cui sei nato sei esposto: sei esposto al mondo, sei di fronte allo sguardo degli altri, genitori, parenti, amici conoscenti, estranei, vicini, concittadini, conterranei, una schiera infinita, un pubblico immenso di fronte al quale ti devi presentare, ti devi far riconoscere, se devi essere tu, devi esserlo sempre di fronte a qualcuno, anche quando non c’è nessuno, anche quando sei solo di fronte allo specchio.

Sei esposto al mondo. Il mondo è il tuo palcoscenico, su questa scena si gioca la tua partita, su questo palco cerchi di farti riconoscere per quello che sei.

Per fortuna non sei solo, gli altri, il pubblico è, allo stesso tempo, anch’esso sulla scena, disposto a sua volta a essere riconosciuto da te. Così, tu sei sempre sulla scena ogni volta per quanto tu stesso sei esposto, e per quanto hai di fronte a te l’esposizione degli altri. L’occhio dell’altro è sempre posato su di te, anche quando nessuno ti vede, perché essere esposto non è una condizione occasionale – ora sì, ora no -, ma è la condizione naturale. Nasci nello sguardo di tua madre, sei esposto al suo affetto, sei nei suoi occhi fin dal primo istante di vita, fin dal primo respiro.

Tutta qui la differenza tra l’essere che deve nascere, grosso ingombro nella pancia di una donna, articolazione di altro corpo, di un altro essere vivente, sua appendice, sua protesi, e il neonato che dal taglio del cordone ombelicale appare esposto nella sua individualità.

Ma non è soltanto lo sguardo di una madre che si posa su di te, né solo quello – giudicante direbbe lo psicanalista – di un padre. Infiniti sono gli sguardi, nella gran parte sguardi anonimi che ci osservano, ora con neutralità indifferente, ora con desiderio, ora con giudizio, ora con amore, ora con odio, sempre e comunque per consentirci di esistere.

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