Siamo quotidianamente centrati sul presente che viviamo
perché viviamo sempre in un qui e adesso irrisolvibile. Ma sappiamo - ed è un sapere non neutrale né scontato, è
il sapere dell'atteggiamento riflessivo, della filosofia - che ogni qui e ogni
adesso è insieme un concentrato pesante e complesso di allora e di poi. Il
quotidiano ha questo destino di poggiare nella sua immediatezza, sulle macerie
e sulle edificazione del passato, tanto quanto sulle immaginazioni, sui
desideri, sulle prospettive del futuro.
Distinguere sarebbe pura violenza. Un dato innaturale.
Tuttavia non è nemmeno possibile tenere insieme i momenti perché passano,
perché sembrano sempre rivoltarsi gli uni contro gli altri, come se il passato
si sforzasse di dominare il futuro e il futuro si rivoltasse, come se il
presente si trovasse perennemente in una terra di confine, incerto sulla
direzione da prendere. Ma non è esattamente così, ciò che resta da pensare - e
non è facile - è tutto questo magma insieme, destino e realtà, realtà e
possibilità, uniti nella quotidianità della nostra esistenza.
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